CONTRATTO ISTITUZIONALE SVILUPPO: D’ALFONSO CHIEDE A GOVERNO DI VELOCIZZARE ATTIVAZIONE

31 Ottobre 2020 09:44

Italia - Politica

PESCARA – “E’ arrivato il tempo di attivare il Cis, perché regala una visione d’insieme sia alle classi dirigenti territoriali che a quelle nazionali”.

Torna a sollecitare l’attivazione del Cis, Contratto Istituzionale di Sviluppo, quale leva per la riattivazione del circuito economico, il senatore pescarese del Pd Luciano D’Alfonso, ex governatore della Regione Abruzzo, componente della commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il presidente della commissione Finanze e Tesoro aveva già segnalato questa “necessità assoluta”, nei giorni scorsi, durante il vertice in videoconferenza tra i sindaci del territorio del cratere sisma 2009 e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il Contratto istituzionale di sviluppo è lo strumento individuato dal Governo per accelerare la realizzazione di progetti strategici, tra loro funzionalmente connessi, di valorizzazione di quei territori della penisola deficitari sul versante della dotazione infrastrutturale e delle dinamiche dello sviluppo.

In sintesi, il Cis è un intervento normativo che accelera, moltiplica, rende convergenti le esigenze della domanda del territorio con l’offerta di sviluppo.

Rientrano in tale ambito i progetti di infrastrutturazione, sviluppo economico, produttivo e imprenditoriale, turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali, ambiente, occupazione e inclusione sociale.





Tre le annotazioni principali che ha sottolineato D’Alfonso ci sono: attivazione di un programma monitorato settimanalmente per potenziare la banda larga; programma di recupero ad opera dell’Anas della viabilità ammalorata; piano dedicato agli uffici pubblici.

Di rilievo anche la richiesta di insediamento di competenze specialistiche nel personale amministrativo degli enti territoriali, misure di flessibilizzazione per i bilanci comunali sottoposti al controllo della Corte dei Conti e in ultimo, non meno importante, tornare a dare all’azione amministrativa un ruolo di discrezionalità.

Secondo l’ex presidente della Regione,  non occorre più un lavoro di risanamento, come quello che lo stesso Conte sta seguendo in Puglia, a Taranto, ma un lavoro di potenziamento dell’economia regionale, e nello specifico nelle aree interne del territorio abruzzese colpite dal terremoto.

“Il Cis – ha spiegato D’Alfonso – è lo strumento più adatto per riattivare il circuito di sviluppo economico, non occorre risanare come si sta facendo a Taranto, ma nel nostro caso, nel quale molto lavoro è stato fatto per quanto riguarda le strutture trasversali e verticali dell’edilizia, serve potenziare il tessuto economico; accanto ai cantieri che stanno recuperando le mura, si avrà bisogno anche di un cantiere progettuale che restituisca la potenza economica e quindi il diritto alle ambizioni”.

“E’ arrivato il tempo di attivare il Cis, perché regala una visione d’insieme sia alle classi dirigenti territoriali che a quelle nazionali” ha incalzato D’Alfonso.

Tre sono i punti elencati da D’Alfonso sui quali, a fine incontro, Conte si è espresso con intenzione positiva.

“Faccio presente tre annotazioni delle quali c’è urgenza di intervento. La prima riguarda l’attivazione di un programma monitorato settimanalmente per potenziare la banda larga e ultra larga. Nei piccoli comuni all’interno dell’Abruzzo colpiti dal terremoto, la domanda di attivazione del digitale molte volte o non è soddisfatta o conosce la intermittenza di funzionamento. La seconda, sul recupero della viabilità ammalorata occorre un programma specifico ad opera dell’Anas e che già si sta avendo, ma anche un potenziamento aggiuntivo per penetrare quel rettangolo degli Appennini che è stato messo sotto dolore dal sisma: ossia l’idea è di concepire assi fondamentali di penetrazione per la rete stradale. Chiedo quindi che l’Anas sia coinvolta non solo nel recupero ma anche nel potenziamento”, ha spiegato.





Un potenziamento che per il senatore pescarese del Pd è urgente, data la difficoltà, anche durante le fasi immediatamente dopo il terremoto, nel raggiungere comuni all’interno ed in alta quota di cui l’Abruzzo è pieno.

Così come, nella terza annotazione di D’Alfonso, va domandato al Governo di attrezzare le aree interne di servizi pubblici, quali per esempio le poste, e servizi di sicurezza e legalità che solo i carabinieri possono “assicurare”.

“La richiesta di un piano dedicato agli uffici pubblici o agli uffici di pubblica utilità o incaricati di pubblico servizio – ha aggiunto ancora l’ex governatore – come gli uffici postali che hanno una necessitata timidezza nel coprire gli spazi e le domande di servizio dei comuni delle terre alte del nostro territorio. Un piano dedicato che accomuni sia la domanda di funzionamento dei servizi postali e sia anche la domanda di sicurezza, di legalità che solo i carabinieri assicurano in queste località; in quest’ultimo caso, fare un piano di rivisitazione per quanto riguarda le caserme e la presenza numerica all’interno dei territori”.

Rivolgendosi poi al Conte giurista, l’ex presidente regionale ha espresso il suo parere sul ruolo dell’azione amministrativa che si va sempre più a normativizzare creando un “impazzimento del sistema” stesso, ciò che occorre è “ridare un ruolo di discrezionalità all’azione amministrativa ed evitare che ogni atto amministrativo richieda una norma ad hoc”.

Ha continuato D’Alfonso: “quindi laddove non sia possibile recuperare discrezionalità occorre ragionare con gli organi di vigilanza, chiamando a raccolta tutti. La discrezionalità dev’essere una risorsa accanto a quella finanziaria. Altrimenti la ricostruzione, nei tempi richiesti dai comuni terremotati e dal Governo, non può avvenire”.

Il ruolo del Governo è fondamentale anche nella partita che i Comuni, già debilitati dal terremoto, andranno a giocare con la Corte dei Conti riguardo i bilanci comunali: “La Corte dei Conti nel giudizio di parifica sui bilanci comunali si troverà a prendere le misure degli atteggiamenti necessariamente allo stato contundenti in ragione delle minori entrare; dobbiamo allora concepire una misura che flessibilizzi il rapporto di valorizzazione e parifica tra Corte dei Conti e bilanci dei piccoli Comuni abruzzesi.”

Infine, “si deve riattivare una volontà che, cercata anche in passato, insedi competenze specialistiche nel personale amministrativo dei nostri enti territoriali, purtroppo ancora affamati dalle pratiche della ricostruzione. So che in questa direzione ci si sta muovendo con il coinvolgimento delle università “, ha concluso D’Alfonso.

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