L’AQUILA – Svolta nell’inchiesta su un filone tra i più importanti della maxi inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila sui crolli del 6 aprile 2009: quella riguardante il palazzo in cemento armato di via Gabriele D’Annunzio, sotto le cui macerie morirono 13 persone e due rimasero ferite.
Il Gup del Tribunale dell’Aquila ha fissato per il 19 gennaio 2011 l’udienza preliminare in cui dovranno comparire i tre indagati.
Si tratta del costruttore Filippo Impicciatore, 77 anni, originario della provincia di Chieti, ma trasferito da anni in Venezuela; fu lui tra i realizzatori dell’edificio nel lontano 1961; il progettista dei lavori di ristrutturazione del 2002, Fabrizio Cimino, 49 anni, ingegnere dell’Aquila, e l’imprenditore esecutore dei lavori di restauro del 2002, Fernando Melaragno, 61 anni, originario della provincia di Isernia.
I capi di imputazione sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni.
Le lesioni sono contestate nell’avviso di garanzia in quanto ci sono due persone che sono rimaste ferite in seguito al crollo.
CHIESTO UN RINVIO A GIUDIZIO PER CROLLO VIA STURZO
L’AQUILA – La Procura della Repubblica dell’Aquila ha chiesto al Gup del tribunale del capoluogo il rinvio a giudizio dell’unico indagato per il crollo del palazzo di via Sturzo, dove il 6 aprile 2009 morirono 20 persone.
Si tratta di uno dei casi più gravi nella maxi inchiesta sul terremoto.
L’indagato è l’ultraottantenne Augusto Angelini, classe 1926, su cui pesano le ipotesi di reato di omicidio colposo, disastro e lesioni.
Le indagini della Procura hanno individuato altri quattro potenziali responsabili, sui quali però non si può procedere perché deceduti.
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