ROMA – “Stabilimenti che impediscono di portare l’acqua in spiaggia? No, grazie!”
Dall’associazione Codici arriva l’invito ai consumatori a segnalare eventuali comportamenti scorretti da parte degli stabilimenti per quanto riguarda l’imposizione di divieti, ad esempio, per l’introduzione di cibi e bevande. I casi indicati, per i quali si richiede di specificare luogo e nome dello stabilimento oltre a data ed ora, saranno portati all’attenzione delle autorità competenti.
Come se non bastassero i rincari, quest’estate sarà ricordata anche per i divieti imposti in alcune località di mare. Il riferimento è alle politiche adottate da diversi stabilimenti balneari del Centro Sud, dal Lazio alla Sicilia passando per Campania e Puglia, dove in numerosi casi ai clienti è stato impedito di introdurre cibi e bevande. Un’iniziativa che fa discutere, una triste storia che si ripete ai danni dei consumatori, al fianco dei quali si schiera l’associazione Codici.
“Con la scusa del decoro – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, in diversi stabilimenti sono state imposte regole che non condividiamo. Comprendiamo la volontà da parte dei titolari degli stabilimenti di offrire un ambiente tranquillo ai clienti, ma da qui a vietare l’ingresso di una bottiglia d’acqua o un panino ce ne passa. Addirittura, in alcune situazioni si sarebbero verificate delle perquisizioni da parte del personale del lido ai clienti per controllare cosa avessero nelle borse”.
“L’invito che rivolgiamo ai consumatori è quello di segnalare questi divieti, così da poter indicare a nostra volta questi comportamenti a chi di dovere. I rincari stanno segnando in maniera pesante quest’estate, penalizzando tanti cittadini già provati da una situazione molto difficile sul piano economico – prosegue il presidente di Codici -. Iniziative del genere, ovvero vietare di portarsi da casa il pranzo da consumare sotto l’ombrellone, fanno pensare ad un tentativo di fare cassa per rimediare alle minori entrate, visto che in questo modo i clienti sono costretti a consumare al bar oppure al ristorante della struttura. E non sono certe spese di poco conto, anzi, ed anche qui bisognerebbe segnalare quegli scontrini da capogiro che poi fanno il giro dei social. Purtroppo, si ripete la solita storia: alla fine a rimetterci è sempre il consumatore. E questo non è tollerabile”.
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