L’AQUILA: CENTROSINISTRA, “OLTRE 37 MLN PER EVENTI, BASTA BANCOMAT, ORA PIANO STRATEGICO VERSO 2026”

8 Maggio 2024 16:02

L'Aquila - Cultura, Politica

L’AQUILA – “Oltre 37 milioni per gli eventi culturali dal 2017 al 2023. Il 2026 sarà un anno importante, L’Aquila Capitale della Cultura è una grande gioia, ma anche un grande impegno. Abbiamo chiesto come opposizioni  fin dal mese di marzo di avere un confronto in Terza Commissione per capire cosa si intenda fare e per dare il nostro contributo. Non vogliamo un altro effetto boomerang come l’anno della Misericordia concesso miracolosamente da Papa Francesco e non valorizzato per nulla. E non vogliamo che i fondi importanti, che arriveranno ancora, vengano utilizzati senza una strategia. Dobbiamo guardare al futuro, alle giovani generazioni e bisogna far rimanere qualcosa sul territorio”.

Ha esordito così Stefania Pezzopane, consigliera comunale del Pd, nella conferenza stampa promossa dal centrosinistra sui fondi spesi a L’Aquila dal 2017 al 2023. Presenti alla conferenza anche gli altri consiglieri di opposizione, Alessandro Tomassoni, Enrico Verini, Paolo Romano, Lorenzo Rotellini, Gianni Padovani.

“La commissione per un confronto sulla capitale della Cultura finalmente è stata convocata dal presidente Frullo per il 21 maggio – ha detto ancora Pezzopane – Lì ci confronteremo e faremo le nostre proposte per un vero e profondo coinvolgimento del territorio. La città deve avere un suo progetto strategico, internazionale, per un forte posizionamento della città nel sistema culturale. La cultura spesso viene usata come spazio di propaganda personale con uso smodato di risorse, piuttosto che per una crescita culturale complessiva, la povertà educativa cresce mentre aumentano i fondi spesi per gli spettacoli. Il GSSI ed il MAXXI a L’Aquila furono voluti, decisi e finanziati dal centrosinistra e  rientravano in un preciso disegno di rilancio culturale della città con una missione  nuova e gli effetti positivi li misuriamo tutti i giorni con  continuità negli anni”.

“Ma dal 2017 – ha aggiunto – vediamo una rincorsa ai meri eventi, sempre più dispendiosi, in cui lievitano enormemente le spese per mega palchi e logistiche complesse come la struttura per ‘I cantieri dell’immaginario’ in montaggio ora per luglio con costi significativi.  Sono stati impegnati dal 2017 al 2023 cifre enormi.  Ben € 37.806.463, di cui € 24.627.725 sono contributi finanziati dallo Stato grazie alle leggi fatte dal centrosinistra, con Restart e poi con il Fondo Complementare Sisma. Cifre che nessuna città in Italia ha a disposizione e che il centrosinistra aveva indirizzato alla ricostruzione culturale sociale ed economica ed al superamento delle diseguaglianze. Ma queste missioni non ci sembrano essere state centrate, tanti soldi ma a chi si è a chi no, con interi territori abbandonati. L’Aquila merita un progetto strategico che vada oltre il 2026, tante risorse non possono essere spese in maniera estemporanea, quando poi i teatri, il cinema e le altre strutture culturali stanno al palo”.





Il consigliere Alessandro Tomassoni (Il Passo Possibile)  ha aggiunto: “La cultura  è identità della nostra città, vantando una tradizione importantissima in ambito teatrale e musicale, lo dovrà essere a maggior ragione con l’opportunità del 2026, da non sciupare per darle ulteriore lustro, con eventi, ma anche col recupero dei tanti edifici di pregio architettonico, così contribuendo ad una definitiva accelerazione di ricostruzione del nostro tessuto sociale e con un indotto importante indotto che avrà sicuramente un effetto positivo su tutta l’area aquilana e non solo.  Dobbiamo farci trovare pronti per rendere al meglio e dare un’opportunità a tutti, magari privilegiando le nostre realtà locali e tenendo conto delle molteplici tipicità degli operatori in questo ambito: gli Enti Fus, le Istituzioni storiche, che lavorano sul territorio nella cultura da almeno 20 anni, ma anche le nuove Associazioni culturali costituite da almeno 5 anni, i Cori amatoriali, le Bande, e tutte quelle che avrebbero motivo di essere poste al centro delle proposte, non beneficiando molte dei fondi ministeriali; nessuna realtà dovrà essere lasciata indietro, particolare attenzione dovrà rivolgersi, perché no, alle Associazioni a componente giovanile”.

“Sulle infrastrutture, va bene aver trovato i 5 milioni di euro finanziati dal Fondo Coesione del MIC per i ‘grandi progetti’ (necessari dopo non aver intercettato colpevolmente i fondi PNRR ad hoc per il recupero dei luoghi della cultura), ma per ultimare il Teatro quando si potrà procedere davvero all’affidamento dei lavori ? Il Comune diventerà la nuova stazione appaltante al posto del Segretariato generale, come annunciato dal Sindaco Biondi? Di sicuro non in tempo per il 2026, ed avremo un deficit di luoghi della cultura nella Capitale della Cultura abbastanza preoccupante se non si riuscirà a cambiare rotta e incidere in questo poco tempo che rimane al 2026. Il teatro San Filippo, pronto dal 2017, quando riaprirà? L’impasse dipende dall’effettiva titolarità del bene, che non si sa ancora se è detenuto ancora dal  Fondo per gli Edifici di Culto (Fec), che è un’ articolazione del Ministero dell’Interno, o se si è definito il passaggio della definitiva titolarità del bene al Comune?”.

