E’ stata partorita dal Ministero degli Interni, infatti, lo scorso 18 giugno, la bozza di decreto, a firma del capo della polizia De Gennaro, per l’istituzione del reparto di Senigallia e la soppressione del distaccamento di Taranto del reparto mobile di Bari.
La provincia di Ancona ha avuto la meglio sul capoluogo abruzzese che ormai deve restare a guardare e dipenderà dal nuovo reparto marchigiano. Se la scelta fosse ricaduta su Pescara la questura avrebbe potuto contare su un incremento di personale pari a 200 unità circa, con la possibilità di sopperire come organico ai vari servizi di ordine pubblico che riguardano la regione.
Che sia ormai tutto fatto? Pare proprio di sì. La bozza è stata inviata nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali di Polizia che entro il 2 luglio dovranno far pervenire al Ministero osservazioni e pareri. Il nuovo reparto, si legge nella bozza, provvederà ad implementare il dispositivo di sicurezza pubblica lungo la dorsale adriatica. La sede di Senigallia è parsa una posizione «ottimale».
Altri reparti mobili si trovano già a Roma, Padova, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Palermo, Reggio Calabria, Cagliari.
ano i soldi. Il sindaco di Pescara negli scorsi mesi aveva parlato dell’istituzione di quel reparto come «una evidente priorità per la città» e aveva incontrato rappresentanti del Governo e della Polizia per recuperare dei fondi e confidava ampiamente nell’interessamento della situazione anche dei parlamentari abruzzesi.
Forte il dispiacere anche di oltre duecento poliziotti abruzzesi che avevano intravisto in questa opportunità l’occasione per avvicinarsi a
casa: « uno speciale grazie a tutti i politici pescaresi di governo e di opposizione», dicono gli agenti con sarcasmo, «per aver negato una “casa” a 250 famiglie che avrebbero avuto la possibilità di rientrare a Pescara e stare vicino alle loro famiglie. Ma nessuno è stato capace di fornire uno stabile anche vecchio per l’apertura del reparto di polizia».
Fonte: PrimaDaNoi
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