L’AQUILA – Nel campo largo del centrosinistra, finora in alto mare nella scelta del candidato presidente, la palla torna in Abruzzo, e una giornata decisiva, almeno negli auspici della vigilia, sarà quella di domani mercoledì 30 agosto, con la riunione del tavolo politico convocato a piazza Unione a Pescara, con all’ordine del giorno la scelta del cavallo vincente da contrapporre a marzo 2023 al centro destra di Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.
In lizza cinque nomi, con new entry il capogruppo M5s Francesco Taglieri, che si aggiunge al dem Silvio Paolucci, a Carlo Costantini di Azione, al civico Americo Di Benedetto, all’ex rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico. E poi si dovrà stabilire il definitivo assetto della coalizione, ricucendo a questo proposito lo scontro tra M5s e Italia viva.
Forse, anzi probabilmente, il nome non uscirà il giorno stesso, ma intanto il dato politico è che dopo la levata di scudi interna alla costituenda coalizione, soprattutto rispetto alle forze minori, in termini di peso elettorale, rispetto a Partito democratico e Movimento 5 stelle, il candidato non sarà scelto a Roma, con l’ultima parola affidata ai segretari nazionali dei dem e dei pentastellati, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Una strada proposta in realtà per uscire dall’impasse, tenuto conto che troppo ottimisticamente l’obiettivo era quello di arrivare alla fumata bianca entro ferragosto. ma che ha creato non poche opposizioni.
Ora però la consapevolezza, sia che si decida a Roma o in Abruzzo, è che non c’è davvero più tempo da perdere, da parte di tutte le forze che compongono il campo largo, altrimenti denominato Abruzzo Insieme, ovvero Partito democratico, Movimento 5 stelle, Azione, Giovani democratici, Sinistra Italiana, Psi, Articolo 1, +Europa, Europa Verde, Centro Democratico, Demos e Polis 305, quest’ultima la forza civica lanciata dal riconfermato sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, assieme all’ex sindaco di Pescara, Marco Alessandrini.
Infine Italia Viva, che sarà presentare al tavolo, dove andrà trovata in qualche modo una ricucitura con M5s che aveva posto un veto per la partecipazione alla coalizione al partito di Matteo Renzi. Fortemente irritato, il segretario regionale Iv, l’ex parlamentare Camillo D’Alessandro, non ha partecipato all’ultima riunione, dopo non aver risparmiato critiche al segretario pentastellato Gianluca Castaldi, estensore della fatwa.
Tra i civici si è defilato intanto Antonio Luciani, l’ex sindaco di Francavilla, tra i fondatori di Polis 305, e che si appresta ad aderire all’Udc, passando dunque nel centrodestra.
Veniamo dunque ai nomi: sul tavolo ce ne sono cinque, quattro oramai abbondantemente noti, il quinto come new entry.
Il Pd come ribadito dal giovane segretario regionale Daniele Marinelli, propone il 46enne chietino Silvio Paolucci, capogruppo in consiglio regionale, ex assessore regionale alla Sanità e Bilancio, che alle primarie del Pd ha appoggiato il candidato segretario Stefano Bonaccini, sconfitto da Schlein, una risorsa ha detto Marinelli, che “ha tutte le caratteristiche per poter rappresentare quella figura forte e unitaria di cui la coalizione e il progetto hanno bisogno”.
Azione, con il suo segretario regionale, il deputato Giulio Cesare Sottanelli, mette sul tavolo il nome del 61enne pescarese Carlo Costantini, avvocato, ex parlamentare, ex consigliere regionale dell’Italia dei Valori, già candidato presidente della Regione nel 2008, sconfitto da Gianni Chiodi di Forza Italia, e che ha poi aderito ad Azione nel settembre 2021.
Il Movimento 5 stelle, con il segretario regionale, Gianluca Castaldi, ex sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, risponde con il capogruppo in consiglio, Francesco Taglieri, 51enne di Lanciano.
L’ala civica, a cominciare da Polis 305, propongono con forza il 40enne aquilano Americo Di Benedetto, consigliere regionale di Legnini presidente, già candidato sindaco a L’Aquila nel 2017 e nel 2022, sconfitto in entrambi i casi da Pierluigi Biondi di Fdi, ma che nel 2022 si è piazzato secondo, facendo meglio del centrosinistra di Stefania Pezzopane .
Infine c’è il 63enne teramano Luciano D’Amico, ex rettore dell’Università di Teramo ed ex presidente della Tua, la società regionale del trasporto pubblico.
Il campo largo dovrà ora fare la scelta, trovare una quadra, e anche alla svelta, tenuto conto che finora nessuno ha proposto con forza l’ipotesi delle primarie, considerata semmai come l’ultima spiaggia.
E c’è chi sostiene che alla fine l’unica scelta buona ad evitare conflitti e defezioni, potrebbe essere proprio quella di D’Amico, civico ma di chiaro posizionamento progressista, e che ha dalla sua anche l’appoggio dell’ex presidente della Regione, e ora deputato, Luciano D’Alfonso, uomo forte in Abruzzo del Pd, che lavora dietro le quinte, assieme, si ripete spesso e con una punta polemica nella coalizione, all’ex segretario regionale dem e senatore Michele Fina, a Sottanelli e a Castaldi.
Il sacrificio più pesante sarebbe in questo caso a carico del Pd, che dovrà rinunciare a Paolucci, che riscuote per la sua esperienza all’Emiciclo apprezzamenti trasversali nella coalizione. Ma del resto il suo passo indietro sarebbe una scelta in linea con la strategia politica della segretaria nazionale di Schelin, ovvero quella dell’allargamento del perimetro del centrosinistra, senza tentazioni egemoniche e divisive.
M5s ha detto chiaramente che al di là della proposta del suo candidato non farà un muro contro muro, ed è disposto a discutere altre ipotesi. Ed anche D’Alberto leader dei civici, non potrebbe non accettare un teramano come lui come D’Amico.
Più orientato a fare quadrato su Costantini, sarebbe invece Sottanelli, ma del resto nel caso la scelta cada su un altro candidato, Azione non avrebbe alternative rispetto al rimanere nel centrosinistra: una corsa solitaria sarebbe, sondaggi alla mano, a forte rischio flop, e il centrodestra, dopo la fallimentare alleanza alle comunali di Teramo intorno alla candidatura del civico Carlo Antonetti, di imbarcare Azione alle regionali non ne ha nessuna intenzione.
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