AUTONOMIA DIFFERENZIATA OGGI ALLA CAMERA, “GHIGLIOTTINA” IN COMMISSIONE, E’ POLEMICA

29 Aprile 2024 08:50

Regione - Politica

L’AQUILA – Arriva oggi alla Camera la controversa riforma dell’autonomia differenziata,  dopo che la commissione Affari costituzionali di Montecitorio, presieduta dal deputato abruzzese Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia, ha concluso l’esame del provvedimento, grazie ad una intesa tra lega e Fratelli d’Italia,  che prevede di procedere al via libera anche al premierato. Proteste dalle opposizioni, che vedono nell’autonomia differenziata il rischio di spaccare il paese e una secessione delle regioni ricche e con più capacità fiscale.

Proteste poi perché in commissione è stata applicata la “ghigliottina” essendo stati votati sono 80 emendamenti sui 2.200 presentati.

Esulta il ministro Roberto Calderoli della Lega, promotore della riforma: “i lavori in commissione sull’autonomia si sono ufficialmente conclusi. Ringrazio sentitamente il presidente Pagano, tutti i funzionari della I commissione e tutto il personale alla Camera, operativi anche il sabato pomeriggio per i lavori sulla riforma”





Il disegno di legge di iniziativa governativa consente alle regioni che ne fanno richiesta di gestire in proprio, trattenendo quota parte delle entrate fiscali, prima versate nella “cassa comune” dello Stato centrale, 23 materie, come la tutela della salute, istruzione, sport, ambiente, energia, trasporti, cultura, e commercio estero.

La concessione di una o più “forme di autonomia” è subordinata però alla determinazione dei Lep, ovvero i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.

Il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà Autonomia.

Il Governo entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Sato e Regioni, una volta avviata, avranno tempo 5 mesi per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Oppure potranno terminare prima con un preavviso di almeno 12 mesi.





“Si conclude l’iter in commissione Affari costituzionali sull’Autonomia, che approderà in aula alla Camera il 29 aprile. L’ultimo passo dopo anni di attesa. Finalmente ci siamo. Per il Paese si tratta di una grandissima opportunità di crescita. L’assurdo ostruzionismo della sinistra è stato sconfitto, promessa mantenuta,  hanno detto i deputati della Lega in commissione Affari costituzionali Igor Iezzi, Simona Bordonali, Laura Ravetto, Alberto Stefani ed Edoardo Ziello.

Protestano le opposizioni e afferma la capogruppo del Pd in commissione Affari istituzionali della Camera, Simona Bonafè: “Quanto accaduto in commissione affari costituzionali sul ddl autonomia è un grave precedente che avrà ripercussioni per tutta la Legislatura. Il presidente Pagano ha piegato il regolamento ai voleri del Governo e ha imposto a tutti gli effetti una dittatura della maggioranza. Tempi strozzati e voti irrisori, votati poco più del 2% degli emendamenti, nonostante il parlamento stesse esaminando un provvedimento molto complesso che stravolge l’assetto istituzionale dello stato e genera forti disparità di trattamento tra i cittadini. Altro che mandato al relatore, con il voto di oggi hanno mandato a quel paese l’unità d’Italia”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo M5S Alfonso Colucci: “La maggioranza ci ha sbattuto la porta in faccia, ha chiuso al dialogo e ha deciso di andare avanti con il mandato al relatore. Si tratta di una brutta pagina per le nostre istituzioni, ma purtroppo in linea con quanto avvenuto nelle ultime settimane e con un’idea evidentemente fallace della democrazia. Siamo davanti a un provvedimento che è in grado di cambiare il Paese nelle sue fondamenta. Eppure non è stato possibile dibatterlo e tutto si è dovuto consumare in appena due settimane. La verità è che la maggioranza del governo Meloni non vuole discutere di questo provvedimento perché non ha gli argomenti per farlo”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: