L’AQUILA – “È quello al centro e all’Udc il vero voto utile”.
Il segretario nazionale dell’Unione di centro, Lorenzo Cesa, lancia il rush finale della campagna elettorale ad appena dieci giorni dal voto.
In una intervista esclusiva ad AbruzzoWeb concessa nei pochi momenti di pausa visto il fitto calendario di comizi ed eventi in tutta Italia, Cesa rilancia la “nuova grande offerta politica per gli italiani”, con il partito della Vela nella coalizione che sostiene il premier Mario Monti.
Una situazione che, però, a livello abruzzese si è declinata in modo bollente: infatti, le candidature di punta di Giorgio De Matteis, vice presidente vicario del Consiglio regionale con l’Mpa, e Nicoletta Verì, ex consigliere regionale del Pdl, rispettivamente alla Camera e al Senato, hanno generato dure proteste in seno alla dirigenza regionale della Vela, principalmente perché i due vengono da partiti diversi e non sono ancora non iscritti all’Udc.
Ma su questo punto Cesa glissa, limitandosi a dire che “non mi interessa alimentare polemiche”, sottolineando anche che “stare in un partito non significa solo candidarsi a qualcosa”.
Quanto agli insorti che a più riprese hanno minacciato di giocare a perdere in queste elezioni politiche o di cambiare aria, così come il leader Pierferdinando Casini anche Cesa non si strappa i capelli.
“Questi amici hanno preso decisioni diverse e le rispettiamo. Noi però andiamo avanti con il nostro progetto politico”, spiega deciso.
Sui temi nazionali, Cesa assicura che “non saremo residuali, tutt’altro”, nella coalizione del Professore bocconiano, evidenziando che con il nuovo scenario “un po’ di positiva ‘concorrenza’ fa anche bene”.
E marca le differenze con il centrosinistra in caso di alleanza post-elettorale da più voci evocata: con il Pd ci sono solo “posizioni diverse”, con Sel, invece, “un solco”.
Gli ultimi sondaggi diffusi hanno indicato un calo di consenso per l’Unione di centro, c’è il rischio che la lista di Mario Monti possa fagocitare l’elettorato centrista, lasciando ai partiti alleati solo una rappresentanza parlamentare residuale?
Non saremo residuali, tutt’altro. Bisogna ricordare a tutti che come Udc siamo stati protagonisti di una vera svolta nel Paese, dal 2008 a oggi. Prima opponendoci a Prodi e Berlusconi, poi creando le condizioni per la nascita del governo Monti. Gli elettori premieranno la coerenza di un partito che non ha mai piegato la testa ai ricatti di questo bipolarismo falso e artificioso che ha condotto l’Italia a un passo dal baratro. Abbiamo contrastato da soli il federalismo anticostituzionale della Lega, svelato la truffa delle quote latte. Abbiamo messo nella legge di stabilità deduzioni e detrazioni per le famiglie, tenendo conto del numero dei figli e di situazioni di difficoltà in casa. Sono convinto che un po’ di positiva ‘concorrenza’ faccia anche bene: all’interno di questa coalizione di centro c’è la buona politica dell’Udc e la società civile più sana guidata da Monti, con sensibilità diverse tra loro. Tra tutti noi c’è intesa, c’è un progetto comune che passa attraverso la concretezza e la serietà amministrativa, dopo anni in cui questo scontro tra i blocchi ha creato solo false promesse e illusioni.
Secondo le proiezioni effettuate, con estrema probabilità al Senato nessuna delle coalizioni raggiungerà una maggioranza tale da consentire la governabilità, per cui si è parlato a più riprese di una possibile alleanza tra il centrosinistra e i “montiani”, è un’ipotesi praticabile? Che ne pensa?
Noi speriamo ci sia la governabilità necessaria alla tenuta del Paese. Dopodiché in ogni caso, a prescindere dal voto, ritengo che sulle grandi questioni serva un’intesa tra le forze politiche più responsabili in Parlamento. Penso per esempio alle riforme istituzionali, eluse per troppi anni, o a temi come la giustizia che sono sempre stati motivo di contrapposizione tra l’una e l’altra parte, a tutto discapito dei cittadini che aspettano dieci anni per una sentenza civile.
In questo caso, come potrà l’agenda Monti coniugarsi con le istanze della sinistra del Partito democratico e di Sinistra ecologia libertà?
