AMMINISTRATIVE: NEI COMUNI IL CAMPO E’ “LARGO”, LA MAPPA DEI CAPOLUOGHI AL VOTO

24 Marzo 2024 08:42

Italia - Politica

ROMA – È tendenzialmente ‘largo’ il campo del centrosinistra nei capoluoghi al voto l’8 e 9 giugno.

Al momento Pd e M5S hanno già stretto accordi in 14 comuni su 28, ovvero la metà di quelli che rinnoveranno l’amministrazione comunale. Accordi chiusi su candidati civici o dem. Trattative in corso in altre 7 città: tutti candidati del Pd al lavoro per allargare la coalizione alle altre forze del centrosinistra. Con una sola eccezione: Caltanissetta, qui l’uscente, Roberto Gambino dei 5 Stelle, tenta il bis. Mentre sembra difficile la composizione nei restanti 7 capoluoghi, quasi tutti concentrati al Nord e in Piemonte, in particolare, dove l’alleanza giallorossa non decolla né a livello regionale né comunale. In alcuni casi, poi, il campo è king size, allargato anche ad Azione.

Nelle due principali città al voto – i capoluoghi di regione, Firenze e Bari – il quadro per ora è opposto: se per il post Dario Nardella, al momento, i 5 stelle non fanno parte del fronte che sostiene la dem Sara Funaro, nel capoluogo pugliese si celebrano le prime primarie di coalizione giallorosse per decidere chi sarà il candidato a correre per il comune guidato finora del dem Antonio Decaro: gazebo il 7 aprile in un clima politico infuocato per l’inchiesta sul voto di scambio e la decisione del Viminale di insediare in piena campagna elettorale una commissione d’accesso a Bari.

Su 28 capoluoghi al voto, ad ora, le donne candidate a sindaco sono 6.

Nei sei capoluoghi di regione al voto a giugno, al momento in 3 c’è già un’intesa tra i giallorossi. A Campobasso e Perugia l’accordo è chiuso. Nel capoluogo molisano (già a guida 5 Stelle) il Pd, M5S, Avs e civiche sostengono Marialuisa Forte, dirigente scolastica. Una donna e una civica anche a Perugia: a cercare di riconquistare il comune al centrosinistra è Vittoria Ferdinandi, ristoratrice con un forte impegno nel sociale per cui ha ricevuto l’onoreficenza di Cavaliere al merito dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

C’è quindi Bari dove saranno le prime primarie giallorosse a decidere il candidato sindaco: la consultazione si svolgerà il prossimo 7 aprile e vedrà in campo Michele Laforgia (sostenuto da M5S, sinistra e civiche) e il candidato del Pd, Vito Leccese. Ancora da definire il quadro a Potenza e anche a Cagliari: nel capoluogo sardo per il dopo Truzzu di Fdi, è già in campo l’ex-sindaco Massimo Zedda ma non sono escluse le primarie.





Infine la battaglia di Firenze con la sfida di Matteo Renzi al Pd: qui i dem candidano l’assessora della giunta Nardella, Sara Funaro, sostenuta anche da Azione, +Europa e Avs, mentre Iv – che in città ha il suo peso elettorale – corre con Stefania Saccardi. I 5 Stelle per ora non hanno definito come si presenteranno.

Al momento in 5 capoluoghi il centrosinistra si presenta nel format Abruzzo ovvero da Azione ai 5 Stelle. Si tratta di Ferrara, Reggio Emilia, Pavia, Pescara e Urbino.

A Ferrara Fabio Anselmo, il noto avvocato dei casi Aldrovandi e Cucchi, proverà a riportare al centrosinistra la città ora guidata dal leghista Alan Fabbri. A Reggio Emilia dopo 10 anni lascia il sindaco Luca Vecchi e il centrosinistra si presenta nel formato ‘campo larghissimo’ a sostegno del primario Marco Massari, medico simbolo della lotta al Covid in città. Formato king size anche a Pavia a sostegno di Michele Lissia del Pd, consigliere comunale e dirigente d’azienda e a Pescara dove Pd, M5S, Azione e civiche corrono con Carlo Costantini, già deputato Idv e consigliere regionale, per tornare a vincere in città.

Una riconquista che tenterà anche l’imprenditore Federico Scaramucci ad Urbino, sulla sua candidatura si è raccolto un ampio fronte che va da Italia Viva a M5S.

