DISSESTO COMUNE GUARDIAGRELE: PM CONTABILE CHIEDE CONDANNE DI EX SINDACO E GIUNTA

11 Novembre 2023 08:40

Chieti - Cronaca

GUARDIAGRELE – Finiscono sotto processo contabile i componenti dell’ex giunta e consiglieri  comunali  di centrosinistra di Guardiagrele (Chieti) in carica dal 2015  fino al 2020 in conseguenza del dissesto  dell’ente locale con un disavanzo di oltre 3 milioni.

Ecco l’elenco delle persone citate: Simone Dal Pozzo, ex sindaco, Marilena Primavera, ex assessore, Gianluca Primavera, ex vice sindaco e ed ex assessore, Nevio Salomone, ex consigliere comunale, Ambra  Dell’Arciprete, ex assessore, Amedeo Dell’Osa, ex consigliere comunale,  Ugo Adorante ex consigliere, Piergiorgio Della Pelle, ex assessore, Inka Zulli,  ex assessore, Teresa Marroncelli, ex consigliere. Tutti nativi di Guardiagrele tranne dell’Arciprete che è di Chieti.

Il vice procuratore regionale contabile, Roberto Leoni, ha citato in giudizio dieci ex amministratori rivolgendo istanza al presidente della sezione giurisdizionale  di condanne pecuniarie: 25mila euro al sindaco Dal Pozzo, 8,400 all’assessore  al bilancio Marilena Primavera,  7.530 a Gianluca Primavera, 5.082 ad Ambra Dell’Arciprete, Piergiorgio Della Pelle e Inka Zulli. Chiesta anche la sanzione interdittiva di tutti i convenuti  con invio degli atti al ministero dell’Interno. Ora si attende il verdetto con accuse tutte da provare.

“Si richiede” spiega il pm, “vista la maggiore responsabilità del sindaco e dell’assessore al ramo, una sanzione pecuniaria dieci volte la retribuzione mensile lorda dovuta nel periodo di permanenza in carica. Misura che deve essere contenuta in sei volte la retribuzione nei confronti degli altri assessori. Non vi è domanda di sanzione pecuniaria nei confronti di ciascun consigliere comunale convenuto essendo dovuto il pagamento di un mero gettone di presenza in consiglio di modesta entità”.

“Ci si imbatte”, questa una  valutazione generale del pm contabile che rende la sua idea in modo chiaro, “in una disarmante sottovalutazione  di tutti i convenuti dei moltissimi segnali di sofferenza finanziaria emersi nel periodo considerato tanto da provocare l’obbligo di dichiarare il dissesto per non essere il Comune in grado di garantire servizi indispensabili e far fronte al pagamento di crediti liquidi ed esigibili”.

Il pm segnala alcune criticità sulla scorta di quanto redatto dalla società di revisione. “Sono emersi accertamenti” si legge nell’atto, ” relativi alle entrate tributarie (addizionale comunale per un milione e mezzo) non coerenti con  l’andamento  delle riscossioni effettive anche parametrando  i valori all’andamento storico”.





“Quanto al mutuo per la realizzazione di un impianto sportivo, avendo riguardo alla situazione finanziaria dell’ente, è stata ritenuta  operazione contabilmente non compatibile avendo gravato la gestione di un importo annuo di 170mila euro di spesa corrente. Oltretutto, per i princìpi contabili, , la somma incide negativamente sul risultato di amministrazione”.

“Essere costante e cronico il ricorso all’anticipazione di tesoreria e utilizzo in termini di cassa di entrate aventi specifica destinazione… costituisce sintomo di una gestione finanziaria irregolare. La cassa vincolata e non reintegrata al 31 dicembre costituisce un vero e proprio ammanco dato che l’ente si trova nella impossibilità di pagare interventi finanziati da detti fondi”.

Si fa poi riferimento ai debiti fuori bilancio che “costituisce  ulteriore indice della difficoltosa e irregolare gestione finanziaria e incide sulla corretta quantificazione del risultato di amministrazione con fenomeni di marcata alterazione della corretta rappresentazione contabile”.

“Sono state riscontrate irregolarità contabili”,  si legge nell’atto, ” che hanno influenzato la determinazione  della parte disponibile dei risultato di amministrazione nel 2018″. L’organo di revisione ha poi citato  alcune irregolarità che hanno portato a sovrastimare la parte disponibile del risultato di amministrazione.

“La consapevolezza  dell’ esistenza di una situazione finanziaria precaria”,  si legge nel documento, “densa di criticità da emendare, rende grave l’assenza di una strategia di contenimento del disavanzo e di perseguimento di una situazione di equilibrio. Al contrario la gestione della consiliatura dal 2015 al 2020 ha manifestato grave noncuranza dei princìpi a presidio di una sana gestione, invece di procedere nella direzione di un contenimento e riduzione delle criticità. Evidente che quel principio di prudenza  non ha avuto alcun riscontro nell’azione degli amministratori di Guardiagrele”. Si parla, inoltre, “di norme gravemente disattese, assenza di cautela, anche minima, da evitare o ridurre gli effetti disastrosi poi verificatisi”.

Inoltre, con riferimento alle analisi delle entrate dal 2015- 2019 “risultavano accertamenti relativi a entrate non coerenti con l’andamento delle riscossioni effettive riferibili alla carente riscossione delle entrate”.





“Emerge che né il sindaco e nemmeno l’assessore al ramo”, dice il pm “abbiano avvertita l’esigenza di verificare la gestione delle entrate da  parte degli agenti incaricati della riscossione parificandone le risultanze previa verifica della corrispondenza dell’azione agli obblighi a questi ultimi incombenti”.

“In merito, il formarsi del grave scompenso finanziario è da addebitarsi all’assessore al bilancio Marilena Primavera. E’ da ritenersi che l’operato abbia realizzato una conduzione non trasparente e illegittimamente derogatoria delle norme che regolano la contabilità dell’ente: conduzione che ha offerto il più incidente contributo causale alla formazione dello scompenso tale da realizzare le condizioni per la dichiarazione del dissesto”

“Per quello che  concerne il sindaco è emersa con evidenza anche la mancanza di diligenza nella guida dell’ente: egli non poteva ignorare gli aspetti finanziari non sanati  negli anni che hanno portato al dissesto”.

Il pm, inoltre, dice che deve essere escluso dal novero dei convenuti solo il consigliere comunale Franco Francomano per difetto di nesso di causalità.

“L’elemento psicologico sottostante alle condotte degli amministratori comunali di Guardiagrele qui preso in esame risulta connotato di colpa grave. Nessuno degli attori può dirsi estraneo agli obblighi di comprensione dei meccanismi di gestione finanziaria dell’ente, di consapevolezza delle implicazioni che l’uso delle risorse determina sui conti, di ingerenza nell’attività degli uffici nella costante pretesa di una pedissequa  adesione dell’azione amministrativa all’ indirizzo dettato in sede politica”.

Va precisato che poi il dissesto della precedente amministrazione fu poi dichiarato da quella tuttora in carica.

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