ACQUA: E’ RIVOLTA CONTRO AUMENTO DECISO DA ATO PESCARA

13 Luglio 2007 00:00

- Cronaca




Pescara, 12 lug. – La decisione dell’Ato numero 4 di portare la tariffa dell’acqua a 1,03 euro nonostante il pronunciamento negativo del Tar, viene contestata da piu’ parti, e si annunciano nuove azioni legali. Maurizio Acerbo, consigliere comunale e deputato del Partito della Rifondazione comunista sottolinea che la votazione di ieri dell’Ato e’ stata “di dubbia legittimita’”. Il partito dell’acqua, come lo chiama Acerbo, ha avuto la meglio nonostante “nella votazione per quote fosse in posizione minoritaria. I comuni che rappresentano la stragrande maggioranza della popolazione – prosegue Acerbo – sono quindi stati messi in minoranza”. L’auspico del parlamentare abruzzese e’ che “sia promosso un nuovo ricorso al Tar per bocciare la deliberazione”. L’on. Carlo Costantini, dell’Italia dei Valori, mette in evidenza, invece, “le potenziali responsabilita’ che i sindaci assumono, anche sul piano personale, quando votano a favore dell’aumento delle tariffe e alimentano il sistema clientelare costruito dal “partito dell’acqua”, a danno dei consumatori. Eppure – sostiene Costantini – sono sempre piu’ numerosi i casi in cui proprio gli amministratori degli enti locali vengono chiamati a rispondere dinanzi alla Corte dei conti delle perdite e dei danni prodotti dalle societa’ pubbliche di cui sono azionisti”. Polemica anche l’associazione di consumatori Codici che parla di un atto “grave e lesivo per gli interessi dei cittadini, nonche’ illegittimo perche’ per deliberare le variazioni tariffarie occorre il voto dei rappresentanti dei Comuni che esprimono la maggioranza delle quote”. Codici ricorda che c’e’ un giudizio aperto presso il Tribunale Amministrativo di Pescara, promosso da alcuni sindaci e dall’associazione stessa, e pochi giorni fa Tar “ha accolto la sospensiva bloccando la precedente delibera di aumento”. Quest’associazione ha piu’ volte denunciato lo sperpero di denaro pubblico che si verifica in questo settore, anche rivolgendosi alla Procura e alla Corte dei Conti. Da un’altra associazione di consumatori, l’Adoc Abruzzo, arriva invece la contestazione circa il mancato coinvolgimento in questa vicenda, che interessa direttamente gli utenti. L’Adoc annuncia poi che appoggera’ “qualsiasi mozione o iniziativa per far si’ che venga annullata la delibera di ieri”, e valutera’ se ci sono i presupposti per adire le vie legali. Per l’associazione “e’ vergognoso che i consumatori debbano pagare i costi della politica”.





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