AUTONOMIA DIFFERENZIATA: ORLANDO, “PARADOSSALE IL VIA LIBERA IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI”

8 Maggio 2024 08:53

Regione - Politica

L’AQUILA – “Quando la “ragione” elettoralistica sotterra la storia repubblicana: definire paradossale l’esame del disegno di legge sull’autonomia differenziata nella Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati è chiaramente un eufemismo”.

E’ quanto sostiene l’ex parlamentare e consigliere regionale abruzzese Angelo Orlando, nell’intervento che riceviamo e pubblichiamo qui di seguito. Il riferimento è a quanto accaduto il commissione Affari costituzionali di Montecitorio, di cui è presidente il deputato abruzzese di Forza Italia, Nazario Pagano, che ha concluso l’esame della controversa riforma dell’autonomia differenziata.

LA GHIGLIOTTINA E L’IGNORATO PARERE DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE

Definire paradossale l’esame del disegno di legge sull’autonomia differenziata nella Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati è chiaramente un eufemismo.

La giornata più triste evidentemente è lunedì 22 aprile 2024.

I fatti: se andate sul sito della Camera, alla prima pagina dell’attività legislativa del provvedimento in questione, a. c. 1665, alla voce iter, trovate l’assegnazione del provvedimento alla Commissione Affari costituzionali in sede referente il 25 gennaio 2024.

Subito dopo trovate l’elenco delle commissioni alle quali il provvedimento è assegnato in sede consultiva per l’espressione del parere, in ossequio all’articolo 73 del Regolamento che recita:

“ Se il Presidente della Camera ritenga utile acquisire il parere di una commissione su un progetto di legge assegnato ad un’altra commissione, può richiederlo prima che si deliberi sul progetto…”.

Ora, l’esclusione dall’elenco delle commissioni della IV – Commissione, Difesa, testimonia chiaramente che tutte le altre commissioni, in primis la commissione V -Bilancio, sono tenute ad esprimere questo parere prima della deliberazione sul testo, per le parti di competenza della materia.





Il parere della commissione Bilancio è inoltre decisivo per quanto riguarda anche la valutazione gli emendamenti che possono comportare oneri aggiuntivi per il bilancio dello Stato ( cfr. l’attività delle commissioni in Senato).

È di tutta evidenza che i pareri delle commissioni  non solo sono necessari per una corretta valutazione del provvedimento complessivo da parte dei commissari della I Commissione, ma possono- potrebbero- fornire suggerimenti per la formulazione di emendamenti.

Guardiamo, ora, le date: Il 22 aprile la commissione X Attività produttive esamina ed esprime parere favorevole.

Il 23 aprile, il diluvio: II, Giustizia, esamina e rinvia, così come la IX- Trasporti e la XII -Affari sociali, mentre la VI- Finanze , la VII -Cultura e la VIII- Ambiente  esaminano ed esprimono parere favorevole, limitandosi all’ attributo e solo la Commissione per le questioni regionali esprime e raccomanda, a vuoto.

Se si legge, poi il parere del Comitato per la legislazione, sempre del 23 aprile, si nota che sono espressi forti dubbi sulla chiarezza di molte norme del progetto di legge: “… valuti la commissione di merito… l’opportunità di approfondire la formulazione dell’articolo 2, comma 5, dell’articolo 7, comma 1, dell’articolo 8, comma 2… Valuti la commissione di merito… l’opportunità di approfondire la formulazione dell’articolo 3, commi 1 e 7…”, considerazioni, queste, perfettamente corrispondenti ai dubbi espressi dall’ex Presidente della Corte Costituzionale Ugo De Siervo nella memoria del 10 aprile 2024, quando aveva scritto prima che “… si può notare che il testo del disegno di legge approvato dal Senato si caratterizza per una diffusa oscurità di parte della sua disciplina…”, poi: “è infatti necessario (più che opportuno) tenere in attenta considerazione la giurisprudenza costituzionale, che ancora molto di recente (sentenza 110/2023, specie al punto IV del “Considerato in giudizio”) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale per violazione del principio di ragionevolezza delle leggi “oscure” o ”incomprensibili”!

Perché nessuno ha chiesto le motivazioni dell’espressione di questi pareri addirittura tre mesi dopo l’assegnazione del provvedimento in commissione?

In un sistema bicamerale può esistere un atto di fede nel lavoro dell’altro ramo del Parlamento?

Comunque, la dichiarazione più sconcertante ed inquietante di inammissibilità di emendamenti, sempre dal resoconto della seduta del 22 aprile, è questa:

“ La Presidenza-del Presidente Pagano, sotto il vigile sguardo dell’onnipresente Ministro-, in considerazione della natura del disegno di legge in esame di provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica, ritiene quindi inammissibile per carenza di coperture le seguenti proposte emendative…”!

Così, dopo aver “commissariato” il Presidente della Camera per la “ghigliottina”, il Presidente Pagano ha ”commissariato” anche la commissione Bilancio!





Accade, però, che nelle “Note di lettura” redatte dal Servizio studi di Camera e Senato, prima della votazione in Senato e dopo il trasferimento alla Camera del testo, a proposito dell’articolo 9 -Clausole finanziarie -si legga: “ Il comma 2 dispone che, ……., il finanziamento dei LEP sulla base dei relativi costi e fabbisogni standard è attuato nel rispetto dell’articolo 17 della legge di contabilità e finanza pubblica… e degli equilibri di bilancio. Si valuti l’opportunità di specificare il comma dell’articolo 17 della legge di contabilità e finanza pubblica a cui si fa riferimento”.

Questo articolo 17 reca la disciplina della copertura finanziaria delle leggi, con ben 14 commi ! Perché questa domanda, decisamente non peregrina, attende risposta da oltre un anno inutilmente?

Siamo così sicuri dell’invarianza finanziaria del provvedimento, se, a questo proposito, già dal giugno 2023 l’Unione Europea aveva espresso dubbi sulla neutralità del budget e sulla tenuta economica e finanziaria dell’Italia?.

Tutto normale?

Per la cronaca, il 27 aprile, i tecnici del Servizio studi, perennemente inascoltati dai politici, così come accade per l’Ufficio parlamentare di Bilancio, per la Banca d’Italia e per tutto il resto del mondo, ripropongono lo stesso problema.

Perché gli uffici titolano questo terzo dossier sullo stesso testo “Elementi per l’esame in Assemblea”?

Non si fidano del Presidente Pagano, il grande “avocatore di funzioni” in sintonia con il Ministro Calderoli, e rivolgono ai parlamentari l’ultimo invito ad una presa di coscienza, ad un pentimento, anche se tardivo?

Alla fine, per i rappresentanti dell’opposizione non sarebbe opportuno, anzi necessario, indossare, almeno qualche volta, la veste delle formiche operose piuttosto che quella delle cicale comunicatrici?

Tantum “ premieratus” potuit suadere malorum (così tanti danni ha potuto provocare l’aspirazione a scrivere la storia con il premierato)? ( Lucrezio aggiornato, Ifigenia =  la Repubblica “ una e indivisibile”)!

 

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