SANITA’: PAOLUCCI BASTONA I RIBELLI, ”TRADISCONO GLI IMPEGNI SU ASL UNICA”

di Marco Signori

3 Dicembre 2015 08:05

Regione -

L'AQUILA – “Tutti, e dico tutti, fino all'ultimo dei consiglieri regionali, si sono candidati e sono stati eletti sulla base di un programma elettorale che prevedeva l'istituzione di una unica azienda sanitaria regionale”.

L'assessore alla Sanità Silvio Paolucci ricorre al vincolo stipulato nel patto elettorale per rilanciare ad AbruzzoWeb l'idea di Asl unica e sedare le incandescenze del suo stesso partito. Provocando intanto la reazione molto dura del capogruppo del Pd, il teramano Sandro Mariani.

Piano dell'edilizia ospedaliera, Asl unica e punti nascita sono temi spinosi che nella fase attuale danno filo da torcere alla Giunta di Luciano D'Alfonso.

NUOVI OSPEDALI, VIA AL 2016

Slitta al prossimo anno la sottoscrizione dell'accordo di programma per l'attuazione del piano di edilizia ospedaliera.

Cinque nuovi ospedali, Sulmona e Avezzano (L'Aquila), Lanciano e Vasto (Chieti) e Giulianova (Teramo), e l'ammodernamento di quello di Penne (Pescara), per complessivi 371 milioni di euro, vanno a finire al 2016.

 I lavori, infatti, potranno partire “solo dopo l'approvazione della legge di stabilità, che contiene una norma che ci consente di utilizzare 237 milioni di euro oggi bloccati”, dice Paolucci.

LUNGO CONFRONTO SU ASL UNICA

L'ipotesi di accorpamento delle Asl, già ridotte da 6 a 4 dal precedenter governo regionale di centrodestra di Gianni Chiodi, sta intanto facendo insorgere mezzo Partito democratico, soprattutto nel Teramano.





Sarebbe quella, infatti, la provincia che maggiormente risentirebbe della spoliazione, visto che la sede dei vertici aziendali se la contendono Pescara e L'Aquila ed è, quindi, in una di queste due città che sicuramente finirà.

Paolucci ci va comunque con i piedi di piombo, visto che c'è un ventaglio di esempi che provengono dalle altre Regioni da cui poter trarre diversi spunti.

Ce ne sono alcune che hanno ridotto le aziende sanitarie, ma c'è anche chi, come le vicine Marche, ha unificato in una unica azienda ma suddividendola, poi, in cinque Aree vaste.

“In questi 16 mesi di governo ho fatto una verifica e ho potuto constatare in Abruzzo l'esistenza di una frammentazione che non mi ha prodotto la rapidità e l'efficienza necessaria”, dice il giovane assessore a proposito dell'attuale assetto di gestione sanitaria, caratterizzato da “costi diversi su beni e servizi, programmazioni diverse”.

“La fusione è un processo lungo e complesso – ammette – ed è giusto che ci sia un confronto, ma è quella la strada indicata. C'è un regime transitorio che consentirà un ulteriore confronto su modi e tempi dell'accorpamento”.

Sui tempi di attuazione, “mi auguro prima della fine della legislatura” dice l'assessore.

PUNTI NASCITA

Ma quella della Asl unica non è l'unica gatta da pelare per Paolucci.

All'assessore, ex segretario regionale del Pd, sembra sfuggire di mano anche la situazione legata alla chiusura dei punti nascita, contro la quale si va consolidando una corposa fronda. Il cui focolaio, anche in questo caso, è nel Teramano, ma che sta trovando autorevoli sponde anche fuori provincia.





Persino la senatrice aquilana Stefania Pezzopane, lunedì scorso, è accorsa ad Atri dove il consigliere regionale Luciano Monticelli e il deputato teramano Tommaso Ginoble hanno fomentato un'affollatissima assemblea del circolo del Pd proprio contro la chiusura del punto nascita.

Il titolo del comunicato stampa di resoconto era più emblematico che sintomatico: “Nel Pd si rinsalda il fronte del 'no' al Piano Paolucci”.

Un incontro che fa il paio con il documento contro la Asl unica che il coordinamento provinciale del Pd di Teramo aveva approvato qualche giorno prima.

“È un anno e mezzo che non parlano d'altro – dice seccato Paolucci, rivolto all'opposizione di centrodestra, ma anche ai detrattori interni – i meccanismi di comunicazione si sono messi in moto solo sulla chiusura di alcuni reparti di Neonatologia, ma si omette di dire che per la prima volta abbiamo salvato centinaia di persone attraverso la prevenzione”.

Per l'assessore, difatti, “prima si andava in luoghi senza gli standard adeguati, ora sono stati messi in sicurezza. Il centrodestra? Quanto stabilito nel 2011 da Chiodi, che con una delibera affidava ai direttori generali la messa in sicurezza dei punti nascita, non è stato fatto”.

“Se volete continuiamo a parlarne per altri 18 mesi, ma non mi sembra costruttivo – aggiunge ancora – Le ragioni orografiche? Ci sono già ora posti d'Abruzzo distanti 90 minuti dagli ospedali e le cui abitanti devono fare lunghi tragitti per andare a partorire”.

E infine, la tradizionale stoccata ai media. “Il lavoro fatto sulla prevenzione in questo primo anno e mezzo di legislatura ha salvato qualche centinaia di persone, aspetto che è stato completamente omesso dal sistema dell'informazione”, chiosa, evitando, però, di analizzare anche la comunicazione da parte dell'ente.

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