REGIONE: C’E CHI VA VIA E CHI RESISTE, E A ZAPPACOSTA NON BASTA LA DIRIGENZA

di Filippo Tronca

21 Marzo 2016 08:30

Regione - Politica

L'AQUILA – “Il mio cliente è in una condizione di grande sofferenza psicologica e la nomina dirigenziale che la Regione gli ha conferito non potrà mai compensare l'umiliazione che ha subito con la rimozione dal suo precedente incarico di direttore del Dipartimento Trasporti, Mobilità, Turismo e Cultura”.

A parlare è l’avvocato Valerio Speziale, che difende l’ex-super capo dipartimento Giancarlo Zappacosta, all’indomani della nomina annunciata dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso di Zappacosta a dirigente del Servizio Europrogettazione, rapporti con gli uffici dell'Unione Europea, raccordo con la sede di Bruxelles, accompagnando l’annuncio con parole di elogio a Zappacosta, definita “persona adatta per le attitudini personali di flessibilità, della plurale esperienza dirigenziale”, “anche nel quadro della sua autonomia di pensiero ed effervescenza di valutazioni”.

La nomina arriva però a ridosso dell’udienza, fissata per il 6 aprile, davanti al giudice del lavoro di Pescara, Massimo De Cesare, che dovrà decidere sul ricorso presentato da Zappacosta contro la sua rimozione dall’incarico ben più pesante di capo dipartimento.

Il caso Zappacosta è solo la punta dell’iceberg di un rapporto conflittuale tra D’Alfonso il suo staff, e la sua tecnostruttura, rivoluzionata dopo l’epocale riforma dell’estate 2014, che ha ridisegnato le direzioni, che oggi si chiamano dipartimenti, con un giro di valzer di sostituzioni, accorpamenti e trasferimenti. Visto che in tanti se ne sono andati, qualcuno sbattendo la porta.

Zappacosta invece di abbandonare la nave non ci pensava proprio, a farlo scendere obtorto collo è stata una delibera di Giunta del 19 gennaio, che dopo avere suddiviso in due parti il Dipartimento diretto da Zappacosta, ha assegnato la direzione del settore Infrastrutture, Trasporti, Mobilità, Reti e Logistica a Maria Antonietta Picardi e ha conferito ad interim a Cristina Gerardis, direttore generale della Regione Abruzzo, la reggenza del Dipartimento Turismo e Cultura.





Zappacosta che non ha ancora ricevuto la notifica della sospensione dall’incarico, è stato di fatto estromesso da ogni funzione direttoriale che la Regione gli aveva conferito a dicembre 2014.

Punito, si assicura nei corridoi della Regione, per i suoi continui screzi e diversità di vedute con il presidente D’Alfonso. Zappacosta che da un mese è in malattia, tace e non risponde al telefono. Il suo legale, invece, non nasconde il sospetto che “questa nomina, di cui per altro non abbiamo ancora l’ufficialità, potrebbe essere solo un espediente ai fini processuali, per dimostrare preventivamente che non c’è stata alcuna privazione di incarichi, né un pregiudizio o la svalutazione della sua professionalità”.

Espediente, manco a dirlo, che sarà del tutto inutile.

“Il mio assistito, questo è quello che siamo sicuri di dimostrare davanti al giudice del lavoro, è stato esautorato da ogni funzione, senza che la Regione abbia proceduto ad una revoca vera e propria del suo incarico di direttore di Dipartimento. L’atto è viziato dal punto di vista formale e sostanziale, perché sono state violate norme del contratto collettivo e disposizioni di leggi nazionali e regionali che regolano espressamente  le procedure di conferimento e revoca degli incarichi dirigenziali”.

In soldoni: la linea del ricorrente Zappacosta non cambia di una virgola con il nuovo incarico liquidato come una sorta di “contentino”. L’obiettivo resta quello di riottenere con una sentenza del giudice le funzioni di direttore di Dipartimento senza considerare che, in caso di accoglimento della domanda, Zappacosta si riserva di chiedere anche ingenti danni economici.





“Il mio cliente – sottolinea l’avvocato Speziale – è in una condizione di grande sofferenza psicologica come risulta dai referti medici depositati insieme al ricorso. Ha vissuto la sua rimozione come una grande ingiustizia, che gli ha provocato umiliazione, stress e danni alla salute”.

Se Zappacosta vuole tornare al suo posto, ad andarsene sono stati in tanti. Vittorio Di Biase, che nel marzo scorso ha dato l’addio al ruolo di capo del Dipartimento Opere pubbliche, Governo del territorio e Politiche ambientali, e a stretto giro Carmine Cipollone, capo Dipartimento Settore Bilancio e Risorse Umane.

Prima di loro si era dimessa Barbara Becchi, componente della segreteria di D'Alfonso. A dicembre ha consegnato la lettera di dimissioni, il capo di Gabinetto della Presidenza, Ernesto Grippo, per tornare a fare l'avvocato.

Altre defezioni quelle di Carla Lomarco, responsabile dell’ufficio fiduciario di assistenza specialistica, che è tornata a lavorare alla Corte d’Appello, e della componente di staff Alexandra Coppola, già candidata alla segreteria regionale del Pd, che ha assunto un incarico a Roma alle Poste.

Allargando lo sguardo hanno gettato la spugna Andrea Grilli, che si è dimesso dall’incarico di direttore dell’Arit, il manager Asl Chieti-Lanciano-Vasto, Francesco Zavattaro, il direttore della Saga Piero Righi, con i componenti del Cda Valentino Sciotti ed Emidio Isidoro, il presidente commissario del Consorzio industriale Chieti-Pescara Gabriele Gravina.

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