INTERVISTA ALL'EX SINDACO DELL'AQUILA NEL NONO ANNIVERSARIO DEL SISMA DEL 2009, ''CON ME ERA VIVA, OGGI SI STANNO RIASSESTANDO DEI POTERI?''

6 APRILE: LA PRIMA VOLTA DI CIALENTE SENZA FASCIA TRICOLORE, ”LA CITTA’ SI E’ FERMATA”

di Roberto Santilli

5 Aprile 2018 06:40

L'Aquila -

L’AQUILA – “L'Aquila si è fermata con l'ingresso dell'amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Pierluigi Biondi. Non capisco, nessuno dice niente. Forse si stanno riassestando dei poteri?”.

Tra commozione e domande polemiche, Massimo Cialente sta vivendo i giorni verso l'anniversario del sisma del 6 aprile 2009, il nono, senza la fascia tricolore.

Per la prima volta, dopo due mandati col centrosinitra, dieci anni in tutto, scanditi soprattutto dai rumori del dramma di un terremoto che ha ucciso 309 persone.

“Provo commozione, dolore, rabbia – ammette ad AbruzzoWeb l'ex sindaco del capoluogo d'Abruzzo – Il ricordo delle vittime è uguale, anche per certi versi è più struggente di prima”.





“Ma io sono preoccupato per la situazione della mia città – continua Cialente – E mi rendo conto che, mentre negli altri anniversari c’era la sensazione di resilienza, nonostante tutto, oggi è tutto fermo. L'Aquila è ferma. La ricostruzione pubblica è ferma. Il progetto di città è fermo, il piano regolatore idem, poi i ritardi per la seggiovia delle Fontari, la situazione del cimitero, l’aver bloccato il bando dei Progetti C.a.s.e. Colpendo tante famiglie aquilane, tra cui gente che dorme nei retrobottega”.

“Forse – dice quindi l'ex sindaco – è anche colpa mia, perché mi ero caricato, ammortizzandola, una grossa parte dei problemi dell'Aquila. Risolvendone tantissimi. E oggi vedo Biondi camminare nel cimitero senza chiudere la vicenda di San Giuseppe dei minimi che io avevo risolto. Perché?”.

Cialente lamenta poi “una mancanza di consapevolezza rispetto a questioni come Gran Sasso Science Institute, Accord Phoenix, Dompè, capitoli di successo del post-sisma che però hanno avuto la politica dietro. Ecco, in questo momento io non vedo politica, ma non è un problema del singolo, cioè di Biondi. È un problema di classe dirigente che ha bloccato una città che si era rimessa in moto”.

“Forse – la provocazione di Cialente – si stanno riassestando dei poteri?”.





“La città, intanto, si è seduta – incalza quindi –  Mentre nella mia esperienza ho avuto un’attenzione forte da parte di tutti i cittadini, tutti rivoluzionari, mi giravo e vedevo una città in ebollizione, che chiedeva, che voleva fare, ricostruire. Guardiamo ad esempio alla cura del verde e al taglio dell'erba nei Progetti C.a.s.e., io ho fatto lavorare cento persone con le cooperative sociali. Qui invece è tutto fermo da un anno. E di quelle cento persone ne sono rimaste 12, vuol dire che 88 non stanno lavorando”.

Sulla vicenda della resitutuzione delle tasse sospese per il terremoto, oggi nell'agenda politica per le drammatiche conseguenze che le somme pretese dalla Commissione europea avrebbero sulle aziende coinvolte e sull'economia del territorio, Cialente non ha dubbi: “Un problema drammatico, ma la colpa non è dell'Europa, bensì del governo Berlusconi che non ha rispettato le regole europee”.

Infine, dà una stoccata al neo deputato aquilano della Lega Luigi D'Eramo che al Comune dell'Aquila ha l'assessorato all'Urbanistica.

“Come fa a fare entrambe le cose? Se fai il deputato non puoi fare l'assessore, è impossibile conciliare i due ruoli. Io lo so bene, perché quando cadde il governo Prodi, mi stavo dimettendo dalla Camera”, conclude. 

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