TARGA IN MEMORIA DELLE FOIBE IMBRATTATA PRIMA DI ESSERE INAUGURATA A CHIETI

17 Febbraio 2017 13:53

Chieti -

CHIETI – Imbrattata la targa Largo Martiri delle Foibe, nell’area verde di via Amiterno a Chieti, la cui inaugurazione il 10 febbraio in occasione del Giorno del Ricordo è saltata a causa dell'emergenza maltempo.

“È doloroso vedere che ancora oggi, in Italia, ci siano soggetti spregevoli che alimentano l’odio e che vivono di odio – dice in una nota il sindaco Umberto Di Primio – Imbrattare la targa dedicata alle vittime delle Foibe non è solo un atto delinquenziale sotto il profilo del codice penale ma è una ulteriore offesa sia verso quei tanti italiani infoibati, sia verso coloro che dovettero abbandonare l’Istria e la Dalmazia costretti dalla barbarie dei partigiani comunisti titini”.





“La città non è questa – aggiunge il sindaco – non è quella che vive di violenze legate allo sport, alla politica e alle ideologie e non è certo quella che vorrebbero alcuni imbecilli, incapaci di eliminare dal proprio modo di essere la discriminazione e l’odio. Anzi, noi tutti stiamo lavorando affinché Chieti sia ricordata come 'Città Aperta', come città che, durante la Seconda Guerra Mondiale, accolse migliaia di sfollati”.

“Mi vergogno di questo infame gesto commesso da qualche mio concittadino e chiedo scusa a tutti gli esuli per questo oltraggioso atto, frutto soltanto dell’ignoranza di chi non è capace di vivere il proprio tempo”.





Di “gravissimo episodio, considerata anche la scritta apposta” parla anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Marco Di Paolo, promotore dell’ordine del giorno per l’intitolazione dell’area stessa.

“Provo profonda indignazione per il gesto commesso, un oltraggio alla memoria delle vittime degli eccidi avvenuti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Con il 'Comitato 10 febbraio' eravamo in prima linea per l’organizzazione della cerimonia a cui avevamo contribuito anche con le spese per la realizzazione della targa. Una commemorazione voluta con grande trasporto affettivo considerata anche la presenza degli esuli istriani che sarebbero dovuti venire a parlare agli studenti. Nessuna intimidazione mi farà arrendere o distogliere dall’idea di dare un giusto tributo a chi ha pagato con il sangue l’essere italiano e se sarà necessario contribuirò personalmente alla pulizia del manufatto”.

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