GRAN SASSO SCIENCE INSTITUTE, ANNO ACCADEMICO PARTE COI ”BIG”

di Giulia Di Cesare

9 Dicembre 2014 17:41

L'Aquila -

L’AQUILA – “Il Gran Sasso Science Institute è importantissimo per questo territorio e per il Paese intero”.

Non ha dubbi il premio nobel per la Fisica, Carlo Rubbia, uno degli ospiti illustri dell’inaugurazione dell’anno accademico, oggi all’Aquila all’Auditorium del Parco. 

Un’inaugurazione nella quale si è parlato, molto, dei risultati raggiunti dal Gssi e di quelli futuri, con al centro il ruolo dei giovani studiosi in una città ancora lontana dalla ricostruzione completa post-sisma, e che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, professore di Ingegneria industriale e dell'informazione al Politecnico di Torino e presidente Iren, che per l’occasione ha tenuto una Lectio Magistralis.

“Le scelte – ha aggiunto Rubbia – che devono essere fatte in Italia sono scelte dovute alla ricerca di eccellenza nel campo della cultura e dell’istruzione, proprio per questo l’esperienza aquilana che vede la collaborazione dell’università, del Gssi e dei laboratori del Gran Sasso non fa che portare originalità e stimoli alla ricerca nel nostro paese”.

Profumo, ringraziato da tutti i presenti per lo sforzo fatto quando, come ministro del governo di Mario Monti, ha sostenuto l’idea e la creazione del Gssi, ha tenuto una lezione su come i servizi pubblici locali siano il nuovo motore di sviluppo del territorio. 

“Nel 2025 – ha spiegato Profumo – il 70% del Pil europeo sarà prodotto dai servizi ai cittadini. Proprio per questo il territorio rappresenterà il canale privilegiato attraverso il quale sarà possibile rendere visibile e credibile la propria offerta. Ma il territorio sarà la base sulla quale fondare la propria competitività in termini di costo, qualità e innovazione del prodotto. Per questo si deve attivare un sistema di innovazione strutturale in cui il mercato e il territorio si uniscano creando un ‘sistema di sistemi’ in cui siano connessi costantemente i diversi attori portatori di investimenti, conoscenze e competenze”.





Per Eugenio Coccia, direttore del Gssi, “il nostro lavoro è stato riconosciuto dall’Ocse che ha rilevato la credibilità dell’Aquila come città della conoscenza e dall’Unione europea che ha riconosciuto l’importanza della sinergia tra il Gran Sasso science institute, i laboratori del Gran Sasso e la città intera”.

L’obiettivo di questo nuovo anno didattico sarà quello di creare, inoltre, maggiori sinergie con il territorio. Proprio per questo motivo si sta creando una foresteria del Gssi nel centro storico in modo da inserire questi studenti nel tessuto sociale della città. 

“Il Gssi rappresenta un aspetto decisivo nell’economia e nel futuro del paese – ha spiegato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente – Per L’Aquila il Gssi è la punta di diamante di un progetto politico a cui si stava lavorando già nel 2008. Il piano strategico che stiamo seguendo è quello di pensare L’Aquila come città della formazione, della cultura e del turismo. La nostra idea è quella di usare il Gssi come catalizzatore di talenti e proprio per questo abbiamo iniziato una politica sui servizi che aiuti ad attrarre giovani in città”.

I grandi progetti nascono dai grandi sogni, ma i grandi sogni sono formati da pezzetti dei sogni di ognuno di noi, noi quindi – ha detto poi il sindaco – crediamo fortemente in questo progetto e lavoriamo di giorno in giorno per renderlo sempre più reale”.

L’importanza della ricerca e delle sinergie tra le varie istituzioni presenti sul territorio è stata sottolineata anche da Giovanni Lolli, vice presidente della Giunta regionale, che ha voluto segnalare la presenza di molti punti di eccellenza presenti sul territorio. 

“Quando parliamo di ricerca scientifica dobbiamo pensare anche al centro di ricerca della Micron, alla Tales Alenia, all’importantissimo ruolo che la farmaceutica ricopre su questo territorio. Abbiamo la fortuna – ha sottolineato Lolli – di avere un ambiente fertile e noi dobbiamo essere bravi a sfruttarlo. Dobbiamo scegliere di seguire la strada che ci indica l’Unione europea, una strada che punta a creare strutture che si colleghino tra loro e che aiutino lo sviluppo del territorio, una strada in cui i centri di ricerca e formazione ricoprono un ruolo fondamentale e per cui sono molti i finanziamenti europei che possono essere sfruttati”.





Molti gli eventi che sono stati creati in questo anno passato per avvicinare la città non solo al Gran Sasso institute, ma anche ai laboratori del Gran Sasso.  

“Si sono create forti sinergie – ha spiegato Stefano Ragazzi, direttore dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare – Penso alla notte dei ricercatori che ha portato in città migliaia di persone, penso alla summer school che abbiamo organizzato e che ha ricevuto un grande successo. Ho una grande fiducia nel futuro. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare ancora di più i laboratori alla città, vogliamo trasferire le nostre conoscenze al territorio per creare un ambiente culturale forte, teso alla ricerca”.

“I laboratori – ha spiegato Fernando Ferroni, presidente dell’Infn – sono un’isola di relativa tranquillità anche in una situazione economica come quella odierna. Il nostro lavoro, infatti, ha una dimensione internazionale. Negli ultimi anni, però, le sfide che si presentano sono molteplici, tra cui quella di creare un contatto con il resto della società per creare una sinergia con il mondo esterno alla ricerca. Inoltre in Italia dobbiamo affrontare il problema dei finanziamenti alla ricerca. Finanziamenti che sono scarsi e che non danno la possibilità di ampliare questo settore e di esprimere al meglio tutte le nostre potenzialità”.

Un intervento capace di far sognare e di sottolineare le grandi potenzialità del genere umano è stato quello di Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana. 

Il suo ‘messaggio dallo spazio’ ha voluto sottolineare le potenzialità del genere umano e il duro lavoro che si cela dietro le grandi scoperte e le grandi avventure nello spazio. 

“Alcune missioni, come quella di questi giorni della sonda Rosetta – ha sottolineato Battiston – danno l’idea della forza che hanno la cultura e la ricerca quando sono a lavoro. Lo spazio ci dà l’opportunità di cambiare il nostro sistema di riferimento. La velocità in cui si sta sviluppando la ricerca in questi anni è fenomenale e questo non lo dobbiamo solo alle nuove tecnologie, ma anche all’importantissimo ruolo che stanno svolgendo le città nel far incontrare persone e nello scambio di idee”. 

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