TERREMOTO, SINDACO PIROZZI INDAGATO PER CROLLO PALAZZINA AD AMATRICE

9 Febbraio 2018 11:06

Regione -

AMATRICE – C'è anche il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, insieme ad altre 7 persone, tra gli indagati nell'inchiesta della procura di Rieti per il crollo di una delle tre palazzine di piazza Augusto Sagnotti, quella ex Ina casa al civico 1, in cui la notte del sisma del 24 agosto 2016 persero la vita 7 persone e ne rimasero ferite altre 3.

Per il crollo delle altre due palazzine, ex Iacp, in cui persero la vita altre 19 persone, risultano indagati, dal luglio dello scorso anno, 5 tra ex responsabili di ditte, collaudatori e un ex assessore del Comune.

Con Pirozzi, risultano indagati anche il geometra Ivo Carloni, in qualità di progettista e di direttore dei lavori, quattro tra tecnici e dirigenti del Genio Civile di Rieti, Giovanni Conti, Valerio Lucarelli, Maurizio Scacchi e Maurizio Peron, il comandate della Polizia Municipale di Amatrice, Gianfranco Salvatore, e il responsabile dell'Ufficio tecnico dello stesso Comune, Virna Chiaretti.

A tutti, nell'avviso di conclusione delle indagini notificatogli oggi, la Procura di Rieti contesta i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni personali colpose.

“NON IMPEDIRONO CROLLO”

“In cooperazione colposa tra loro, nelle rispettive qualità e con le condotte commissive e omissive, non impedivano il crollo dell'edificio”.





Recita così uno dei passaggi dell'avviso di conclusione delle indagini notificato questa mattina al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, e altre 7 tra tecnici e funzionari pubblici, in relazione al crollo di una delle tre palazzine di piazza Sagnotti ad Amatrice in seguito al sisma del 24 agosto 2016 (7 i morti).

Secondo i pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, la palazzina ex Ina casa, che in seguito al sisma dell'Aquila fu sgomberata dall'allora sindaco di Amatrice Carlo Fedeli, fu oggetto di un intervento di ristrutturazione sulla base di un progetto che conteneva “gravi errori”, un “indicatore di rischio inattendibile e non realistico” e un “errato coefficiente di vulnerabilità sismica addirittura superiore a 1”.

“Come se l'edificio – scrivono gli inquirenti -, progettato e realizzato (ante 1950) con vecchie normative ormai superate, fosse addirittura adeguato rispetto alle norme tecniche del 2008”. Ma così non era, hanno evidenziato le indagini, in quanto la ristrutturazione si limitò a una “scucitura/smontaggio della muratura in pietra che risultava 'spanciata' dopo il sisma de L'Aquila” senza collegamenti, ad esempio collegando i solai con “barre d'acciaio”.

PIROZZI CONSENTÌ RIENTRO IN PALAZZINA SGOMBERATA

Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, indagato nell'inchiesta sul crollo della palazzina di piazza Sagnotti in seguito al sisma del 24 agosto 2016, secondo la Procura di Rieti, avrebbe consentito “il rientro, nonché la permanenza fino al 24 agosto, nelle proprie abitazioni degli inquilini dell'edificio sebbene non avesse revocato l'ordinanza di sgombero emessa il 16 aprile del 2009 dal suo predecessore, né fosse stata ripristinata dal Comune l'agibilità dell'edificio”.





L'ordinanza di sgombero fu emessa in seguito al sisma de L'Aquila del 2009 dall'allora sindaco di Amatrice, Carlo Fedeli.

EDIFICIO RISTRUTTURATO AVEVA ANCORA DIFETTI

Le porte e le finestre di alcuni appartamenti della palazzina di piazza Sagnotti ad Amatrice, crollata a seguito del terremoto dell'agosto del 2016 e già ristrutturata dopo il sisma dell'Aquila del 2009, continuavano a non chiudersi bene.

È quanto è emerso dagli accertamenti compiuti dalla Procura di Rieti nell'ambito dell'inchiesta che vede indagate 8 persone per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni personali.

“Il predetto intervento – scrivono gli inquirenti riferendosi alla ristrutturazione della palazzina – non aveva eliminato il problema della difettosa chiusura delle porte e delle finestre di alcuni degli appartamenti dello stabile”.

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