QUAGLIERI CASO NOTO, IN CARTE PRIMARIO CHIRURGO, PER 5 ANNI PAPERONE: NEL 2022 REDDITO 227MILA EURO

DOPO LA DENUNCIA DEL CONSIGLIERE REGIONALE DEL PD PIETRUCCI TIENE BANCO LA INCOMPATIBILITA’ DEL PIU’ VOTATO, 12MILA PREFERENZE, ALLE ELEZIONI DEL 10 MARZO. SUL SITO TRASPARENZA DEL CONSIGLIO REGIONALE HA DICHIARATO IL DOPPIO LAVORO. UFFICI AL LAVORO PER LE VERIFICHE. IMBARAZZO NEL CENTRODESTRA ALLA VIGILIA DELL’ESORDIO DELLA DODICESIMA LEGISLATURA E DEL VARO DELLA NUOVA GIUNTA  

2 Aprile 2024 22:32

Regione - Politica

L’AQUILA – Che il più votato alle elezioni regionali del 10 marzo scorsi facesse contemporaneamente il medico chirurgo a partita iva per una clinica convenzionata con il sistema sanitario nazionale attraverso un contratto con la Regione e il consigliere regionale ed assessore era un fatto noto, alla luce del sole, come si suol dire: basta infatti consultare la documentazione che riguarda il recordman di preferenze in Abruzzo ed uomo forte di Fratelli d’Italia Mario Quaglieri.

Nel suo curriculum pubblicato nella sezione Amministrazione trasparente del Consiglio regionale, c’è scritto nero su bianco: Mario Quaglieri Datore di lavoro “dal 01.01.2018 ad oggi, la Casa di Cura L’Immacolata Celano (L’Aquila), convenzionata nel sistema sanitario nazionale”,  in servizio “nel reparto di chirurgia generale”, in qualità di “primario Chirurgo Afo”.

Ma c’è di più: l’assessore al Bilancio uscente, riconfermato con il record assoluto di preferenze di quasi 12mila voti, è da cinque anni il Paperon dei Paperoni dell’intero Emiciclo, con un reddito complessivo  lordo sempre di gran lunga superiore agli altri consiglieri. Solo nel 2022 ha dichiarato di 227.973 euro mentre, nella sezione Amministrazione trasparente del Consiglio regionale, emerge che quasi tutti gli assessori e consiglieri non superano i 80-90mila euro lordi l’anno, pur avendo alcuni di essi attività private.

Quindi nessuna omissione da parte di Quaglieri che, evidentemente contrariato per la piega che ha preso la sua elezione, oggi non ha risposto al telefono ad Abruzzoweb.

Comunque, sarà per il bottino di voti triplicato rispetto a cinque anni fa, però, la storia dello stimato politico e professionista marsicano è diventato un vero e proprio caso, anche molto controverso, che scuote gli ambienti politici abruzzesi alla vigilia del primo consiglio regionale e del varo della nuova Giunta dove Quaglieri dovrebbe entrare di diritto: la presunta incompatibilità è finita sotto la lente di ingrandimento della politica, sia della opposizione del campo largo, sia della maggioranza di centrodestra riconfermata nettamente per un secondo storico mandato, e anche degli uffici competenti mandati, sia dei competenti uffici del consiglio regionali guidati dal direttore Francesca Di Muro. 

A farlo finire nell’occhio del ciclone è stato Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale rieletto nel partito democratico, che in una intervista ad Abruzzoweb ha annunciato la presentazione di un esposto all’Autorità nazionale Anti Corruzione (Anac), in quanto Quaglieri, nella passata legislatura, presidente della commissione sanità, dopo essere entrato come surrogato al posto di Guido Liris diventato assessore, e poi assessore lui stesso, da inizio 2023, con deleghe al Bilancio e Personale, al posto di Liris diventato senatore, ha continuato a fare il medico primario, e questo in base alla legge regionale 51 del 2004, rappresenterebbe un profilo di incompatibilità, mai sollevato prima, per la sua elezione del 10 marzo, e anche per il suo ingresso e permanenza  in consiglio nel 2019.

