ISOLA PEDONALE L’AQUILA: PERSONA DISABILE, “VOGLIAMO DAVVERO UNA CITTA’ SOMMERSA DALLE MACCHINE?”

3 Luglio 2021 14:20

L’AQUILA – “È questa L’Aquila che ci piace? Una città sommersa dalle macchine?”

Esordisce così una riflessione su facebook di Massimo Prosperococco, responsabile Comunicazione, web e social network presso Università degli Studi dell’Aquila, disabile.
Riflessione che arriva nei giorni in cui residenti del centro storico e commercianti protestano contro l’istituzione dell’isola pedonale.

IL POST INTEGRALE

Ieri mattina ho parcheggiato la mia auto in un buco negli stalli riservati alle persone disabili in via dei Giardini, gli stalli erano occupati da auto senza permesso, ma questo era il male minore. Avevo un appuntamento davanti all’Emiciclo, quindi montiamo la mia sedia “ibrida” e parto, tentando di prendere il marciapiede davanti al Grand Hotel, cosa impossibile a causa di un auto che ne occupava l’ingresso. Allora mi sposto sulla strada e scendo giù verso la Villa mentre le auto in tutti e due i sensi mi evitano e mi soffocano con i loro gas di scarico.





Penso ai poveri bambini in passeggino che non possono nemmeno lamentarsi e devono respirare altezza tubo di scarico.

Arrivo alla Villa e noto subito un bel SUV nero parcheggiato di traverso su due posti riservati per disabili, faccio finta di nulla: oggi non sono in modalità “disabile rompiscatole”.

Cerco quindi di entrare nel parco della Villa Comunale, ma è impossibile: auto parcheggiate strettamente ovunque, anche sulle strisce pedonali.

Tento più avanti e trovo uno spazietto nel quale la mia sedia riesce a passare, e per un pelo non sbatto la testa su uno specchietto retrovisore.

È fatta, finalmente nel bel verde della Villa Comunale, disbrigo i mie impegni e torno indietro, verso il pertugio che avevo attraversato precedentemente, ma il passaggio a “nord/ovest” è chiuso da un’auto parcheggiata in modo “originale”, e mi trovo anche un bel Sebac messo a cavolo che mi mette in difficoltà. Tento altre strade e scopro che non ci sono.





Devo uscire sulla nazionale, quindi apro i polmoni e li riempio di ossigeno e del profumo dei tigli in fiore, sperando che basti per arrivare nuovamente al Grand Hotel senza avvelenarmi con i gas di scarico delle auto, tiro dritto e finalmente arrivo all’incrocio di via Dei Giardini, e qui ho la malaugurata idea di andare a prendere un caffè in piazza Duomo.

Mi aspetta un percorso di guerra, tra pericolosi avvallamenti, tombini rialzati, auto a sinistra e destra, furgoni che ti sfrecciano al fianco…

Davanti alla prefettura vedo un miracoloso scivolo per entrare nei portici verso la Banca d’Italia e entro.

Wow! Finalmente mi rilasso.

Arrivo all’uscita su Piazza Duomo e sullo scivolo c’è un auto che mi impedisce di uscire!
Guardo la piazza, con centinaia di auto accatastate, tiro un respiro e decido che del caffè per oggi non se ne parla. Hanno vinto le auto.

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