Operazione “Speranza” dei Carabinieri di Bergamo e Teramo

11 Giugno 2007 00:00

- Cronaca

Nove persone, otto albanesi e un romeno, di età compresa tra i 21 e i 34 anni, sono stati arrestati, per acquisto ed alienazione di schiavi in concorso, riduzione e mantenimento in schiavitù, violenza sessuale di gruppo, reclutamento, favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione, e anche traffico di droga. Accuse pesantissime. E’ il raccolto della brillante Operazione “Speranza” condotta dai carabinieri di Treviglio (Bergamo). Il capo della banda si era trasferito in provincia di Teramo da oltre un anno e con lui aveva portato anche delle giovani ragazze, tutte straniere, che fino a qualche giorno fa lavoravano sulla strada.





“La banda operava in tutta Italia – spiega il capitano Massimo Pani del Comando provinciale di Bergamo che ha seguito l’intera operazione – ma il capo si era trasferito in provincia di Teramo già da oltre un anno”. I carabinieri non forniscono ulteriori dati sulla residenza esatta dell’uomo “perché l’indagine non è ancora conclusa – rivela il cap. Pani – e nelle prossime settimane ci saranno ulteriori controlli”. Il capo, inoltre, secondo i carabinieri, era ritenuto un soggetto altamente pericoloso. “Su di lui pendeva anche una condanna a dieci anni di carcere sempre per reati collegati allo sfruttamento della prostituzione”. L’uomo, infatti, “aveva rapito nel 2000 una bambina di 16 anni, portata prima in Norvegia e poi in Italia e costretta a prostituirsi”.

L’attuale operazione, denominata “Speranza” ha di fatto decapitato una vera e propria associazione a delinquere che adesso dovrà rispondere di reclutamento, favoreggiamento, sfruttamento aggravato della prostituzione. Cinque degli arrestati sono accusati anche di violenza sessuale di gruppo e riduzione in schiavitù. L’operazione è iniziata in seguito alle rivelazioni di una ragazza che era stata reclutata nell’ottobre 2006 in Romania con la promessa di un lavoro come collaboratrice domestica, e costretta invece a prostituirsi nella Bergamasca.





In Italia la ragazza è stata più volte venduta da un gruppo criminale all’altro. A dirigere l’operazione, la direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha frantumato due diverse bande, fortemente radicate tra le province di Bergamo, Milano e Teramo. Gli arrestati sono otto albanesi (due dei quali con permessi di soggiorno greci rubati) e una donna rumena. Tra loro anche un pericoloso ricercato internazionale, già condannato a 10 anni di reclusione in Albania, per aver violentato una ragazza minorenne ed averla costretta a prostituirsi in Italia ed in Norvegia.

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