FEMMINICIDIO LETTOMANOPPELLO: L’INDIGNAZIONE DI PEZZOPANE, “STOP SOTTOVALUTAZIONI, MORTE ANNUNCIATA”

11 Ottobre 2025 12:28

Pescara - Cronaca, Politica





LETTOMANOPPELLO – “Siamo tutte  Cleria. Perché quando si muore così, muoriamo tutte. E quando si muore così, la nostra voce è  unanime: Il femminicidio avvenuto a Lettomanoppello (Pescara)  è un tragico ed orribile femminicidio annunciato. L’ex marito Antonio Mancini, girava armato ed era stato denunciato più volte dal figlio Camillo. Le forze dell’ordine conoscevano le violenze ed il rischio che la donna correva, aumentato per il possesso di un’arma esibita come trofeo. Come è stato possibile che l’uomo potesse agire indisturbato?” Lo afferma in una lunga nota l’ex senatrice aquilana Stefania Pezzopane, ora consigliere comunale di opposizione nel capoluogo di Regione e da sempre attivista nella difesa dei diritti delle donne.

“Un ossessivo padre-padrone,  contrario alla separazione dalla moglie, considerata un oggetto da malmenare, offendere, picchiare, fino ad ucciderla sparandole in volto. Il femminicida riteneva Cleria sua proprietà, o stai con me, alle mie regole, nel mio carcere patriarcale, o ti ammazzo. E l’ha ammazzata, perché lei si è liberata del marito padrone, separandosi e cercando di dedicarsi alla famiglia. Perché la sua voce non è stata ascoltata, perché la vita di una donna non vale nulla? Perché un uomo che caccia una pistola al bar non suscita immediatamente un allarme ? E suscita purtroppo risate, omertà, risolini di complicità? Il femminicida ha cercato di uccidere anche  il nipotino di 13 anni, forse per punire il figlio che aveva più volte segnalato la gravità della situazione.  Vogliamo sapere perché  non si è fatto nulla per bloccare  questo femminicidio. Vogliamo sapere perché dobbiamo sopportare tutto questo. Vogliamo sapere perché il dolore, la violenza, la morte delle donne non suscita una rivolta morale”.





“Non è un incidente, non è disagio, è una idea di potere patriarcale che non muore ancora, che anzi attraversa tutte le generazioni e gli strati sociali e che uccide le donne. La morte di Cleria si poteva evitare, è’ stata una morte annunciata. Siamo veramente stanche di questa indifferenza, di sottovalutazioni mortali. Finché la cultura del possesso prevarrà sulla cultura del rispetto continueremo a contare donne uccise, stuprate, maltrattate, offerte sui social come carne da macello. Una nuova cultura del rispetto merita fatti nuovi, tutte e tutti ci dobbiamo sentire ingaggiati contro questa mattanza quotidiana. Magari”, conclude, “approntando nuovi strumenti culturali e valoriali, tra cui l’approvazione della proposta di legge che giace in regione dal 2023 proposta dalle Democratiche abruzzesi sulla educazione alla affettività ed alla parità di genere. E magari approvando in parlamento le leggi contro le molestie e sul consenso. Se non ora, quando”.

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