SUMMIT CENTRODESTRA ALL'AQUILA. ANCHE SE NON C'E' L'UFFICIALITA', RISOLTO STRAPPO PER REVOCA FORZISTA FEBBO. DECISIVO "ORDINE" DA ROMA. SACRIFICIO LEGA CHE RINUNCIA A ESTERNO PER FAR ENTRARE EX CONSIGLIERE AZZURRO. DOMANI MARSILIO FIRMA DECRETI, ALLE PORTE NUOVE POLEMICHE; PAOLUCCI, "SPETTACOLO PIRANDELLIANO"

CRISI REGIONE: D’AMARIO IN GIUNTA, FUORI FIORETTI, TROVATA INTESA, NUOVO ASSESSORE QUARESIMALE

22 Ottobre 2020 23:41

Regione - Politica

L’AQUILA – “Chiudere subito la partita senza litigare tra alleati, mostrando responsabilità in un momento di grande difficoltà sociale ed economica per l’emergenza covid”.

L’input nazionale arrivato forte e chiaro ai tre segretari regionali di Lega, FdI e FI ha permesso, nel summit del centrodestra che governa la Regione dal febbraio dello scorso anno, andato in scena all’Aquila, di chiudere la crisi che si era aperta con il defenestramento dalla Giunta dell’ormai ex assessore regionale al Turismo di Forza Italia Mauro Febbo.

All’uomo forte della politica regionale e chietina, al quale il governatore, Marco Marsilio, di FdI, ieri ha revocato l’incarico, non è stato perdonato, su tutti dalla Lega, di avere appoggiato, alle recenti elezioni di Chieti, un gruppo di civiche bipartisan guidate dal medico Bruno Di Iorio, facendo di fatto perdere il candidato della coalizione, il candidato leghista Fabrizio Di Stefano.

Come accaduto ad Avezzano, dove gli azzurri hanno corso da soli, ancora una volta contro il candidato salviniano Tiziano Genovesi.

Anche se i protagonisti hanno parlato di riunione cordiale e proficua che porterà nel giro di 24 ore al mini rimpasto, l’intesa è stata ratificata e domani Marsilio firmerà i decreti: ma l’accordo, un po’ a sorpresa sulla ipotesi meno probabile, potrebbe portare altre polemiche alimentate dagli esclusi, anche nella Lega, in seno alla quale salta la testa dell’assessore al Welfare e all’Istruzione Piero Fioretti.

Al posto di Febbo entrerà l’azzurro Daniele D’Amario, che a sua volta aveva surrogato proprio Febbo in Consiglio regionale.

D’Amario, rimasto fuori dall’Assemblea regionale proprio per il rientro consiliare di Febbo (farà il capogruppo di FI), fa il suo ingresso come esterno.





Questa staffetta al contrario, dunque, costringerà la Lega a sostituire il suo assessore esterno, il teramano Fioretti.

In lizza, almeno formalmente, ci sono i tre conterranei salviniani, il capogruppo, Pietro Quaresimale, ex sindaco di Campli, che è il favorito, Emiliano Di Matteo e Antonio Di Gianvittorio.

Come Quaresimale che ha fatto il pieno di voti nel collegio di Teramo e che non ha mai fatto mistero di preferire la Giunta al Consiglio, sarebbe la prima scelta per l’assessorato, anche per Di Matteo, presidente terza commissione Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive, si aprirebbero le porte della guida del gruppo leghista.

Questa ipotesi che porta a far fuori Fioretti, scelto dall’ex coordinatore, il deputato teramano, Giuseppe Bellachioma, era stata bandita dalla Lega che però alla fine ha dovuto cedere sempre per gli ordini di scuderia romani, lasciando sul campo un mezzo passo indietro dopo aver incassato la vendetta nei confronti di Febbo, salutata come una vittoria dal popolo leghista.

A Di Gianvittorio potrebbe toccare la presidenza della terza commissione.

Ma l’impressione è che la soluzione causerà altri attriti nella litigiosa maggioranza vista la delusione dei due teramani di FI, il sottosegretario alla presidenza, Umberto D’Annuntiis, in corsa fino alla fine per un assessorato, e del primo dei non eletti, Gabriele Astolfi, ex sindaco di Atri, che sarebbe entrato in Consiglio regionale al posto del sottosegretario.

Da questo punto di vista è in atto una rivolta della base azzurra contro il coordinatore regionale, il senatore Nazario Pagano.

E D’Annuntiis potrebbe lasciare gli azzurri per trasferirsi a FdI, come si vocifera da mesi.





Presieduto dal presidente Marsilio, intorno al tavolo Pagano, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Etel Sigismondi, quello della Lega Luigi D’Eramo, accompagnato dal segretario regionale organizzativo, Gianfranco Giuliante, che è anche commissario di Teramo.

“E’ stato un confronto sereno e proficuo – ha spiegato D’Eramo – Abbiamo affrontato i temi strategici dei prossimi mesi, il Centrodestra governa bene, non ci sono polemiche, nelle prossime 24 ore l’esecutivo si ricomporrà. Il presidente Marsilio saprà fare le scelte migliori”.

“E’ stata una riunione dai toni cordiali e costruttiva – sottolinea Sigismondi – C’è stata grande armonia sugli obiettivi da centrare in questo momento molto difficile, sono in ballo alcune ipotesi sulle quali nelle prossime ore si farà una riflessione”.

A picchiare duro intanto le opposizioni.

Commenta con sarcasmo il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci

“Se fosse uno spettacolo teatrale sarebbe sicuramente una ‘piece’ di Pirandello, perché quello che sta accadendo è davvero paradossale, oltre che imbarazzante. Marsilio licenzia Febbo e al contempo lo ringrazia dell’ottimo lavoro fatto, ma lo Statuto e la legge delineano gli assessori come collaboratori del presidente”.

“Tuttavia Marsilio revoca le deleghe a Febbo – continua il dem -, così confessando di aver eseguito quello che è un vero e proprio diktat. Per altro ciò avviene in un momento molto molto particolare per via dei numeri dell’emergenza in atto, toccando un assessorato sensibilissimo quello delle attività produttive e del turismo, settore che per  altro vedeva Febbo presiedere  la conferenza degli assessori regionali al turismo a Roma. Con un’emergenza in atto, con la gente che attende risposte sulle file all’aperto per I tamponi, sulle vaccinazioni per l’influenza e sulle aspettative delle risposte economiche e per il lavoro che da parte della Regione non ci sono, davvero non si capisce cosa legittimi questa situazione e soprattutto che posto hanno per Marsilio le ragioni della Regione e degli abruzzesi – conclude Paolucci.

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