SISMA: GARA 4 CANTONI CHIUSA DA 8 MESI, LAVORI A PALO. L’AQUILA, RICOSTRUZIONE PUBBLICA KO

A OLTRE 13 ANNI DAL TERREMOTO MAI AVVIATO PRIMO CANTIERE DEL PIÙ GRANDE AGGREGATO NEL CUORE DELLA CITTÀ, DOPO L’ASSEGNAZIONE DELLA COMMESSA DEL VALORE DI 15 MILIONI DI EURO ALLA IMPRESA COBAR DI ALTAMURA. SOTTO ACCUSA IL PROVVEDITORATO ALLE OPERE PUBBLICHE CHE HA SPACCHETTATO IN DUE IL COMPLESSO INTERVENTO

19 Aprile 2022 08:25

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – Gara d’appalto europea bandita già con anni di grave ritardo, definita dal Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna il 5 agosto dello scorso anno: ma i lavori aggiudicati alla titolata impresa pugliese Cobar Spa che ha vinto con la commessa di circa 16 milioni di euro con un ribasso del 28%, dopo oltre otto mesi, inspiegabilmente, non sono ancora partiti.

E chissà quando il cantiere vedrà la luce e, soprattutto, tra quanti anni si chiuderà anche se la previsione sulle carte è di due anni.

In un centro storico dell’Aquila ricostruito a diverse velocità e quindi a macchia di leopardo, a 13 anni dal sisma, che ha devastato la città e il suo territorio, fa discutere lo stallo in cui versa l’aggregato pubblico dei Quattro Cantoni, che con i suoi 16mila metri quadrati è il più grande del post terremoto, insieme a quello, sempre in centro, dell’ex ospedale San Salvatore: l’enorme complesso  del Palazzo del Convitto si affaccia sui Quattro Cantoni, in pieno asse centrale, dove, prima del terremoto, avevano sede la Biblioteca provinciale “Tommasi”, il liceo classico “Cotugno”, la Camera di commercio e lo stesso Convitto nazionale, e dove insistevano le due file di Portici che hanno costituito uno storico luogo di ritrovo e di passeggio per gli aquilani.

A proposito di Portici, è stata riaperta solo la parte legata al restauro dello storico palazzo dove ha sede la banca Bper.





Sotto accusa il Provveditorato alle Opere Pubbliche. La mancata apertura del cantiere relativo al primo dei due interventi previsti per il recupero del grande complesso è l’emblema di una ricostruzione pubblica che non è ancora decollata.

E che in centro storico mette di fronte realtà agli antipodi con diverse centinaia di milioni di euro non spesi: da una parte palazzi storici ed abitazioni finemente recuperati e molto apprezzati da aquilani e turisti e, dall’altra, strutture ancora diroccate. A differenza di quella privata, con norme sugli appalti pubblici in deroga, che ha avuto un andamento nettamente più spedito alla luce della possibilità di affidamenti diretti da parte delle assemblee di condominio.

Il grave ritardo è causato dai tempi lunghi delle gare di appalto ma anche da un’azione non certo efficace degli Enti deputati, in particolare il Provveditorato alle opere pubbliche, per carenza di personale e, si dice, per il rifiuto di assumersi la responsabilità da parte dei massimi dirigenti, ad avviare percorsi delicati e complessi.

Sono stati proprio i tre Enti proprietari più grandi dell’aggregato ‘Quattro Cantoni’ , Provincia dell’Aquila, Camera di Commercio, dopo la fusione con Teramo, la Camera di commercio Gran Sasso d’Italia, e il Convitto nazionale,  ad affidare l’onore dell’appalto al Provveditorato interregionale: per velocizzare i tempi dirigenti e tecnici, guidati dal provveditore, Vittorio Rapisarda, ha deciso di spacchettare l’intervento in due stralci con due contribuiti di circa 15 milioni euro ciascuno. Con la prima gara che nel suo iter di aggiudicazione alla Cobar ha visto nelle vesti di Rup l’ex assessore comunale dell’Aquila di centrosinistra Pietro Di Stefano, ora in pensione.

A denunciare la situazione, nei giorni scorsi, anche il deputato dei Pd Stefania Pezzopane, candidato sindaco del centrosinistra alla elezioni amministrative dell’Aquila del 12 giugno prossimo che ha chiesto l’apertura del cantiere in tempi molto spediti per far tornare a vivere l’intero cuore del centro storico.

