L’AQUILA – “Siamo una città in attesa. Attendiamo che vengano coperti quei vuoti istituzionali che possono far male alla ricostruzione. Ora più che mai serve coesione ed è bene che si rimetta in piedi una governance come si deve”.
Per l’imprenditore edile Ezio Rainaldi, responsabile della Ricostruzione per Confindustria L'Aquila, nel capoluogo abruzzese “manca da tempo una visione progettuale”.
Specie a causa dei vuoti lasciati dal chietino Giovanni Legnini, passato dal ruolo di sottosegretario di Stato all’Economia con delega alla Ricostruzione dell’Aquila a quello di vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, e da Paolo Aielli, che ha lasciato la direzione dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra) per andare a dirigere la Zecca di Stato, senza dimenticare la situazione alla direzione regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibac) che, dopo l’addio di Fabrizio Magani, è finito nelle mani di Francesco Scoppola, però in un clima di grande incertezza.
“Chi deve rappresentare L’Aquila al governo in questo momento non c’è – commenta Rainaldi ad AbruzzoWeb – ma i vuoti istituzionali, a mio avviso, non sono dovuti soltanto all’incertezza sui fondi che mancano per la ricostruzione. Ho paura che la vera incertezza sia nel meccanismo del potere, proprio nella governance. Mi meraviglio – aggiunge che le associazioni di categoria vengano chiamate soltanto quando c’è da avallare qualcosa. Manca il confronto quotidiano alla luce del sole, ma manca dal punto di vista della progettualità”.
“All’Aquila non è ancora venuto il premier, Matteo Renzi, quindi c’è un problema politico di fondo – conclude – quindi è ora di richiamare la politica a riprendere in mano la ricostruzione dell’Aquila. All’esterno non va più trasmesso il messaggio di una città di litigi e malaffare. Ripeto, serve una governance nuova. Non si può fermare la macchina della ricostruzione”. (r.s.)
Download in PDF©
