COMUNE L’AQUILA: CENTRODESTRA DURO A META’ ”BILANCIO IN DISSESTO, ORA CITTADINI IN PIAZZA”

30 Ottobre 2014 14:00

L'Aquila - Politica

L'AQUILA – “Il Comune dell’Aquila è sull’orlo del dissesto finanziario, il sindaco Massimo Cialente colleziona fallimenti. Allora basta dialogo che non trova sponda, l’opposizione deve essere durissima dentro e fuori il Consiglio comunale”.

A riscoprire le piazze e invocare la mobilitazione permanente sono i consiglieri comunali di opposizione di centrodestra Emanuele Imprudente (L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo (Prospettiva 2022) e Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila).

Assente per “motivi personali”, nell’infuocata conferenza stampa di questa mattina, Giorgio De Matteis (L’Aquila città aperta). 

Assenti scontati Guido Quintino Liris, capogruppo di Forza Italia e vice presidente regionale del partito, Alessandro Piccinini, capogruppo del Nuovo centro destra, e Raffaele Daniele, capogruppo dell’Udc, nonché presidente della V Commissione comunale Controllo e garanzia, con i quali si è oramai maturato lo strappo, accusati anche oggi di “buonismo”, di “approccio partitocratico del tutto inefficace in una situazione in cui L’Aquila è sull’orlo del baratro”.

Esponenti da cui marcare le distanze, ma con diverso stile, visto che con il centrodestra diviso in due, invocare le elezioni anticipate è prematuro e rischioso.





E allora ecco l'appello alla mobilitazione, fatta da assemblee e manifestazioni contro Cialente e il centro sinistra.

“Il Comune del Aquila ha i conti disastrati – spiega Imprudente – e il futuro è nero, che non potrà reggere a lungo, oramai sono i dirigenti comunali ad ammetterlo informalmente. Basti citare alla voce uscite, ci sono 5 milioni di euro di debiti fuori bilancio, 5 milioni di debiti delle spa, aggiungiamoci gli 8 milioni che costa la manutenzione del Progetto C.a.s.e. che il Comune in modo dissennato ha preso in carico senza averne i mezzi e capacità”.

“Appare evidente – prosegue – che non basteranno le pezze che potrà mettere il governo come ha fatto negli ultimi anni, tenendo conto che Matteo Renzi, oramai è evidente, dell'Aquila se ne frega. Il dissesto sarà inevitabile e questo significherà tassazione al massimo e riduzione dei servizi. Cialente dovrebbe avere il coraggio di ammetterlo davanti i cittadini”.

“Siamo a metà mandato e il bilancio è il fallimento totale – incalza Ferella – dall’Aeroporto dei Parchi che non decolla ed anzi sprofonda, alla stagione sciistica a rischio a Campo Imperatore, alla bufala dell’Accord Phoenix che doveva venire ad investire all’Aquila ma di cui ancora non si vede ombra. E poi la sciagurata gestione del Progetto C.a.s.e., che sarà il principale motivo della bancarotta”.

A tal proposito, Ferella annuncia un ordine del giorno sulla vicenda delle bollette “che giustamente tanti cittadini si rifiutano di pagare, perché è un loro diritto richiedere un calcolo in base ai reali consumi e non ai metri quadri dell’abitazione”.





Ma al di là degli ordini del giorno probabilmente destinati a rimanere in minoranza in Consiglio comunale, la tentazione emersa oggi è appunto quella di intraprendere una via più movimentista, di dialogo non con la maggioranza, ma con i comitati cittadini che sono stati un punto di forza anche elettorale del centrosinistra.

“I comitati – incalza D’Eramo – gli stessi che Cialente reputava una preziosa risorsa, nella riunione della V commissione garanzia del Comune di qualche giorno fa, sono stati presi letteralmente a pesci in faccia. In questi due anni di opposizione costruttiva abbiamo presentato tante proposte, tutte ignorate. E dunque è venuta l’ora di dire basta, di attivarci per favorire una mobilitazione da parte di tutti i cittadini che non vogliono veder morire L’Aquila”.

E alla domanda su cosa intendano per opposizione durissima, i tre per escursione e una vena polemica nei confronti dell’altra opposizione, quella di Liris e company, dai tre reputata più dialogante e poco efficace rispondono: “Sicuramente non quella che si riduce nell’invio di comunicati stampa per essere presenti almeno su un foglio di giornale”. Filippo Tronca

 

 

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