CRIMINALITA’ ORGANIZZATA A VASTO: SEQUESTRATI 23 APPARTAMENTI A IMPRENDITORE VICINO A CASALESI

29 Ottobre 2023 09:20

Chieti - Politica

VASTO –Si allunga l’ombra della malavita organizzata in provincia di Chieti: nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Direzione distrettuale antimafia, la sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato il sequestro di beni dal valore complessivo di 8 milioni di euro, tra cui 23 appartamenti nella città di Vasto, oltre che sequestri nelle province di Caserta e Siena. Gli appartamenti appartengono a Raffaele Pezzella, 58enne imprenditore originario di Casal di Principe, titolare di aziende edili e immobiliari, che gli inquirenti ritengono, come si legge nella nota della Guardia di Finanza, vicino al clan dei Casalesi.

Pezzella, è stato infatti “rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione per delinquere di stampo mafioso e condannato in primo grado per reati di corruzione e di turbativa d’asta a seguito di indagini condotte anche dall’Arma dei carabinieri”, e il soggetto è ritenuto appartenere, sin dal 2000, a un ristretto gruppo di imprenditori di fiducia delle fazioni Schiavone e Russo del clan dei Casalesi”.





Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria dei finanzieri di Napoli, con il supporto delle forze dell’ordine locali.

Il colonnello Michele Iadarola, a capo del Comando provinciale di Chieti, ha coordinato il processo di notifica al Catasto di Chieti, bloccando qualsiasi possibile transazione sui beni coinvolti nella misura di prevenzione. La Guardia di Finanza ha dichiarato che ci sono prove schiaccianti di un coinvolgimento di Pezzella, in attività illecite, contribuendo all’accumulo del suo patrimonio personale e familiare negli anni.

Scrivono le Fiamme gialle: “Alla base del provvedimento vi sono plurimi elementi di fatto idonei a fondare un giudizio di pericolosità sociale qualificata dell’imprenditore casertano e a far ritenere che il suo patrimonio (e quello del suo nucleo familiare) si sia formato e sia stato incrementato negli anni grazie ad attività illecite”.





E ancora: “In tal senso, depongono, tra l’altro, le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che descrivono il destinatario dell’odierno sequestro come imprenditore che attraverso l’alterazione sistematica delle gare d’appalto realizzata mediante il ricorso a condotte corruttive o alla forza di intimidazione del clan, partecipava stabilmente a un sistema volto ad assicurare ai Casalesi l’aggiudicazione dei lavori pubblici, consentendo in tal modo uno stabile introito alle casse dell’organizzazione criminale. Gli approfondimenti di natura economico-patrimoniale nei riguardi dell’imprenditore, avvenuti anche attraverso una procedura di controllo giudiziario, poi trasformata in amministrazione giudiziaria, della durata complessiva di tre anni e mezzo, hanno evidenziato una condizione reddituale e finanziaria incompatibile con il patrimonio accumulato nel tempo, ragionevolmente riferibile, a prescindere dal dato della sproporzione, al frutto del rapporto malavitoso instaurato con i Casalesi”.

Su queste basi, in applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, sono stati dunque sottoposti a sequestro le quote e l’intero patrimonio aziendale di 16 società (con sede nelle province di Caserta, Chieti e Siena), 51 immobili tra fabbricati e terreni (ubicati nelle province di Chieti e Caserta), 8 auto/motoveicoli, nonché 27 rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 8 milioni di euro».

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