A tale proposito, in molti si sono chiesti vista la documentazione in chiaro del perché la opposizione sia intervenuta solo ora e perché gli stessi uffici, che per legge devono fare verifiche a campione del 10%, non abbiamo mai pensato di esaminare le carte.

Comunque, l’essere sia consigliere e assessore, e stimato medico chirurgo nello stesso tempo, da quanto si apprende, dopo la clinica Immacolata presso la clinica Di Lorenzo, lo rende anche, a scartabellare le dichiarazioni dei redditi pubblicate anch’esse su Amministrazione trasparente, il Paperon dei Paperoni dell’intero Emiciclo, con un reddito complessivo lordo dichiarato nel 2022 di 227.973 euro, mentre quasi tutti gli assessori e consiglieri non superano i 80-90mila euro lordi l’anno, pur avendo alcuni di essi attività private.

La bomba è così esplosa, e crea forti fibrillazioni nella maggioranza del centrodestra e in consiglio regionale, sia a livello politico sia a livello amministrativo.





Questione che è stata centrale nel summit del pomeriggio a Pescara, nel corso del quale il riconfermato presidente, Marco Marsilio, anche lui di Fdi, assieme ai segretari regionali dei partiti del centrodestra, ha cercato di chiudere il cerchio della composizione della giunta. Non si esclude che si possa anche decidere, clamorosamente, di non nominare assessore Quaglieri, in attesa di chiarimenti, chiedendogli un passo di lato. E questo potrebbe alla fine fare piacere ad altri aspiranti componenti di giunta, anche dentro Fdi, vista la ressa che c’è.

Del fatto si interesserà sicuramente la giunta per le elezioni, organo politico che ha già respinto nel 2018, la incompatibilità di Luciano D’Alfonso, per un periodo presidente di Regione e senatore, e che sarà coinvolta dal consigliere Pietrucci.

Ed oggi in consiglio regionale c’è stato un super lavoro per gli uffici e anche della politica che sta cercando di capire che piega può prendere la intricata vicenda, con esperti e dirigenti dei vari settori interpellati dallo specifico settore.

Il tempo intanto stringe: entro venerdì 5 aprile tutti i consiglieri eletti dovranno presentare la documentazione per avere il lasciapassare all’ingresso all’Emiciclo, e tra i documenti, c’è la autocertificazione sulla assenza di incompatibilità. Non si sa che cosa scriverà Quaglieri e come valuteranno gli uffici la sua situazione.

Il mandato dell’esposto è stato dato all’avvocato Carlo Benedetti, del foro dell’Aquila, presidente del Pd aquilano ed ex presidente del Consiglio comunale.

I profili di incompatibilità ed ineleggibilità sono normati dalla legge regionale 51 del 2004. E si legge all’articolo 3 comma c, che “non possono ricoprire la carica di Presidente o di componente della Giunta regionale, nonché di consigliere regionale”, “i titolari, gli amministratori e i dirigenti di imprese e società private sovvenzionate dalla Regione in modo continuativo e con garanzia di assegnazioni o di interessi, nel caso in cui questi sussidi non sono concessi in forza di una legge generale della Regione”.

Uno dei temi della controversia legale, sarà se il ruolo di Quaglieri può rientrare in questa casistica, in quanto primario, come lui stesso ha dichiarato.

Secondo quanto si è appreso, Quaglieri però non ricopre la carica di dirigente medico dipendente della struttura, come invece il consigliere regionale, non rieletto, Simone Angelosante,  che infatti si è messo in aspettativa. È invece un consulente con partita iva.

Come  evidenzia però Pietrucci, “è incompatibile in quanto è stato persino presidente della commissione Sanità e assessore al Bilancio che ha erogato fondi alle strutture private, in quanto non si è messo in aspettativa dai suoi incarichi professionali come invece prevedeva la legge”.





