TURISMO, DIFFIDA ALLA REGIONE ABRUZZO ”HA COPIATO IL PROGETTO PENNADOMO IK0”

di Marco Signori

9 Marzo 2018 07:00

Regione - Cronaca

PENNADOMO – Lo aveva annunciato e lo ha fatto. L'economista di origini abruzzesi Barbara Ciarrapico ha diffidato la Regione Abruzzo per il presunto plagio del suo progetto Pennadomo IK0, un prototipo di modello turistico considerato vincente dal Governo Renzi, che lo aveva inserito nel Masterplan, con una dotazione finanziaria persino maggiore di quella richiesta. Un'azione legale che potrebbe sfociare in una vera e propria controversia in tribunale.

“La Regione Abruzzo si è avvalsa proficuamente dei format del modello IK0, per elaborare i propri principali progetti e programmi di rilancio economico e turistico regionali finanziati con risorse provenienti da terzi, così disattendendo perfino l'invito della nostra cliente alla riservatezza e il divieto da lei opposto di divulgazione e/o condivisione”, scrivono gli avvocati Pier Paolo Davalli, Emanuele Montelione e Sergio Gherardelli.

“Dai documenti che abbiamo potuto esaminare – spiegano ancora – emerge indiscutibilmente che la Regione Abruzzo abbia fatto indebitamente proprio il modello IK0 nell'elaborare il Po-Fse 2014/2020, il Por-Fesr 2014/2020, il progetto Ascarè, il programma Garanzia Over, la Carta di Pescara, il progetto Abruzzo Open Day, il progetto Agorà Abruzzo spazio incluso, l'Addendum al Masterplan Abruzzo, il modello di coprogettazione e innovazione sociale del Piano sociale 2016/2018, il documento strategico S3 Strategia Specializzazione Intelligente, il modello comunità generative all'opera previsto dal cosiddetto Accordo di partenariato 2014/2020, così come per la predisposizione di ulteriori misure di intervento per favorire la stabilità dell'occupazione e la sostenibilità delle imprese”.

La Ciarrapico, dopo trent'anni passati in giro per il mondo aveva scelto Pennadomo, splendido borgo in provincia di Chieti, per implementare in via sperimentale il modello economico e sociale coniato in Medio Oriente. Ma dopo una serie di garanzie che dice di aver ricevuto dalle istituzioni, sostenute da un corposo carteggio che AbruzzoWeb ha potuto visionare, il progetto è entrato e subito dopo uscito dal Masterplan.

Si parla di 12 milioni di euro che la responsabile Masterplan di Palazzo Chigi, Bianca Maria Scalet, avrebbe garantito alla Ciarrapico, 4 in più di quelli previsti nelle 400 pagine di businessplan del progetto. Analoghe garanzie, la Ciarrapico dice di averle ricevute dall'allora collaboratrice del presidente Luciano D'Alfonso, Sabrina Saccomandi, e dall'allora direttore generale della Regione, Cristina Gerardis.





“Ho lavorato con i più grandi tour operator del mondo – racconta la Ciarrapico – a 50 anni volevo restiture quel che la vita mi ha dato. Gli americani lo chiamano giving back”.

IK0, impatto a chilometro zero, è un modello innovativo di turismo sostenibile, strategico e integrato, che si stima avrebbe anche prodotto un ripopolamento del 30 per cento. La differenza la fa la popolazione locale. Come spiega la stessa Ciarrapico, che definisce un genio Daniele Kihlgren, “la differenza sostanziale con il modello Santo Stefano di Sessanio, però, sta nel valore aggiunto dato da Maria, Peppino e Giovanni”.

“È l'esperienza autentica a costituire il valore aggiunto, il borgo diventa solo la cornice”, aggiunge. E d'altra parte, di paesi bellissimi l'Italia è piena. Si offre dunque “una destinazione all inclusive, con dei voucher che consentono di mangiare ovunque, diventa una unica destinazione, completamente gestita dalla popolazione locale che dopo i primi 5 anni di formazione attraverso alte professionalità del settore, ricompra le strutture”.

LA STORIA

Tutto parte dieci anni fa. “Vivevo e lavoravo in piccoli villaggi di montagna del Medio Oriente, quando ho iniziato a riflettere sull'opportunità di creare un turismo che producesse una vera e propria economia rivitalizzando e proteggendo l'esistente, dando però la possibilità al turista di destinazioni che rispondano alle loro esigenze, costruendo pacchetti, sinergie”, spiega.

Quindi, la creazione di “un modello implementabile ovunque per i piccoli borghi” e il ritorno a Roma.

“Ho girato per due mesi il Centro Italia – racconta – volevo che il borgo fosse vicino Roma, l'Abruzzo è la penultima regione visitata perché non esiste turismo, c'è solo un flusso di persone che comprano casa a prezzi stracciati che penalizza enormemente lo sviluppo turistico. Sono in gran parte inglesi, che spesso affittano poi a loro connazionali, quindi i soldi passano da un contro britannico ad un altro, gli italiani manco li vedono”.





Il coordinamento architettonico del progetto, che coinvolge anche Civitaluparella e la frazione Sant'Antonio di Bomba, è affidato a Lelio Oriano Di Zio, guru della conservazione, del restauro e della ridestinazione del patrimonio edilizio. Lo stesso a cui si deve il recupero di gran parte di Santo Stefano di Sessanio.

“Nel 2013 incontro il sindaco Antonietta Passalacqua – racconta la Ciarrapico – Le spiego come funzionerà e di non parlarne al momento con nessuno. È entusiasta. Le dico che sarà necessario lavorare insieme. Ci mettiamo subito al lavoro: sopralluoghi, valorizzazione creativa, coinvolgimento della popolazione etc. Ad aprile 2014 pubblico lo studio di prefattibilità sul sito web IK0 Turismo Strategico e mi metto alla ricerca di finanziamenti. Una vera e propria odissea. Non esistono finanziamenti per progetti sostenibili e integrati. I bandi non sono coordinati, né pianificati strategicamente”.

“Ho 7 incontri in Invitalia, 3 al Mibact, 3 al Mise, da un ministero all’altro, da un ufficio all’altro, scrivo e ho numerose telefonate con la Commissione Europea. Nel frattempo – continua la Ciarrapico – la Regione Abruzzo viene a sapere del progetto. Dopo una serie di incontri, la Regione mi scrive che pur ritenendo il progetto meritevole, non ci sono finanziamenti. Nel 2015 andiamo a Milano a promuovere il progetto a Expo. Lì incontro il vice presidente Giovanni Lolli che gestisce i fondi per la formazione. Gli chiedo se non possa darci una mano. Risponde 'ma cosa volete fare voi. È pieno di imprenditori con soldi disposti a comprarsi borghi interi'. No comment!”.

“Ad agosto 2015 – aggiunge – riesco finalmente ad avere un incontro con il presidente Luciano D’Alfonso. È entusiasta e mi dice di voler assolutamente finanziare il progetto. Da quel momento, farà mille promesse, tutte disattese. Mi fa sapere che sono in arrivo 3 milioni, poi cambia idea e finiscono a una pista ciclabile. Poi 700 mila euro, che poi non ci sono più”.

“Ad ottobre 2015 il progetto viene inserito sul Masterplan del Sud di Renzi. Mi chiedono di scrivere documenti e schede in cui spiego come funziona il modello, invio il business plan e compilo le schede Masterplan. Il Masterplan di Renzi mi sembra un miracolo inatteso. Colgo l’occasione al volo per inserire nella scheda altri due borghi: Civitaluparella e il piccolo borgo di Sant'Antonio in modo da avviare l’integrazione territoriale, e accelerare i tempi di sviluppo”, aggiunge.

“Il 7 dicembre 2015 ricevo mail e sms esultanti dalla dott.ssa Saccomandi della Regione Abruzzo che il progetto è passato, confermato da numerose mail che ricevo dalla dott.ssa Scalet di Palazzo Chigi. La Regione (presidente e direttori) da quel momento in poi non risponderanno più a mail né a telefonate”, conclude amaramente la Ciarrapico, che qualche mese più tardi ritroverà il suo progetto all'interno della Carta di Pescara

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