LE SFIDE IN GIALLOROSSO

Sono già 14 i capoluoghi dove Pd e M5S, quasi sempre con Avs, Socialisti e civiche, corrono insieme: oltre a Ferrara, Reggio Emilia, Pavia, Pescara e Urbino (nel formato ‘larghissimo’ con i centristi), ci sono Vibo Valentia, Forlì, Ascoli, Pesaro, Lecce, Prato insieme ai capoluoghi di regione Campobasso, Perugia e Bari.





A Vibo il candidato è il professionista Enzo Romeo. A Forlì Graziano Rinaldini, volto noto della Protezione Civile, cercherà di strappare la città al centrodestra. Ad Ascoli ci sarà la stessa identica sfida di 5 anni fa: l’attuale sindaco di centrodestra Marco Fioravanti contro il cardiologo Emidio Nardini, che però nel 2019 si presentò da solo mentre stavolta avrà il sostegno anche di Pd e M5S. A Lecce il sindaco uscente Carlo Salvemini che correrà per il bis dopo aver vinto le primarie, ha allargato la coalizione (Pd e civiche) anche ai 5 Stelle. A Pesaro per il post Matteo Ricci, in campo c’è il dem Andrea Biancani che ha già ottenuto il sostegno dei 5 Stelle e non è escluso che la coalizione si allarghi anche Azione con cui il confronto è aperto. Infine Prato: qui ieri sera il Pd ha ufficializzato la candidatura della dem Ilaria Bugetti che sarà sostenuta anche dai 5 Stelle.

Sono diverse le città in cui si sta ancora lavorando sulle coalizioni per le elezioni di giugno. C’è chi proverà ad allargare il perimetro come il sindaco uscente di Cesena, Enzo Lattuca. Lo stesso vale per Massimo Mezzetti a Modena: già assessore regionale indipendente potrebbe mettere d’accordo la coalizione da Azione alla sinistra, fino ai 5 Stelle. A Cagliari ancora il quadro non è definito e si potrebbe andare alle primarie. Lavori in corso anche a Sassari. Stallo invece ad Avellino dove l’accordo con M5S e sinistra ci sarebbe, ma non c’è dentro il Pd: in pista il dem Antonio Gengaro, già vicesindaco con la giunta di Antonio Di Nunno, che avrebbe l’ok del Pd nazionale, di 5 Stelle e sinistra ma la sua candidatura non convince un pezzo dei dem irpini.

IL CAMPO ‘STRETTO’ IN PIEMONTE E LOMBARDIA

Dove sono ridotte al minimo le possibilità di intesa giallorossa, sono i capoluoghi del Nord al voto a giugno. A Bergamo per il post Giorgio Gori è in campo la ex-parlamentare Pd, Elena Carnevali, con +Europa, Verdi e Sinistra e civiche ma qui i 5 Stelle dovrebbero correre da soli. Stesso scenario a Cremona dove il candidato è Andrea Virgilio, 50 anni, vicesindaco ed esponente di lungo corso del Pd. Dem e 5 Stelle divisi anche a Livorno sul bis dell’uscente Luca Salvetti. E poi c’è il Piemonte dove anche a livello comunale, oltre che regionale, l’alleanza giallorossa non decolla. A Verbania in realtà era in corso un confronto attorno alla candidatura della dem Chiara Fornara. Ma il Pd locale ha deciso di arrivare a un nome attraverso le primarie e a vincerle non è stata Fornara, ma il suo competitor Riccardo Brezza. Un esito che ha mandato il tavolo in frantumi e Brezza per ora è sostenuto solo dal Pd.

Tutti divisi anche a Vercelli: qui il Pd candida Gabriele Bagnasco, mentre M5S e centristi andranno con loro candidati. A Biella una piccola coalizione c’è con Pd, +Europa e Avs a sostegno di Marta Bruschi, esponente Pd e consigliera comunale che è stata al centro di un episodio finito sulle cronache nazionale: Bruschi, neo mamma, si era assentata dal consiglio comunale per allattare. Gesto duramente attaccato da un consigliere leghista della maggioranza. Di lì il caso, con tanto di post del gruppo Pd di Montecitorio.

”Ecco chi sono -reagiscono i dem su Instagram- parlano tanto di famiglia e attaccano violentemente una donna perché si prende cura della propria figlia. E arrivano a dirle che, per questo, ‘non può fare il sindaco’. Una scena ripugnante”. Infine c’è il caso di Rovigo: qui il sindaco di centrosinistra, Edoardo Gaffeo, si è dimesso a fine gennaio dopo la minaccia di ritiro del sostegno in consiglio da parte del Pd. Ora Gaffeo si è ricandidato ed ha il sostegno dei 5 Stelle, mentre il Pd è ancora senza candidato.

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