In questo momento non è un tema all’ordine del giorno. Ripeto: noi vogliamo far vincere il centro. Con il Pd abbiamo condiviso alcune battaglie parlamentari in questi anni di opposizione a Berlusconi e di sostegno a Monti. Ciò non toglie che le nostre posizioni siano diverse da quelle prese da alcuni esponenti del Partito democratico e più vicine ad altri, come i cattolici presenti in quello schieramento. Da Sel ci divide un solco su molte cose: non parlo solo di temi etici, ma anche di una visione diversa su come impostare lo sviluppo del Paese.
Se si dovesse verificare una saldatura tra Pd e centristi ci saranno ricadute a livello locale, dove l’Udc partecipa a maggioranze di diverso “colore” politico? Oppure si tratta solo di una scelta tecnica limitata al governo del Paese?
Nelle regioni abbiamo stipulato patti con i singoli governatori, non con le altre forze politiche che li sostengono. Abbiamo preso impegni molto seri con i cittadini nelle realtà locali e intendiamo portarli avanti fino in fondo.
In Abruzzo la compilazione delle liste ha creato profonde fratture all’interno della Vela, con una parte importante del partito che ha incrociato le braccia e annunciato un disimpegno in campagna elettorale, sono già state avviate le trattative per sanare i conflitti? E rispetto alle richieste formulate dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Antonio Menna, al candidato Giorgio De Matteis, circa la necessità di lasciare la maggioranza di centrodestra in Regione e rinunciare ai benefit, il partito chiederà questi passi indietro? Ci sono all’orizzonte provvedimenti contro i frondisti?
Non mi interessa alimentare polemiche. Dico solo che stare in un partito non significa solo candidarsi a qualcosa. Significa condividerne fino in fondo la linea politica, le battaglie che si fanno. E poi ci sono molti altri modi, oltre al Parlamento, per incidere positivamente sulla vita dei cittadini. Comunque questi amici hanno preso decisioni diverse e le rispettiamo. Noi però andiamo avanti con il nostro progetto politico.
Tra un anno circa in Abruzzo si tornerà alle urne per le elezioni regionali. L’Udc perseguirà nel suo progetto svincolato da centrodestra e centrosinistra o cercherà un’alleanza strategica, anche in considerazione che si vota con il turno unico?
Oggi è prematuro parlarne. Ci concentriamo prima di tutto su queste elezioni, in seguito vedremo.
Come si esce dalla crisi che attanaglia un numero sempre maggiore di famiglie anche a causa delle misure adottate dal governo tecnico del professor Monti?
Le misure adottate dal governo Monti erano necessarie per rimettere in carreggiata il Paese. Alle porte c’era davvero il rischio di non pagare gli stipendi pubblici, di vedere anche in Italia quelle spaventose immagini viste nelle piazze greche. I sacrifici chiesti dal governo agli italiani sono stati pesanti, ed è grazie ai loro sforzi se oggi l’Italia può dirsi al riparo dalla tempesta. Ora non possiamo gettare tutto quello che è stato fatto in un falò. È arrivato il momento della crescita, di far ripartire l’economia del Paese. L’Imu, per esempio, può essere rimodulata, per la prima casa e per i ceti meno abbienti. Ma serve anche un grande piano per l’occupazione giovanile, per le famiglie, per le imprese, per colmare il deficit infrastrutturale che blocca questo Paese. E ancora semplificare, liberalizzare, tagliare gli sprechi e le spese improduttive. Solo un centro forte può garantire la stabilità per fare le riforme che servono urgentemente alla nostra nazione.
L’Aquila e la ricostruzione non solo strutturale ma anche sociale saranno una della priorità del prossimo governo, dopo che quello tecnico non ha certo brillato per attenzioni e provvedimenti?
Sicuramente. Bisogna andare avanti in maniera più forte e incisiva con la ricostruzione. Con concretezza e senza proclami, perché di promesse vuote anche su L’Aquila se ne sono fatte fin troppe.
Il suo messaggio agli elettori abruzzesi.
Ai cittadini abruzzesi chiediamo un voto per la governabilità e le riforme. Rafforzare il centro significa chiudere i conti con una politica in questi 18 anni ha preferito urlare e scontrarsi anziché risolvere i problemi dei cittadini. Oggi c’è una nuova grande offerta politica per gli italiani. Votarla, e scegliere in particolare Udc nella scheda rosa della Camera, significa portare in Parlamento persone serie, radicate sul territorio, che conoscono i problemi concreti della gente, che difendono i valori cattolici come la centralità della vita e la famiglia tradizionale. Bisogna fidarsi della buona politica. È quello al centro e all’Udc il vero voto utile.
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