CORTE DEI CONTI: L’EX SINDACO DI MONTESILVANO DOVRA’ RISARCIRE

17 Luglio 2007 00:00

- Cronaca

L’Aquila, 16 lug. – Dovranno risarcire il Comune di Montesilvano della somma di quattromila euro ciascuno per un danno erariale derivante dall’affidamento di incarichi
professionali a due consulenti legati da rapporti di contiguita’ familiare con un ex amministratore. Si tratta dell’ex sindaco, Renzo Gallerati, e dell’ex assessore Emilio di Censo. Lo ha deciso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti dell’Abruzzo (relatore Marcovalerio Pozzato, pm Massimo Perin).





I fatti contestati all’ex sindaco e all’ex assessore risalgono al 2003 quando, con delibera di Giunta, il Comune affido’ incarichi professionali a due consulenti esterni (rispettivamente, al marito ed al convivente delle due figlie dell’ex assessore Di Censo).
La Procura regionale della Corte dei conti aveva rilevato “la sussistenza di profili di responsabilita’ amministrativo-contabile, consistenti nel pregiudizio finanziario conseguente ad un illegittimo affidamento di incarichi, in assenza di effettiva valutazione delle risorse interne e in violazione delle regole di trasparenza e concorsualita’ per l’accesso ai pubblici uffici”. La Procura aveva citato Gallerati e Di Censo a giudizio di responsabilita’ chiedendo la restituzione di circa 42 mila euro, vale a dire l’importo complessivamente percepito dai due consulenti.

Secondo la sezione giurisdizionale ai due consulenti vennero conferiti “senza selezione, incarichi professionali che per legge si sarebbero potuti attribuire solo a esperti di provata esperienza. viceversa, costoro, privi di particolari qualificazioni professionali, vennero incardinati nella struttura per svolgere normalissime mansioni impiegatizie, in nessun modo riconducibili alle attivita’ di staff o di collaborazione diretta con l’assessore”. I due consulenti vennero incardinati all’interno del settore urbanistica ma l’allora assessore Brocco (che deteneva la delega specifica) fece pervenire alla corte dei conti una nota con la quale asseriva che “non erano richieste le consulenze”.





Secondo le risultanze alle quali e’ pervenuta la sezione all’interno del Comune “esisteva un quadro di diffusa illegittimita’ nell’organizzazione dell’ente: l’assessore all’urbanistica (Brocco), risultava del tutto ignaro dell’avvenuta assunzione
dei due consulenti che assiduamente frequentavano il settore”. La sezione, tuttavia, ha ritenuto di dover applicare una riduzione dell’importo contestato, riducendolo a ottomila euro complessivi, rilevando che le prestazioni svolte dai due consulenti, “in qualita’ di impiegati”, furono comunque di una certa utilita’ al Comune.

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