L’AQUILA – “Rapidità e severità” sul nuovo scandalo calcioscommesse che ha travolto il calcio italiano e a sorpresa ha coinvolto anche L’Aquila Calcio, con l’ex responsabile dell’area tecnica, Ercole Di Nicola, coinvolto come una delle pedine-chiave del giro di scommesse e partite truccate.
A chiedere la linea dura è nientemeno che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della finale di Coppa Italia tra Juve e Lazio cui ha assistito ieri a Roma.
Ma arrivano anche dichiarazioni di tenore simile dal presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, che si dice disgustato e pronto a mettere mano al mondo del pallone.
Parole che destano serie preoccupazioni nei tifosi dell'Aquila Calcio, che temono che il sodalizio rossoblù possa essere coinvolto, con penalizzazioni o peggio nel prossimo campionato, per via del comportamento del proprio ex dirigente, che secondo i pm ha comprato almeno quattro partite della sua squadra, truccando altrettante vittorie.
Di Nicola, intanto, oggi è stato interrogato nell'udienza di convalida dell'arresto, domani arriverà la decisione del gip con la difesa che ha chiesto la scarcerazione.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, l'ex responsabile dell'area tecnica dell'Aquila Calcio, Ercole Di Nicola, tra i 50 arrestati del nuovo scandalo calcioscommesse portato alla luce dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che lo considera una delle pedine-chiave.
Domani il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Venezia deciderà sulla convalida o meno.
Accanto a Di Nicola, arrestato a Venezia, c'era il suo legale, Libera D'Amelio, che ha chiesto la scarcerazione anche se il pubblico ministero si è opposto.
“Nonostante il mio cliente volesse spiegare e far capire che si tratta di un grosso fraintendimento – ha detto alla fine – io gli ho imposto di non parlare per esigenze difensive. Bisogna leggere le oltre mille pagine prima di individuare una strategia difensiva”.
Secondo quanto appreso, nel corso della deposizione Di Nicola ha avuto anche un cedimento emotivo. La legale è rimasta tutta la giornata con lui e resterà a Venenzia anche domani. All'esito della convalida, concorderanno la strategia.
“Pensavo e penso ai tanti italiani che seguono il calcio e chiedono che sia vissuto come uno sport, chiedono e si attendono che sia praticato con correttezza assoluta, in campo e sugli spalti – ha affermato Mattarella – È per rispetto a loro, oltre che naturalmente per rispetto della legge, che, riguardo a tutti questi comportamenti fraudolenti, di imbroglio, di inganni, occorre procedere con severità”.
Secondo il capo dello Stato, “il divario tra questi fenomeni che vengono denunciati e periodicamente affiorano e la passione con cui tanta gente segue il calcio fa indignare davvero e, quindi, per questo occorrono rapidità e severità”.
“Occorre far di tutto perché il calcio sia costantemente uno sport vissuto davvero in maniera autentica”, ha concluso Mattarella.
Quanto a Renzi, “ora basta con il fatto che personaggi di discutibile approccio governino il calcio a tutti i livelli”, è sbottato.
“Faccio un appello alla Federazione, alla Lega, al Coni, restituiamo il calcio alle famiglie”, ha detto in un’intervista a a Rtl 102.5, definendo lo scandalo sulla Lega Pro “imbarazzante” e definendosi “disgustato”.
“È arrivato il momento di cambiare totalmente il sistema – ha aggiunto quasi minacciando il premier – Mi piacerebbe fare questa cosa insieme, una volta passate le elezioni regionali chiederò a tutte le forze politiche di metterci insieme intorno a un tavolo”.
Secondo Renzi, “bisogna dare con chiarezza a certi personaggi del mondo del calcio un messaggio forte di stop. Il calcio è delle famiglie e non delle società di consulenza dei diritti tv”.
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