TERREMOTO L’AQUILA: “RETE SISMICA RIMASTA NEL CASSETTO”. DEL PINTO, “PREVENZIONE ANCORA ANNO ZERO”

di Azzurra Caldi

6 Aprile 2024 07:42

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – “Non si può dire stiamo tranquilli per trecento anni prendendo per verità assoluta il famigerato tempo di ritorno, la statistica non ci garantisce nessun periodo di tranquillità. Purtroppo gli amministratori, generalmente non competenti in materia, rischiano di prendere per oro colato modelli statistici che, per propria natura, non sono dogmi, senza investire concretamente nella prevenzione. Cinque anni fa ho progettato una rete sismica che per tutto questo tempo è rimasta in un cassetto degli Enti Locali. Siamo ancora all’anno zero”.

Nelle parole di Christian Del Pinto, geofisico sismologo, da sempre impegnato sul tema di prevenzione, si rintraccia la delusione rispetto alla mancata creazione di un sistema di monitoraggio sismico regionale più capillare e, a 15 anni dal terremoto che il 6 aprile del 2009 costò la vita a 309 persone cambiando per sempre L’Aquila, torna a lanciare lo stesso appello, a quanto pare rimasto inascoltato per anni.





“Sono stati anni di totale inattività per la realizzazione di un progetto che mi era stato chiesto, qualcosa che ho avvertito come una missione e un dovere per il mio territorio e che vorrei avesse lo stesso peso anche per gli amministratori locali che spesso sottovalutano un aspetto che, seppur ribadito miliardi di volte, forse non è ancora del tutto chiaro: i terremoti non si possono prevedere, così come non è possibile prevederne nel dettaglio gli effetti”, sottolinea Del Pinto che nel 2007 ha dato vita, in qualità di responsabile scientifico del Centro Funzionale Regionale, alla Rete di Monitoraggio Sismico del Molise, regione che ha vissuto la tragedia del terremoto di San Giuliano, che è riuscita così a quadruplicare la conoscenza sismica del proprio territorio.

“Ci sono dei problemi di fondo nell’affrontare il discorso complesso della prevenzione – spiega Del Pinto – I geologi vedono solo una parte del problema, così come una parte la vedono gli ingegneri, un’altra ancora i sismologi. La prevenzione nasce da un team che lavori in sinergia in cui una parte predominante ce l’hanno gli amministratori del territorio che, anche se generalmente non sono dei tecnici, sono gli unici che hanno la possibilità di operare concretamente sul territorio per apportare delle migliorie oggettive”.





“In questo senso, non possiamo fidarci dei soli modelli statistici perché non rappresentano la realtà e non riescono a scattare una fotografia in tempo reale a processi naturali che non possono essere previsti. La statistica può aiutarci a farci comprendere meglio la pericolosità in un determinato territorio, poi basta. L’unica cosa che possiamo fare è investire sulla prevenzione partendo da un monitoraggio continuo e il più possibile capillare. Questo è un discorso trasversale, riferito sia agli amministratori di destra che di sinistra. Oggi siamo ancora qui a parlare delle stesse cose, francamente è una situazione poco edificante”.

“Ben vengano le fiaccolate, le commemorazioni, i fiori al cimitero in ricordo dei nostri cari (io stesso 15 anni fa ho perso 6 amici) ma se non riusciamo ad imparare dagli errori del passato, se non corriamo ai ripari facendo davvero prevenzione, in maniera cosciente e coinvolgendo le persone giuste, non avremo mai seriamente onorato la memoria delle vittime del 6 aprile e non saremo in grado di offrire un futuro all’altezza delle aspettative delle nuove generazioni”, chiosa Del Pinto.

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