STRETTA SU SUPERBONUS: CNA NAZIONALE, “INCOMPRENSIBILE SCELTA DEL GOVERNO MELONI”

28 Marzo 2024 09:42

Regione - Economia

ROMA – “Il decreto approvato, a sorpresa, dal Consiglio dei ministri rappresenta l’ennesimo durissimo colpo al settore delle costruzioni. Cancellare la cessione del credito e lo sconto in fattura alle residue fattispecie per i Bonus edilizi che ancora potevano utilizzare l’opzione evidenzia un grave approccio del Governo nei confronti di un comparto che assicura un contributo rilevante all’economia del Paese”.

Così la Cna, mentre in Abruzzo, e altre regioni interessate da ricostruzioni post sisma cresce la protesta  contro il decreto legge del Consiglio dei Ministri approvato il 26 marzo che mira in sostanza ad eliminare le residue fattispecie per le quali risulta ancora vigente l’esercizio delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, al posto delle detrazioni, nell’ambito del superbonus al 110%. Parliamo, principalmente, delle opzioni esercitate da enti del Terzo settore e di quelle legate a lavori di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti.





Commenta la Cna: “Il provvedimento colpisce gli interventi che riguardano gli enti del terzo settore e quelli di ricostruzione nelle zone colpite da terremoti. Si tratta di lavori che hanno un elevato valore sociale e un limitato impatto sui conti pubblici, per cui è incomprensibile la decisione del Consiglio dei ministri. Inoltre, l’esecutivo continua a produrre norme restrittive nei confronti del settore delle costruzioni, generando caos e incertezza per le imprese e i committenti. La nuova stretta avrà pesanti effetti sul settore che si stava adeguando alle residue opportunità previste nell’ultima Legge di Bilancio. In mancanza del testo del provvedimento è impossibile conoscere se, a esempio, contratti già firmati potranno continuare a utilizzare l’opzione della cessione del credito. L’ennesimo giro di vite e la disordinata exit strategy dal Superbonus rischiano di gettare nuovamente il settore delle costruzioni in una crisi pesante”.

Il decreto legge urgente approvato nella seduta del 26 marzo del Consiglio dei Ministri prevede, tra l’altro: l’eliminazione, per gli interventi successivi all’entrata in vigore delle nuove norme, delle residue fattispecie per le quali risulta ancora vigente l’esercizio delle opzioni per sconto in fattura o cessione del credito in luogo delle detrazioni; al fine di acquisire, alla scadenza ordinaria del termine previsto per le suddette agevolazioni (4 aprile 2024), l’ammontare del complesso delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate, si esclude l’applicazione dell’istituto della remissione in bonis che avrebbe consentito, con il pagamento di una minima sanzione, la comunicazione funzionale alla fruizione dei benefici fino al 15 ottobre 2024; al fine di garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto, l’introduzione di misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili. È, inoltre, previsto, un corredo sanzionatorio. In particolare, l’omessa trasmissione di tali informazioni, se relativa agli interventi già avviati, determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale;





E inoltre: “al fine di evitare la fruizione dei bonus edilizi anche da parte dei soggetti che hanno debiti nei confronti dell’erario, come già previsto nel nostro ordinamento in altri casi, si dispone la sospensione, fino a concorrenza di quanto dovuto, dell’utilizzabilità dei crediti di imposta inerenti i bonus edilizi  in presenza di iscrizioni a ruolo o carichi affidati agli agenti della riscossione relativi imposte erariali nonché ad atti emessi dall’Agenzia delle entrate per importi complessivamente superiori a euro 10.000, se scaduti i termini di pagamento e purché non siano in essere provvedimenti di sospensione o non siano in corso piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza”.

Infine, “l’introduzione di misure volte a prevenire le frodi in materia di cessione dei crediti ACE, riducendo a una la possibilità di cessione ed estendendo la responsabilità solidale del cessionario alle ipotesi di concorso nella violazione, nonché ampliando i controlli preventivi in materia di operazioni sospette”.

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