SULMONA: BUFERA SUL DG ASL TORDERA PER LA DELIBERA CON LA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITE, LUI SMENTISCE

di Filippo Tronca

31 Dicembre 2017 11:49

Regione - Politica

SULMONA – Come se bastasse la vicenda della centrale di compressione del metanodotto Snam, riesplode a Sulmona (L'Aquila), la polemica sulla paventata chiusura del punto nascite dell’ospedale del centro Peligno.

A lanciare per prima l'allarme, la Cisl Sanità, secondo cui il direttore generale della Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila, Rinalndo Tordera, ha già approntato la chiusura della struttura, nella delibera numero 2.159 del 30 novembre scorso, assieme ad altri presìdi sanitari.

Misura, quella della chiusura del punto nascite sulmonese, che “consentirebbe al dottor Tordera di recuperare una ventina di infermieri e tre operatori sanitari! Certo si poteva fare di meglio, cercando una scusa più plausibile”, il caustico commento della Cisl.

A stretto giro è arrivata, comunque, la secca replica di Tordera: “Smentisco categoricamente la notizia, della chiusura del punto nascita dell’ospedale di Sulmona, completamente priva di fondamento e lo ribadisco con forza anche alla luce delle richieste di chiarimento prevenutemi da alcuni sindaci della Valle Peligna, in particolare di Sulmona e Pratola Peligna”.

A esultare è stato subito l'assessore regionale sulmonese Andrea Gersolimo, che sul suo profilo Facebook ha rilanciato la smentita di Tordera, assicurando “che finché ci saremo noi, il punto nascite non chiuderà”.





Poi, tuttavia, a dare ragione alla Cisl, il consigliere comunale di Forza Italia Elisabetta Bianchi ha postato, anch'ella sul social, uno stralcio della delibera del 30 novembre, in cui in effetti si scrve a chiare lettere che “dovendo in ogni modo ottemperare all'obbligo di riduzione dei costi”, si ritiene opportuno “proporre come extrema ratio la chiusura e/o riduzione di attività di alcuni poli assistenziali”.

Tra queste misure viene menzionata a chiare lettere “la chiusura del Punto nascita del presidio ospedaliero di Sulmona”.

Altre misure previste, la riduzione da h24 a h12 dei servizi dei punti di primo intervento nelle sedi di Pescina e Tagliacozzo, la chiusura degli ospedali di comunità, la centralizzazione nell' ospedale di Avezzano delle attività di laboratorio analisi per l'area Marsica (lasciando i punti di prelievo soltanto a Pescina e Tagliacozzo). E poi ancora centralizzare all'ospedale di Sulmona le attività di laboratorio analisi dell'aria Peligna (lasciando il solo punto di prelievo a Castel di Sangro) e altro ancora.

L'obiettivo è il  conseguimento, si legge nella delibera, della “eliminazione dei costi di esercizio (canoni locativi, utenze e servizi complementari) di quelle strutture che andrebbero chiuse. Si calcola anche che per quanto riguarda le risorse umane ci sarebbe un recupero di 93 unità con un risparmio ipotizzabile intorno ai 2,8 milioni di euro”.

“Carta canta, eccovi la prova di quanto, nonostante gli annunci della maggioranza gerosolimitana al Comune di Sulmona, sull'ospedale e sul punto nascita il danno è gravissimo! – ha commentato dunque la Bianchi – Ma ciò che mi indigna è la presa in giro del Consiglio comunale dove Tordera e li sindaco Annamaria Casini, nella seduta del 31 ottobre scorso, hanno ostentato i risultati delle loro rispettive politiche in materia sanitaria. A Sulmona, però, continueranno a nascere bambini, contro tutte le avversità! La lotta continua”.





La chiusura del Punto nascite sarebbe, in effetti, una doccia gelata, proprio nel momento in cui a Sulmona l’atmosfera è tesissima a causa della levata di scudi contro la realizzazione della centrale di compressione del metanodotto Snam, con tanto di minaccia di dimissioni di massa dei primi cittadini della conca peligna, sulla scorta proprio di quanto già formalizzato dalla Casini..

A pendere ancora, come una spada di Damocle, è il famigerato decreto Lorenzin del 2015, che in nome della spendig review del battimento dei costi della sanità, ha decretato la chiusura dei punti nascita con un numero di parti inferiori ai 500 all’anno.

A essere già stati smantellati in Abruzzo ci sono i punti nascita di Penne (Pescara), Ortona (Chieti) e Atri (Teramo). Con Sulmona, anche a causa delle veementi proteste, si è deciso di temporeggiare, in attesa di realizzare la rete di emergenza urgenza per consentire il trasferimento in sicurezza delle partorienti in altri punti nascita, come quelli dell’Aquila e di Avezzano.

Ad accendere le speranze per un salvataggio, la possibilità di allentare gli stretti criteri della Lorenzin, a vantaggio di punti nascita che insitono su bacini di utenza montani e disagiati.

“Non c è nessuna chiusura all’orizzonte per il punto nascita di Sulmona”, aveva dichiarato a febbraio proprio ad AbruzzoWeb è l’assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci nei mesi scorsi.

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