AVEZZANO- L’Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila deve 600mila euro ai familiari di una mamma marsicana deceduta dieci giorni dopo un intervento chirurgico per lo sfilamento della vena safena. Lo riporta il Centro precisando che si trattava di una operazione ritenuta a basso rischio. La sentenza arriva dopo un accordo tra Asl, familiari e tribunale di Avezzano (L’Aquila). I giudici hanno riscontrato responsabilità dei sanitari che all’epoca hanno avuto in cura la donna di 58 anni. Il 21 agosto del 2021, così come ricostruito in aula durante il processo, la paziente venne sottoposta a un intervento chirurgico di tipo vascolare e in day surgery. Morì 10 giorni dopo.
Per i giudici «i sanitari del San Filippo e Nicola di Avezzano hanno dimesso la paziente senza prescrivere alcuna terapia post operatoria, in particolare una terapia antitrombotica a base di eparina, ciò nonostante la sussistenza di diverse problematiche rappresentate soprattutto dalla condizione di obesità della paziente e dal trattamento chemioterapico in corso, circostanze queste potenzialmente idonee ad aumentare il rischio di trombosi». Il tribunale, sempre secondo quanto riporta il Centro, ha stabilito un risarcimento di 150mila euro a ciascuno dei quattro familiari per un ammontare complessivo di 600mila euro per il danno da perdita parentale.
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