Il consigliere Enrico Verini (Azione) ha inoltre aggiunto: “Invito il sindaco e tutta la città ad essere ambiziosi. L’opportunità della capitale della cultura deve essere gestita con ambizione, aprendo a tutti coloro che possono dare un apporto di qualità: parlo di singoli cittadini di cultura, di associazioni, di imprenditori illuminati, di chiunque possa apportare la propria esperienza. E dobbiamo essere generosi: questo campo non deve essere di scontro politico, dobbiamo collaborare e chiedo al Sindaco di aprirsi anche a noi consiglieri di minoranza. Noi sappiamo che questa è l’ultima chiamata per riportare l’Aquila alla sua tradizione che abbiamo perso dopo il terremoto. Se rivogliamo la città vivace culturalmente che eravamo, abbiamo questa unica e ultima possibilità. Se la manchiamo, non ne avremo altre”.

Il consigliere Paolo Romano, sulla stessa lunghezza d’onda, ha detto:  “Nonostante la spesa di ben 37 mln di euro quello che continua a non emergere è la visione e la pianificazione della cultura in città. Anzi, gli obiettivi sociali che pure erano alla base dei fondi cospicui legati al Restart non solo non sono stati raggiunti ma si fa di tutto per nasconderli anche al dibattito pubblico: ‘sostenibilità nel lungo periodo’, ‘positive ricadute occupazionali dirette indirette’, ‘sviluppo imprenditoriale delle molteplici attività creative già presenti nel sistema urbano’ erano e restano parole vuote. In questa città la cultura viene usata più per le campagne social di rafforzamento dell’immagine nazionale del primo cittadino che per accompagnare uno sviluppo strutturale del sistema economico-sociale del nostro tessuto urbano”.





Anche il consigliere Lorenzo Rotellini ha sottolineato la questione utilizzo dei fondi: “Il nostro obiettivo deve essere quello di sviluppare in città un’idea di cultura accessibile e partecipata che possa servire a ridurre la povertà educativa del nostro territorio. I 37 milioni spesi dal 2017 ad oggi, spesso dati a pioggia alle associazioni, non “fanno” cultura, non lasciano nulla per il futuro, basta concentrarsi nella spasmodica comunicazione di quanto si è bravi, c’è bisogno di rimboccarsi le maniche per terminare la ricostruzione di tutti i luoghi della cultura, che non vedono la luce dal 2009 e far si che L’Aquila Capitale della Cultura 2026 non sia un mero eventificio a scopo elettorale.”

Il consigliere Gianni Padovani (L’Aquila 99) ha aggiunto: “Il problema è sempre lo stesso: anche in tema cultura manca ogni e qualsiasi programmazione, difetta un piano, non si percepisce uno scopo, e le ingenti risorse disponibili per la promozione culturale (dal 2017 ad oggi e per il futuro più di 37 milioni di euro!) non sono state investite secondo una logica di piano, sulla base di obiettivi realistici e rilevanti per il futuro sviluppo della Città. Anche nel settore cultura, l’attuale Amministrazione appare allergica al concetto basilare di programmazione delle risorse, e si procede secondo la comoda e discrezionale logica del day-by-day, con la spesa a pioggia, disperdendo i denari in mille rivoli o seguendo finalità semplicemente incomprensibili, come nel caso delle spese abnormi per i palchi dedicati alla Perdonanza che costano più del doppio dei costi di tutti i palchi noleggiati per il Festival Internazionale di Spoleto. Ed invece dopo 15 anni non abbiamo ancora un cinema né ha riaperto il teatro: è questo il termometro della qualità della cultura in Città”.

“L’Amministrazione deve quindi scoprire il valore della programmazione. Occorre che il blasone di Capitale della Cultura sia un punto di partenza, occorre condivisione con l’associazionismo e gli operatori locali, con un fiorire di reali ricadute nel lungo periodo sul territorio. Non si può continuare ad utilizzare ingenti risorse senza un Piano strategico, senza le infrastrutture necessarie, senza il coinvolgimento dei corpi intermedi. Non sprechiamo una grande opportunità come fatto con lo Sport: al titolo di Città Europea non è seguito nulla di permanente, duraturo, strutturale. All’Aquila siamo stati città europea dello sport, ma senza impianti, evitiamo ora di essere capitale della cultura, ma senza Cultura, senza guardare al futuro e senza una programmazione, vivendo alla giornata”.

Il consigliere Stefano Albano (Partito Democratico) assente per problemi di salute, ha però voluto partecipare con un suo contributo: “Una somma spropositata, che in questi anni avrebbe dovuto costruire le condizioni per fare della cultura nella nostra città una vera e propria industria, capace di dare impulso all’economia locale e creare posti di lavoro. Si è invece preferito trasformare tali risorse nel bancomat elettorale dell’amministrazione, ma quando saranno finite, in assenza di investimenti strutturali, rischieremo di assistere a un terribile indebolimento del sistema culturale aquilano”.

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