PESCARA – Oltre 240 monumenti spenti nei comuni abruzzesi, per protestare e chiedere sostegni contro il caro bollette che per l’intero 2022 sulle casse delle 7.134 amministrazioni inciderà per circa 550 milioni, mettendo a rischio servizi essenziali, e mandando a gambe all’aria i bilanci.
La protesta ha preso le mosse dall’appello dell’Anci.
Intanto il nuovo decreto con i ristori per gli aumenti dell’elettricità e del gas è atteso la prossima settimana. il dossier è al ministero dell’Economica e Mario Draghi non vuole un nuovo scostamento di bilancio.
L’importo per famiglie e imprese non dovrebbe superare i 4 miliardi, ma almeno un miliardo va ancora trovato. Intanto le società che hanno in gestione le piscine sono in prima fila per chiedere interventi al governo. E servono investimenti in rinnovabili e impianti meno energivori anche per le strutture sportive.
Il caro energia investe le famiglie ma naturalmente non risparmia le aziende. Nessuno si salva ma alcuni settori sono inevitabilmente più penalizzati di altri: l’enorme rincaro delle bollette nell’ultima parte dell’anno ha infatti fatto schizzare di oltre il 30% la spesa nella media del 2021 rispetto al 2019 per la filiera delle costruzioni, dei trasporti e della logistica, soltanto la filiera del turismo mostra un incremento inferiore al 20%. Per l’anno in corso le prospettive sono di nuovi vistosi rincari considerando che i prezzi del primo trimestre mostrano un balzo del 112% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il presidente regionale Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo ha spiegato che: “Le risposte dal Governo alle nostre richieste non sono sufficienti. Evidentemente non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini. Per questo motivo giovedì 10 febbraio, alle ore 20, anche in Abruzzo si spegnerà simbolicamente l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità”.
“Speriamo che in questo modo si possa comprendere a quali rischi si va incontro se non si interverrà presto con un sostegno adeguato a coprire almeno tutti gli aumenti previsti in questi mesi. I comuni non hanno la facoltà di fare scostamenti di bilancio a debito, il maggior costo produce taglio dei servizi o dissesto finanziario. L’Anci stima per le amministrazioni comunali unaggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro”.
“Non vorremmo ritrovarci ancora una volta a dover scegliere tra salvaguardare gli equilibri di bilancio derogare servizi ai cittadini”.
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