GESTIVANO IMPORTAZIONE DROGA DA ALBANIA, IN MANETTE 20 COMMERCIANTI COSTA CHIETINA

30 Novembre 2018 11:59

Chieti - Cronaca

CHIETI – Risiedevano sulla costa abruzzese, fra Vasto e San Salvo (Chieti), dove avevano bar ed esercizi commerciali, ma in realtà gestivano l'importazione dall'Albania, e da altri paesi dell'Est, di grosse quantità di cocaina, eroina e hashish.

Droga che poi, attraverso una serie di referenti, veniva distribuita in Abruzzo e in altre regioni italiane, i principali esponenti della banda di albanesi sgominata da carabinieri e finanzieri dei Comandi provinciali di Chieti.

Venti gli ordini di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip presso il Tribunale dell'Aquila, su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia ed eseguiti dagli uomini delle forze dell'ordine dall'alba di oggi nelle province di Chieti, Genova, Campobasso e Foggia.

L'operazione arriva al termine di un'indagine durata oltre un anno e che aveva già portato all'arresto di 13 persone e al sequestro di 12 chilogrammi di stupefacenti.





Sono quattro albanesi, per due dei quali si sta preparando il mandato di arresto di arresto europeo, uno detenuto nel suo paese ,un altro irreperibile, e un macedone che si trova in Germania, le cinque persone che ancora mancano all'appello nel blitz che all'alba di oggi ha portato all'arresto 15 persone, per gran parte albanesi.

Cinque gli italiani arrestati: si tratta di Matteo Colapietra, 58 anni di Campomarino, Berardino D'Onofrio,31anni, originario di Foggia e residente a Vasto, Raffaele Iacovone, 51anni di Castiglione Messer Marino, Franco Nardino, 55 anni di San Severo e Alessandro Ronzullo, 35anni, originario di San Ferdinando di Puglia e residente a San Salvo.

Le accuse nei confronti di persone indagate sono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e detenzione e porto illegale di armi.

Nel corso dell'operazione vengono eseguiti anche 37 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti indagati.

“Non stiamo parlando di piccoli spacciatori, ma di un'organizzazione strutturata che aveva base organizzativa e logistica nel Vastese dove sono stati perquisiti esercizi e attività commerciali, a dimostrazione che c'erano attività di copertura per la gestione del traffico di stupefacenti”.





Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, colonnello Florimondo Forleo parlando dell'operazione “Evelin”.

“Parliamo di una vera organizzazione strutturata che a breve avrebbe assunto le caratteristiche di un'associazione mafiosa, in funzione dei metodi che stavano iniziando a utilizzare, propri di un'associazione mafiosa”.

“Grazie alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri si è stroncata sul nascere quella che poteva diventare una organizzazione mafiosa autoctona – ha aggiunto Forleo – Avevano lavori irreprensibili, bar, concessionarie, depositi di materiale, utilizzati come copertura e forse anche per l'investimento degli introiti”.

“L'organizzazione che abbiamo smantellato era strutturata, usava metodi violenti e stava egemonizzando il territorio per prevenire la concorrenza di altre organizzazioni interessate al narcotraffico – ha detto il colonnello Serafino Fiore, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Chieti – Le indagini sono durate più di un anno e mezzo, sono state splendidamente coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell'Aquila e svolte in maniera assolutamente sinergica con i colleghi dell'Arma. Il bar Evelin è divenuto noto non solo per la sparatoria, ma anche perché era uno dei luoghi principali dove avveniva lo spaccio di stupefacenti”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: