MUSICA: MIRIAM RICORDI, ”CON LA MIA CHITARRA DA PESCARA VERSO IL MONDO,IL ROCK E’ LA MIA VITA”

di Alessandra Renzetti

25 Dicembre 2013 10:03

Pescara -

PESCARA –  Il lancio del suo primo vero singolo Stratega ha riscosso un grandissimo successo nella sua amatissima Pescara e questo non è che per lei, giovane cantante abruzzese, solo l'inizio di un lungo percorso musicale che sta portando avanti con tutte le sue forze da quando era piccina.

Per la prima volta ha preso tra le sue mani una chitarra a 9 anni e da allora ha capito che sarebbe stata la sua grande amica.

Miriam Ricordi, il rock è la sua vita. Persona e artista eclettica, vera, spontanea, con un sorriso immancabilmente stampato su quel volto soddisfatto per i risultati che lentamente si affacciano nella sua vita a fronte di un faticoso lavoro che la impegna giorno e notte.

La Ricordi ha una capacità concreta di trasmettere la sua energia positiva grazie a uno spirito libero, riesce a mostrare una grande passione per la vita che racconta proprio attraverso una musica forte, graffiante e coinvolgente.





“Bisogna credere in tutto ciò che si fa”, lo slogan di Miriam, che gode del supporto morale degli amici e di tutti coloro che da sempre credono in lei e nella sua capacità di esprimersi attraverso la musica. E in più confida nella sua band, con cui passa gran parte del giorno e che lei considera la sua famiglia.
 
Miriam, come ha scoperto la sua passione per la musica?

Da bambina 'spiaccicando' le mani sul pianoforte di casa. Ho sempre cantato e suonato a dir la verità, a nove anni, con i soldi della prima comunione ho subito comprato la chitarra classica. E da lì non ho più smesso.
 
La sua famiglia l'ha sempre appoggiata in questa sua passione per la musica?

 
Assolutamente sì. Anche se io sono stata sempre un po' per i fatti miei, ultimamente ho condiviso con la mia famiglia più di quanto non abbia fatto prima. Mi hanno permesso di fare le mie scelte in totale libertà. Una fortuna.
 
Una curiosità: se Miriam Ricordi non avesse fatto la cantante, cosa avrebbe fatto?

 
L'addestratrice di delfini! Quando ero piccina piccina avevo questo strano sogno.
 
Sul palco, lei è accompagnata da una band tutta al maschile.
 
È stata una ricerca ardua. Io ho iniziato a scrivere quando 14 anni e ho lasciato la mia prima band mentre studiavo chitarra in Accademia, perché volevo concentrarmi sullo studio e perché volevo scrivere i miei pezzi. Durante le scuole superiori ho sofferto tanto, volevo scrivere i miei brani ma dovevo studiiare. Una volta diplomata, mi sono buttata  nella musica. Però avevo bisogno di una band. Ho iniziato a gironzolare per rendermi conto di come andava impostata la realtà con un gruppo, ho intrapreso un percorso che mi consentisse di capire cosa volevo dal 'mio gruppo'. Trovare la squadra giusta è difficile, perché poi diventa una famiglia. Quando sono in sala prove con loro mi sento davvero sicura anche perché vedo il loro entusiasmo, so che a loro piace quello che stanno facendo.
 
Quant'è difficile oggi fare il musicista?

È difficile, ma non è più difficile di altri lavori secondo, per il semplice fatto che ogni lavoro ha i suoi problemi, è difficile oggi poter fare quello che amiamo ma bisogna crederci, bisogna che ognuno di noi faccia quello che sa fare e che faccia star bene. Nel mio caso, le difficoltà derivano dal fatto che dipendi dal pubblico, vincono emozione e divertimento e se la gente esce da un mio concerto e mi ha pensato anche solo un secondo, beh, ho vinto. Questo comanda alla fine di tutto. Voglio essere positiva: con fatica le cose belle vengono a galla e si distinguono.
 
Pensa che in questo percorso musicale che sta dando i suoi buoni frutti, la sua origine abruzzese, nello specifico pescarese, conti? Influisce la propria terra d'origine sulla formazione di chi fa musica, cioè arte?

Ammetto che sono uscita dall'Abruzzo per completare la mia formazione, per avere confronti con altre realtà, più ampie. Più è piccola la città più difficoltà c'è perché giustamente ognuno sta li a coltivare il proprio 'orticello' come si suol dire, c'è una forte rivalità mentre io preferisco quelle grandi feste improvvisate, tutti insieme, come in un concerto di Vinicio Capossela. In città grandi sei solo un puntino, ma lo spazio per comunicare ed imparare è sicuramente più vasto. Io ho portato avanti a Pescara i miei studi musicali ma sono andata fuori ad arricchire la mia formazione. Però non posso fare a meno di dire che i miei musicisti sono tutti abruzzesi, tutti di 'casa mia'. E questo è un grande valore. All'inizio pensavo di dovermi spingere altrove per comporre la mia band e invece ho avuto fortuna, ho trovato la mia squadra nella mia città. Tutti pescaresi, a parte uno solo di loro, che è di Guardiagrele”.
 
Stratega è un grandissimo successo, ma lei ha detto che non l'ha scelto personalmente come singolo di esordio. Cosa significa?





Stratega è una canzone che ho scritto un sacco di anni fa, e devo dire che è quella che mi rappresenta di più. Però il videoclip da poco presentato è frutto di un incontro di idee. Ho incontrato Miriam Palmarella, voleva fare un video e io ho proposto di puntare su Stratega. Unico budget disponibile, la passione.
 
Chi l'ha ispirata per la composizione di Stratega?

Difficile spiegarlo. Dico solo che l'ho scritta alle 3 di notte, tutta d'un fiato. Avevo già un'idea: la sera prima mi chiamarono 'stratega' e da quell'appellativo ho iniziato a viaggiare con la mente. Oggi rappresenta il mio manifesto artistico.
 
Cosa si augura per il futuro?

Sicuramente di poter dare in pasto la mia musica a più persone possibili e di poter continuare su questa strada, alla luce del fatto che non è facile sicuramente ma voglio essere ottimista. Mi sto impegnando molto.
 
C'è stata un'occasione che le ha fatto capire che la strada intrapresaè quella giusta?

L'incontro diretto con il volto delle persone. Suonare davanti a qualcuno che non sa ancora chi sei, ma vederla emozionarsi, scuotere la testa e canticchiare come se conoscesse il pezzo è un aspetto positivo secondo me. Ora ci sono molte idee in cantiere, molti progetti e ben presto sarà possibile ascoltare me e i miei ragazzi di nuovo dal vivo.

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