Non ha dubbi D’Alfonso che iN una nota afferma: “Il medico di medicina generale Mario Quaglieri – che ha svolto e svolge attività professionale per alcune cliniche private sovvenzionate dalla Regione – poteva ricoprire il ruolo di assessore regionale al bilancio (lo è stato per 15 mesi) e di consigliere regionale (cinque anni in carica)? Considerata la giurisprudenza di settore, sembra proprio di no”.

Quaglieri ha già intanto messo le mani avanti con un comunicato stampa dai toni a dir poco accesi, in cui ha enfatizzato “la vittoria storica a cui ho contribuito in prima persona”, ha ricordato che “la volontà popolare deve essere rispettata”, e ancora ha lanciato strali contro “chi non ha ottenuto i consensi sperati”, invitandolo “a rimettersi a lavorare per migliorarsi senza trasformare una sconfitta elettorale in un cruccio personale con il serio rischio di trascinare l’intero Abruzzo in una barzelletta”, bollando la questione della presunta incompatibilità come “barzelletta”, e “illazioni”.

Non spiegando però il motivo presunto dell’incompatibilità, ed argomentando nel merito, Abruzzoweb ha tentato invano più volte di contattarlo telefonicamente.

Tornando alle dichiarazioni dei redditi: Quaglieri ha sempre mantenuto la vetta dei più ricchi all’Emiciclo e in giunta.

Come detto nel 2022 ha dichiarato come reddito complessivo 227.973 euro lordi, nel 2017 guadagnava 294.372 euro, nel 2018 145.164 euro, nel 2019 279.678 euro, nel 2020 217.592 euro, nel 2021 187.764 euro.

Per completezza di informazione ecco i redditi invece degli altri assessori e consiglieri, in base all’anno fiscale 2022, il più recente pubblicato sul sito amministrazione trasparente: Simone Angelosante, 87.602 euro lordi l’anno, Antonio Blasioli 80.698 euro, Sabrina Bocchino 85.721 euro, Nicola Campitelli 92.554, Simona Cardinali 84.871 euro, Marco Cipolletti 66.740 euro, Leonardo D’Addazio 34.412 euro, Daniele D’Amario 94.443 euro, Umberto D’Annuntiis 86.400 euro, Vincenzo D’Incecco 86.400 euro, Luca De Renzis 80.698 euro,  Americo Di Benedetto 86.958 euro,  Tony Di Gianvittorio 86.400 euro, Emiliano Di Matteo 80.698 euro, Mauro Febbo  87.189 euro,  Giorgio Fedele 69.091 euro, Emanuele Imprudente 104.361 euro, Manuele Marcovecchio 79.461 euro, Sara Marcozzi 76.304 euro, Fabrizio Montepara 90.378 euro, Sandro Mariani 80.000 euro, Marco Marsilio 91.510 euro, Silvio Paolucci 93.860 euro, Dino Pepe 86.552 euro, Domenico Pettinari 86.698 euro, Pierpaolo Pietrucci 75.051 euro, Pietro Quaresimale 90.476 euro, Federica Rompicapo 33.684 euro, Roberto Santangelo 93.415 euro, Marianna Scoccia 109.275 euro, Pietro Smargiassi 81.121 euro, Lorenzo Sospiri 92.576, Barbara Stella 28.024 euro, Francesco Taglieri 75.255 euro,  Nicoletta Verì 130.372 euro, Roberto Verrecchia 91.862 euro.

Infine il compenso lordo del presidente regione e presidente del consiglio è di 6.600 euro di indennità di carica, 2.700 euro indennità di funzione,  Per assessori e vicepresidente del consiglio consiglio 6.600 euro di indennità di carica, 2.300 euro di indennità di funzione e da 4.100 a 4.500 euro di rimborso spese.

I presidenti di commissione, capigruppo, e segretari ufficio presidenza prendono 6.600 euro di indennità di carica, 1.800  indennità di funzione,  e da 4.100 a 4.500 euro di rimborso spese.

I vice presidenti e segretari di commissione: 6.600 euro di indennità di carica, 800 euro di indennità di funzione, e da 4.100 a 4.500 euro di rimborso spese.

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