L’AQUILA – Da tempo sui muri della città sono affisse le sue gigantografie, segno qualcosa stava bollendo in pentola: nel vertice romano di ieri il capogruppo in Consiglio comunale di Futuro e libertà per l’Italia, Enrico Verini, ha ricevuto l’investitura ufficiale per la candidatura a sindaco .
“Sobrietà e serietà caratterizzeranno la nostra proposta che è stata lanciata nell’ambito della coalizione centrista. Mentre Pd e Pdl alzano i toni noi proviamo ad offrire alla città un’alternativa che garantisca un futuro fatto di donne e uomini vogliosi di lavorare e rimboccarsi le maniche per la rinascita” ha dichiarato il coordinatore comunale del partito, Stefano Morelli.
Alla riunione nella capitale erano presenti il vice coordinatore nazionale e coordinatore regionale del partito, l’onorevole Daniele Toto, il coordinatore provinciale, Fabio Bisegna, Verini e il consigliere comunale Maurizio Leopardi (candidato sindaco alle amministrative del 2007), il coordinatore comunale Morelli e l’avvocato aquilano Pierluigi Daniele.
Un incontro per fare il punto essenzialmente sugli scenari politici del capoluogo in vista delle elezioni di primavera e nel corso del quale, oltre all’imprimatur sul nome dell’ex Margherita, è stato avviato un percorso per provare ad arrivare alla costituzione di un terzo polo con l’Udc.
Con l’Mpa di Giorgio De Matteis vicino al centrodestra e l’Api che risulta parte integrante della giunta Cialente il partito di Pierferdinando Casini rimane l’unico interlocutore con il quale provare ad intavolare il discorso per la costituzione di una grande anima centrista, in grado di raccogliere le forze moderate della città.
La composizione delle liste quelle di riferimento ai due partiti dovrebbe essere ormai cosa fatta, mentre sono continui i contatti con movimenti di natura civica per puntare al sostegno di altre compagini composte da giovani ed esponenti della cosiddetta società civile in grado di spostare gli equilibri e consentire a Verini (secondo il sondaggio Ipsos attestato al 12,7 per cento e al 14 secondo le rilevazioni di Swg) di giocarsela in solitaria al primo turno con gli altri contendenti; qualora, invece, si dovesse andare al secondo turno e Fli non fosse più in corsa per la poltrona di sindaco i giochi si potrebbero riaprire per eventuali apparentamenti e alleanze.
Il vice sindaco, Giampaolo Arduini, molto vicino agli ambienti del partito della Vela, invece, potrebbe abbandonare il partito e porsi a capo di una lista a sostegno di Cialente.
Attualmente, dunque, sono tre i competitor che si presenteranno ai blocchi di partenza per le elezioni: oltre a Verini hanno già svestito la tuta e sono pronti a correre per lo scranno più alto in Consiglio comunale anche Angelo Mancini (Idv) e Vincenzo Vittorini (lista civica L’Aquila che vogliamo).
Resta da attendere l’ufficializzazione della candidatura di Ettore Di Cesare in rappresentanza dell’anima movimentista della città, mentre per le primarie del centrosinistra, al momento, sono in gara il sindaco uscente, Massimo Cialente (Pd), e Vittorio Festuccia (sostenuto da Sel).
Nel centrodestra, invece, il coordinatore provinciale uscente del Pdl, Gianfranco Giuliante, dovrebbe averla spuntata su tutti riuscendo ad ottenere lo svolgimento delle primarie alle quali, da quanto appreso, il partito azzurro potrebbe schierare un nome noto della società civile, forse un medico.
Una mossa che, di fatto, rischia di mettere all’angolo il candidato ‘ufficioso’ di una parte della coalizione, il vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, che di primarie non vuole nemmeno sentir parlare e sarebbe pronto anche ad una sfida contro tutto e tutti.
Una mossa che, però, rischia di frammentare e spezzettare un universo ancora alla ricerca di se stesso. (g.a.)
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