Rubini e Scamarcio, iniziate a Teramo le riprese del film

23 Luglio 2007 00:00

- Cronaca

Il noto regista pugliese ha avviato in diverse location del teramano, le riprese del nuovo film “Colpo d’occhio”, che interesseranno alcune zone del centro storico di Teramo, un casolare nei pressi di Montorio al Vomano e la suggestiva piazzetta di Civitella del Tronto

TERAMO –





Sono cominciate in questi giorni, a Teramo, le riprese di “Colpo d’occhio“, il nuovo film di Sergio Rubini che vede tra i protagonisti anche Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini e Paola Barale.

Già negli scorsi mesi di marzo e maggio il regista pugliese aveva fatto dei sopralluoghi nel teramano per scegliere le ambientazioni adatte ad alcune scene del film, che si è girato, tra l’altro, anche a Roma, Torino e Berlino.

Le riprese sono così cominciate ieri a Valle San Giovanni, vicino Teramo, nei pressi di un lago, mentre il 21, 26, 27 e 28 luglio la troupe si sposterà in alcune zone della città, tra cui il corso Michetti, e in un casale privato a Montorio al Vomano. Tra le location anche Civitella del Tronto, la cui suggestiva piazzetta in questi giorni è stata appositamente preparata per le riprese che verranno eseguite il 23 e il 24 luglio. Sessanta sono le persone che compongono la troupe e che verranno ospitate in alberghi e ristoranti dela zona.





Il film è un thriller psicologico prodotto da Catleva e Rai Cinema e sarà nelle sale cinematografiche il prossimo anno. Racconta il difficile e conflittuale rapporto tra Lulli (Rubini), critico d’arte di successo, curatore di mostre e docente universitario, e Adrian Scala (Scamarcio), un giovane scultore di talento. Tra i due presto arriva una donna a portare scompiglio: Gloria (Vittoria Puccini), giovane intellettuale, da allieva e amante di Lulli, diventa la musa ispiratrice di Adrian.

«Il film – ha spiegato il regista – indaga sul conflitto, necessario e produttivo, che nasce tra chi crea arte e chi ne parla, e racconta l’abiezione morale che può consumarsi in ambienti ricchi e molto confortevoli dove ci si può perdere moralmente senza per questo smarrire l’aplomb e il comfort. Si può persino arrivare a uccidere magari dopo aver visitato una mostra e aver sostato di fronte a un capolavoro».

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