L’AQUILA CAPOLUOGO: LEGGE BIS DI FORZA ITALIA, ”FUNZIONA MEGLIO”

26 Gennaio 2015 13:23

L'Aquila - Politica

L’AQUILA – “Una legge per L’Aquila capoluogo, anzi capitale, che costi di meno e funzioni meglio di quella del centrosinistra”.

La promette il partito di Forza Italia che oggi l’ha annunciata a grandi linee, anche se il testo completo è ancora in fase di scrittura, in un affollatissimo incontro con la stampa.

In due parole, e solo in risposta alle domande dei cronisti, sono state liquidate le contraddizioni interne al partito forzista che appare quanto mai spaccato.

Un partito che, attraverso il capogruppo all’Emiciclo, Lorenzo Sospiri, assente alla presentazione della legge del suo gruppo, dialoga con il consigliere comunale Giorgio De Matteis, in rotta con Fi, come svelato da quest’ultimo.

Per di più, alcuni esponenti come l’assessore provinciale Ersilia Lancia o il capogruppo forzista in Provincia Gianluca Alfonsi, quest’ultimo, però, oggi assente, hanno presenziato a conferenze e firmato comunicati stampa tanto con l’una quanto l’altra fazione.

Per il consigliere regionale Emilio Iampieri, che ha rivendicato il suo ruolo di vice capogruppo, comunque, “non ci sono contraddizioni tra noi” perché “la legge di Forza Italia è questa qui”, anche se “ci deve essere dialogo e osmosi” e, secondo l’assessore provinciale Roberto Tinari, eletto tra l’altro in Comune dell’Aquila con le insegne di De Matteis, in definitiva “si arriverà a un testo condiviso da presentare”.

Un evento talmente tanto affollato ché a un certo punto non bastavano le sedie: si è alzato il vice presidente regionale del partito Guido Liris e si è seduto il consigliere provinciale suo fedelissimo Paolo Federico, si è alzato il presidente della commissione di Vigilanza Mauro Febbo, a poche sedie dal nemico giurato Nazario Pagano, e si è seduto il consigliere provinciale Armando Floris, tanto che Febbo non ha più ritrovato posto.





A un lato del tavolo ha trovato posto anche il consigliere comunale della civica Domani L’Aquila Pierluigi Properzi, mai entrato formalmente nei ranghi forzisti, poi è arrivato anche l’assessore provinciale Tinari, l’unico a parlare di un “testo unico” che sarebbe frutto di mediazione tra i forzisti e i sodali di De Matteis, per l’imbarazzo degli altri.

E ancora l’ex sottosegretario e presidente della Regione Romeo Ricciuti, che ha ricordato i moti del 1971 invitando a non trasformare il titolo di capoluogo in un “cavalierato”, seguito poi dal figlio Luca, consigliere regionale non rieletto, che ha rievocato il finanziamento della ricostruzione post-sisma attraverso Cassa depositi e prestiti.

Alla fine è suonata quasi paradossale la dichiarazione del presidente regionale di Fi, Pagano: “Mi fa davvero piacere vedere quanto sia unito il nostro movimento politico con tutte le sue diramazioni, questa è testimonianza di vitalità”, ha detto per l’incredulità dei cronisti.

LA LEGGE FORZISTA

Pierpaolo Pietrucci e Luciano D’Alfonso hanno presentato una bellissima confezione, ma una legge in sostanza vuota e priva di ogni misura utile, con stanziamenti ridicoli per una città che ha bisogno di ben altro. Per dare un respiro ampio ci vuole di più”, ha detto Iampieri in avvio.

“L’Aquila merita un’altra legge – ha aggiunto – Basandoci su una misura del ministero dei Trasporti, abbiamo pensato L’Aquila come capitale di una Macroregione Mediana e di un quadrilatero che comprenderà Carsoli, Avezzano e Sulmona”.

Al centro della proposta forzista, come spiegato dal vice coordinatore regionale e consigliere comunale Guido Liris, “i sindaci riuniti in una Conferenza e poi un Comitato di coordinamento con capacità decisionale, una sorta di conferenza dei servizi ma con gli amministratori”.

“Se passa questa legge – ha chiarito – lo 0,5% del bollo auto previsto dal centrosinistra sarà anche troppo, prevedremo nell’articolato quanto ci voglia per il funzionamento degli organi, comunque la struttura costa certamente di meno”, ha concluso Liris.





LO SCHEMA DELLA LEGGE

Nella “nota illustrativa” della proposta di legge diffusa oggi al posto dell’articolato che è ancora in via di scrittura, si legge come il punto di partenza sia “una visione condivisa per lo sviluppo della città capitale” e “la costituzione di una governance istituzionale”.

Come nella legge del centrosinistra è previsto un “comitato di coordinamento” ma anche “strutture operative” per “costruire progetti e intercettare i fondi dei programmi europei (vedi Horizon 2020)”.

Quanto ai soldi, come annunciato non è prevista un’entrata fissa come nel ddl D’Alfonso-Pietrucci, ma “specifiche risorse per il funzionamento degli organi in riferimento alle entrate fiscali ordinarie della Regione”.

E ad alimentare le voci di una sponda tra Liris e il consigliere regionale del Partito democratico che assieme a D’Alfonso ha presentato la legge, appunto Pietrucci, avrà contribuito l’incontro che c’è stato tra i due nei corridoi di palazzo dell’Emiciclo subito dopo la fine dell’incontro con la stampa come documentato da questo giornale. Alberto Orsini

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