GENITORI SEPARATI: “FUNERALE NEL GIORNO DELLA FESTA DEL PAPA’, SENZA UN ULTIMO SALUTO AL FIGLIO”

19 Marzo 2024 09:19

Regione - Cronaca

TERAMO –  “Uno dei tanti drammi umani a cui non sempre si dà il dovuto risalto. Paolo (nome di fantasia, a tutela del figlio minorenne) è morto senza avere vicino a sé il figlio e nessuno ha tutelato questo minorenne privato nella sua quotidianità di un genitore. È urgente aprire un dibattito su queste tematiche e sulla genitorialità negata”.

A riportare la vicenda è l’Associazione Genitori separati per la Tutela dei minori che nel giorno della Festa del Papà racconta un dramma che si è consumato nelle ultime ore in Abruzzo, dove un uomo di circa 50 anni è morto, dopo lunghe sofferenze e dopo essersi lasciato andare, travolto da eventi che non gli hanno consentito di poter esercitare il diritto alla paternità.

Tre denunce per violenze e maltrattamenti in famiglia, da cui è stato assolto con formula piena, un’altra archiviata e, nonostante tutto, non è mai riuscito a coltivare un legame con il figlio, motivo che lo ha spinto ad abbandonarsi ad un amaro destino e oggi, nel giorno della Festa del Papà, sottolinea l’Associazione, “verrà sepolto senza aver potuto dare un bacio a suo figlio”.

In una nota Genitori separati allega la lettera di un legale di Teramo indirizzata all’amico, che di seguito riportiamo integralmente.





“Ho appreso oggi con dolore la notizia del tuo decesso. Senza stupore a dire la verità. Sì, perché più volte io ed i tuoi cari ti avevamo avvertito che la Tua volontà di essere padre ad ogni costo non ti avrebbe portato fortuna. Più e più volte ti ho ribadito che essere Padre ed essere Padre separato in Italia sono due cose completamente diverse. Ma tu non mi hai ascoltato… Tu mi ripetevi di non aver fatto nulla per non essere, e continuare, a fare il padre di tuo figlio a prescindere dalla separazione. Stavolta ti sei scontrato con la condizione dell’essere Padre separato in Italia e purtroppo, alla luce delle storture del sistema, il tuo cuore alla fine non ha retto e si è fermato.

Mi ricordo quando condividevi con me le numerose archiviazioni/assoluzioni (per la precisione 3 assoluzioni ed una archiviazione dal 2019 ad oggi) dei processi penali nei tuoi confronti, come se fossero delle vittorie, ma entrambi dentro di noi sapevamo che non si era vinto un bel niente, e che le ferite prodotte da quelle false accuse avrebbero richiesto tempo per rimarginarsi, però non ci soffermavamo su quest’aspetto.

Ricordo ancora, e come potrei scordarlo, quando mi ripetevi continuamente e fino alla nausea ‘voglio vedere mio figlio!’ ed io impotente che non ti sopportavo più. Impotente, certo, perché con la brutta malattia che avevi alla testa, la separazione, lo smettere di lavorare, la depressione, certo non sapevo da dove cominciare. D’altronde hai fatto dei tentativi per tirarti su per quello che hai potuto, ma in giro per un padre separato in difficoltà solo porte chiuse e imposizioni che non hai avuto la forza di reggere.

Funziona così e tu testardo come sempre hai continuato la tua battaglia per essere Padre in solitaria che ahimè, in Italia, non avresti mai potuto vincere.
Il giorno della festa dei Papà sarà celebrato il tuo funerale. Domani verrò a salutarti per l’ultima volta con il cuore colmo di dolore e con la promessa che sarà mia cura ed impegno affinché qualcosa, anche solo qualcosa, cambi nel tempo per aiutare i Papà separati in difficoltà. Da oggi, non essendo stato possibile per te vedere ed assistere tuo figlio qui sulla terra, potrai finalmente farlo dall’alto dal Cielo.





Riporto un pensiero della tua inarrestabile avvocata M.M. che ha chiesto di condividere: ‘È stato lasciato dalla moglie quando la sua patologia ha iniziato a manifestarsi, in un momento di estrema fragilità, e questo ha aggiunto una immane sofferenza psicologica a quella fisica. Nonostante ciò ha continuato a combattere fino alla fine per poter rivedere il figlio, andando a sbattere continuamente contro quelle istituzioni che avrebbero dovuto aiutarlo ma sono rimaste sorde di fronte al suo dolore.

Negli anni che l’ho conosciuto l’ho sentito gridare, anche letteralmente, con tutta la forza, il suo essere genitore, chiedendo insistentemente sempre e solo di poter fare il padre, davanti ad un’infinità di porte chiuse. Nonostante il male che lo stava logorando non ha mai fatto mancare un solo giorno un pensiero per il figlio, un bacio ed una carezza. Essere il papà del figlio è venuto sempre prima di se stesso. Le sue richieste sono rimaste in parte inascoltate ed in parte sono state tradotte in denunce, da parte di chi avrebbe dovuto comprendere la sua immensa sofferenza. Alla fine di tutto, davanti ai giudici è innocente, assolto da ogni accusa, ma ciò non è servito a far sì che potesse riabbracciare suo figlio. Ha lottato a testa alta fino alla fine contro un sistema che ha creato un orfano prima ancora che lui morisse'”.

“Sit tibis terra levis, Amico mio”.

 

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