VINCONO 5 MILIONI MA POI E’ LITE TRA I DUE: ORA INDAGA LA PROCURA DI SULMONA

4 Aprile 2024 09:20

L'Aquila - Cronaca

CASTEL DI SANGRO – C’è una inchiesta  su una vincita da 5 milioni di euro contesa da un meccanico e da un suo socio su  fatti avvenuti a Roma nel 2022, secondo quanto riporta il Centro.





Il meccanico di 54 anni, P.A., residente a Castel di Sangro (L’Aquila), e il suo amico romano di 42 anni decidono di giocare 50 euro ciascuno e vincono 5 milioni. acquistando quattro biglietti Gratta e vinci, in un centro commerciale della capitale.  Ma il  meccanico è  coinvolto in un incidente con la moto, rimane a casa per lungo tempo, dovendo sottoporsi alle terapie domiciliari e alle cure mediche.

La notizia gli arriva per telefono, dal suo amico romano che  verifica la vincita milionaria e la riscuote, seguendo tutta la trafila, accontentando il socio con l’apertura di un’officina sul territorio di Castel di Sangro, investendo 350mila euro. L’attività è stata quindi intestata a una società, che ha come amministratore unico e legale rappresentante il 42enne romano, mentre il 54enne viene assunto come dipendente assieme ad altre due persone.  Tuttavia l’accordo,  come riporta il quotidiano, viene disatteso.





Il 42enne  chiede al meccanico una parte degli introiti dell’attività, per circa 6mila euro al mese. Somme che il 54enne non riesce ad onorare. Passano altri mesi fino a quando, lo scorso febbraio, l’amico romano si presenta insieme al suo avvocato e al commercialista nella officina, portando via parte dell’attrezzatura e mettendo alla porta i tre dipendenti, tra cui l’amico 54enne con cui aveva vinto al Gratta e vince. Una scena ripresa perfino dalle telecamere di videosorveglianza. Nonostante P.A. avesse già vinto una causa legale per questioni lavorative, ora si trova a dover affrontare nuovi problemi.

Così quando il 42enne si è presentato di nuovo per caricarsi altri beni, il meccanico ha presentato una denuncia ai carabinieri  di Castel di Sangro per appropriazione indebita, minacce e danni morali. I militari sono intervenuti nell’officina per i dovuti rilievi. Il caso è finito quindi sulla scrivania della Procura di Sulmona.

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