TEATRO L’AQUILA: 700 GIORNI PER RIAVERE L’ANIMA DELLA CITTA’

di Alberto Orsini

15 Ottobre 2015 13:34

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L’AQUILA – Ricostruire in due anni “e poco meno” il Teatro comunale “Nazzareno De Angelis” dell’Aquila, fortemente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009, e dargli un aspetto interno ed esterno più simile a quello delle origini ottocentesche, a fronte, però, di uno scheletro tutto rifatto di nuova e alta tecnologia.

Questa la missione dei lavori di ricostruzione post-sisma da 7 milioni di euro consegnati oggi al Consorzio Conscoop di Forlì, al termine di un appalto contrastato che aveva visto una prima aggiudicazione alla Mbf di Arezzo, poi fallita.

Mbf che, tra l’altro, aveva già eseguito i puntellamenti da circa 1 milione ad affidamento diretto del vice commissario alla tutela dei beni culturali poi arrestato ai domiciliari, Luciano Marchetti, poi arrestato ai domiciliari nell’inchiesta “Betrayal” su tangenti nella ricostruzione dei beni culturali.

L’apertura del cantiere è avvenuta in una cerimonia svolta all’interno della platea svuotata delle macerie, alla presenza del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, della soprintendente unica, Alessandra Vittorini, del segretario regionale ai Beni culturali ad interim Berardino Di Vincenzo, del direttore dei lavori, Marcello Mariani, e del direttore del Teatro stabile d’Abruzzo, Alessandro D’Alatri, oltre che di altre autorità.





“Oggi è un giorno particolarmente felice, chi arrampica quando comincia un sentiero nuovo si guarda indietro a vedere che cosa ha percorso, altrimenti non c’è gusto – ha detto Cialente – La ricostruzione pubblica è sempre complicata, ma l’importante è averla: il Tsa ha bisogno del teatro, ma anche noi perché è un fatto identitario”.

Secondo il primo cittadino, infatti, “riavere il teatro di qui a 23 mesi è un punto fondamentale di un centro storico che sta ripartendo perché questa è una vocazione della città, come l’aeroporto di Pescara, il porto di Ortona o l’agricoltura nel Fucino. Nel 2017 riavremo il teatro – ha svelato – ma anche l’asse centrale e in 8 anni la città sarà ricostruita. Questo noi che ci siamo immersi non riusciamo a vederlo ma fuori se ne sono resi conto”.

Una curiosità, Cialente ha detto che all’indomani della scossa, “tra le tante cose insistemmo che la ricostruzione pubblica fosse fatta su tre edifici: il municipio, il teatro e la scuola De Amicis”. Purtroppo si tratta di tre delle opere pubbliche con iter più lento tra le tante del centro cittadino.

“I monumenti sono contenitori di contenuti culturali. In casi come questi c’è una responsabilità di chi ci mette mano che non può che caricarci, ne siamo investiti ma anche fieri – ha detto la soprintendente Vittorini – Quando c’è una connessione così forte con la città le scadenze ci impegnano ma portiamo avanti una cultura al quadrato”.

La Vittorini ha anche evidenziato che “sia sull’asse centrale che sul centro storico la ricostruzione dei beni culturali sta ai tre quarti tra privato e pubblico”.





In merito al tormentato iter, il segretario ai Beni culturali Di Vincenzo ha ricordato che “abbiamo finito questo appalto nel 2013, la burocrazia ci si è messa di mezzo: l’impresa aggiudicataria è fallita, abbiamo dovuto fare un nuovo procedimento e abbiamo consegnato alla seconda arriva, la Conscoop che si è occupata anche del Petruzzelli di Bari, quindi siamo in buone mani”.

“Pensiamo di riproporre l’ingresso del 1850, modificando la scala degli anni Venti che fu chiamata dagli aquilani ‘un macello’ per l’uso del marmo che la faceva sembrare simile a una macelleria”, ha poi precisato sui lavori.

Il quadro sulla trasformazione del teatro è stato fatto dal direttore dei lavori Mariani. “Ci sarà la restituzione del teatro com’era, ma con un’altra faccia, molto più ariosa e chiara. La cavea sarà mobile, darà una maggiore flessibilità alla portata della sala e alla scena. Infine sarà realizzata una sala sotterranea per attività collaterali con tanto di schermo”.

Da valutare uno degli ambienti più interni del teatro, la sala Rossa “che ha il soffitto completamente crollato e già è stata scorticata. C’erano delle bellissime decorazioni e stiamo valutando gli interventi – ha proseguito il tecnico – Inoltre, dalle foto d’epoca c’era un rapporto di simmetria della facciata che è venuto meno realizzando sulla sinistra l’ingresso del Ridotto. Andremo a studiare quantomeno la possibilità di riproporre una quinta per riconcedere al teatro la sua forma nel rapporto con la città”

“Sei anni fa in questa platea c’erano le rovine, facemmo il manifesto di Scene da un matrimonio, oggi venire a piedi ed trovarsi qui senza macerie dà una gioia enorme e fa capire il grande lavoro che è stato fatto – ha detto D’Alatri – Possiamo annunciare che il Tsa ha esaurito in 5 giorni gli abbonamenti, i biglietti dello spettacolo sono in esaurimento, vuol dire che c’è una richiesta importante”.

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