Il parlamentare ha telefonato tra le altre cose al provveditore Rapisarda, al quale ha formulato la istanza di avere tempi certi sull’avvio del cantiere: “avendo letto della rimozione della magnifica tela ‘L’Aquila’ del Patini – dalla storica Aula Magna del Liceo Classico e dai ruderi della Biblioteca Tommasi- , ho chiamato il Provveditore alle Opere pubbliche per l’Abruzzo, – scrive in una nota Pezzopane – per chiedere notizie sull’avvio dei lavori nel comparto di 16mila metri quadrati che ospitava, oltre alla Biblioteca, il Convitto Cotugno, il Liceo Classico, la Camera di Commercio, alcuni uffici della Provincia e la chiesetta della Concezione, da oramai 13 anni impacchettato tra tubi innocenti e tavole che il tempo ha usurato, con erbacce inguardabili che prendono il sopravvento. È il terzo ‘pezzo’ dei portici, il ‘quarto cantone’, il centro della città per antonomasia. Sono convinta che fin tanto che non si procederà al recupero della fruibilità di questo ultimo pezzo dei portici, il centro storico dell’Aquila non potrà tornare alla pienezza della vita pre-sisma”.





Costruito dopo l’Unità d’Italia sulle fondamenta dell’ex convento di San Francesco (dove, nel 1444, soggiornò e morì San Bernardino da Siena), il palazzo, caratterizzato dalle due file di portici, occupa un intero isolato e si sporge su quattro diverse strade (corso Vittorio Emanuele, corso Umberto, piazza Palazzo con il prolungamento di via Patini e via Sallustio).

Non si conoscono i motivi dell’ultimo periodo grave ritardo per un intervento per il quale la portata dei danni, le grandi dimensioni e il frazionamento della proprietà hanno reso la progettazione per il recupero particolarmente lunga e complessa: a rallentare ulteriormente, di anni, la commessa, sono stati i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato presentati dai concorrenti perdenti, in seguito all’assegnazione della gara relativa alla redazione del progetto definitivo a un’Ati costituita dal consorzio costituita dal consorzio di progettazione Leonardo e dal prestigioso studio di architettura Gae Aulenti. Verdetto che poi è stato confermato.

Secondo quanto si è appreso, è in via di ultimazione il secondo stralcio del relativa all’altra parte dell’aggregato quindi nei prossimi mesi potrebbe partire il secondo bando.
Il progetto esecutivo del primo stralcio comprende i locali della biblioteca Tommasi, il vecchio liceo classico, la Camera di commercio, il bar Eden e  la chiesa dell’Immacolata Concezione.

Negli anni scorsi, un nutrito gruppo di associazioni e comitati civici, rappresentati da Auser (Associazione per l’invecchiamento attivo), ha chiesto che la rifunzionalizzazione dell’aggregato sia discussa pubblicamente, in un tavolo aperto e attraverso un confronto con i cittadini.

“Sotto i portici era concentrato un notevole numero di attività commerciali – spiega ancora Pezzopane nella sua nota -: ad oggi, eccetto la Bper, ancora nessuno riapre sebbene i lavori siano stati completati. E non è affatto un caso. Ai quatto cantoni, proprio davanti le finestre del sindaco a Palazzo Fibbioni, a farla da padrone è la precarietà e l’abbandono, i rifiuti che vi vengono abbandonati, la pericolosità del contesto con le recinzioni facilmente permeabili che deturpano l’immagine del nostro centro storico. Giunge oggi, a conferma di queste mie sensazioni, la notizia di alcuni giovani che hanno maldestramente pensato di passare il loro tempo tra le impalcature del complesso. Per questo, ho chiesto all’ingegner Rapisarda di procedere subito con l’apertura del cantiere: attendo un report nelle prossime ore; conclusa la gara del primo lotto, non c’è alcuna ragione per cui non si possa procedere celermente. L’Aquila e gli aquilani non possono più aspettare. Quello spazio è decisivo, può significare la riattivazione di importanti spazi culturali e sociali, un messaggio a chi quei luoghi li frequentava quotidianamente ed ai giovani che non li hanno conosciuti e che potranno scoprire un angolo di città meraviglioso. Confido nella sensibilità dell’ingegner Rapisarda e nelle sue indiscusse capacità tecniche”,  conclude il deputato dem. (b.s.)

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