CHIUSURA TRAFORO: DURA OPPOSIZIONE UNIVAQ, ”DISAGI PER MIGLIAIA DI STUDENTI”

11 Maggio 2019 16:46

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Si susseguono le reazioni in merito alla vicenda della chiusura del traforo del Gran Sasso in entrambe le direzioni autostradali annunciata dalla mezzanotte del 19 maggio prossimo da Strada dei Parchi Spa, concessionaria delle autostrade A24 e A25. 





Esprime “viva preoccupazione” il rettore dell'università dell'Aquila, Paola Inverardi, “per l'enorme disagio che ciò comporterebbe alle migliaia di studenti provenienti dal Teramano, dalle zone costiere abruzzesi e marchigiane che frequentano l'Ateneo oltre che al personale docente ed agli studenti che operano nelle strutture convenzionate della Asl di Teramo”. 

“L'Università dell'Aquila esprime al riguardo totale sostegno alla azione del Sindaco dell'Aquila e si augura che il buon senso prevalga nel definire soluzioni che tutelino tutti gli interessi in campo”. Molto dura la nota del gruppo di opposizione al Comune dell'Aquila Coalizione sociale che in una nota dice “no ai Commissari e alla chiusura del traforo”, chiedendo “subito un confronto”. 





“La vicenda – si legge nella nota – segna l'ennesimo fallimento di una gestione inadeguata e superficiale da sempre: sia da molta parte della politica nazionale che nel gestire e affidare le concessioni delle infrastrutture strategiche si preoccupa più di garantire il profitto privato che la salvaguardia del bene pubblico; sia da parte della politica locale incapace negli anni di promuovere confronti e soluzioni condivise tra gli attori coinvolti per una gestione inevitabilmente complessa e nota da sempre, salvo invocare, al momento dell'emersione delle criticità, il ricorso al salvatore della patria di turno con il commissariamento. Giova ricordare che quello a cui stiamo assistendo è un copione già visto per la questione della messa in sicurezza del sistema Gran Sasso (acquifero + autostrada + laboratori): dopo l'incidente dell'agosto 2002, fu dichiarato lo stato di emergenza socio-ambientale nel territorio delle province di L'Aquila e Teramo con la nomina di Angelo Balducci come Commissario straordinario, poi prorogata per anni”. 

“Com'è andata a finire – si informa – è noto: oltre 80 milioni di euro spesi senza trasparenza né controllo da parte degli enti locali, in deroga alle normative vigenti, agevolando quella 'cricca degli appalti' che sarebbe emersa pochi anni dopo con arresti e condanne per corruzione e, soprattutto, senza che il problema fosse risolto”.

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