PNALM, UCCISA A FUCILATE L’ORSA AMARENA, INDAGATO ALLEVATORE A SAN BENEDETTO DEI MARSI

IL RESPONSABILE: "MI SONO SPAVENTATO"; MINACCIATO DI MORTE, SCATTA VIGILANZA ARMATA CARABINIERI FUORI CASA. RICERCHE IN CORSO DEI DUE CUCCIOLI FUGGITI VIA. PRESIDENTE MARSILIO, "CI COSTITUIREMO PARTE CIVILE CONTRO QUESTO DELINQUENTE", IL PARCO, "NON ERA PERICOLOSA PER UOMO E DANNI ALLE COLTURE SEMPRE INDENNIZZATE". SAMMARONE, "MA QUALE MODELLO ABRUZZO...". IL VIDEO DELL'ULTIMA PASSEGGIATA

1 Settembre 2023 07:53

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – L’Abruzzo si è risvegliato sotto choc per la perdita di un altro dei suoi simboli, tra i più amati e conosciuti, di casa in tanti piccoli centri del Parco Nazionale.

Ieri sera è stata uccisa da una fucilata l’orsa Amarena, a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, alle porte del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, per mano di un allevatore, titolare di una norcineria e cacciatore 56enne, Andrea Leombruni, ora indagato.

Sono ancora in corso le ricerche dei due cuccioli di Amarena, fuggiti via spaventati, e rischio della vita in quanto non in grado di difendersi da altri animali.

Solo pochi giorni fa l’orsa Amarena, madre di Juan Carrito, morto investito da una automobile, è stata immortalata mentre attraversava San Sebastiano dei Marsi con i suoi due cuccioli, a pochi metri da residenti e  turisti. Confermandosi come un simbolo dell’Abruzzo dei Parchi e della sua natura selvaggia.

La notizia della sua uccisione sta creando sconcerto, dolore e indignazione in tutta Italia, riferita con grande evidenza dalle maggiori testate nazionali.

Intanto è stata istituita da parte dei carabinieri la vigilanza armata fuori la villa del 56enne: subito dopo la sua identificazione, sui social si è scatenata una sorta di caccia all’uomo, ricoperto di minacce di morte ed insulti. Alcuni hanno pubblicato la foto e le generalità complete del denunciato. Di qui la scelta da parte dell’Autorità giudiziaria di Avezzano che sta indagando sull’accaduto, di far istituire una
vigilanza permanente armata fuori il cancello della villa dove si è verificato l’abbattimento.

Come riferisce l’ente Parco, alle 23:00 circa di ieri sera l’orsa Amarena è stata colpita nel giardino di casa da una fucilata esplosa da Leombruni, davanti la sua abitazione, all’interno del giardino di casa, alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’area contigua. Sul posto sono prontamente intervenute le guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli.

Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.

L’uomo è stato identificato dai guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono proseguiti per tutta la nottata.

Il sistema di sicurezza, in atto per la salvaguardia degli orsi marsicani, messo in campo dai carabinieri e dal personale del parco è scattato alla percezione del colpo di fucile da caccia legalmente detenuto da chi ha utilizzato l’arma dopo aver notato la presenza del plantigrado all’interno del giardino di casa.





L’intervento effettuato dai militari dell’Arma, già in pattugliamento nella zona, ha fatto rilevare un macabro scenario in cui l’animale era rimasto a terra ormai esanime. Si è proceduto dunque al sequestro della carcassa presa, poi, in consegna dal servizio veterinario del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Altri elementi di riscontro all’accaduto sono arrivati dal successivo sequestro dell’arma incriminata, del bossolo espulso e di altre armi possedute dal presunto responsabile.

La Procura di Avezzano, con il pm Maurizio Maria Cerrato, ha dunque aperto un fascicolo nei confronti del 56enne per il reato 544bis del codice penale, su chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali: l’uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Nel frattempo si apprende che l’uccisore era legittimato alla detenzione di armi da fuoco.

L’uomo ha spiegato di aver sparato perché pensava che ci fossero ladri in azione nella sua proprietà. Poi ha affermato di essersi trovato davanti all’orso che si sarebbe alzato su due zampe, e spaventato e sentendosi in pericolo avrebbe dunque premuto il grilletto. Ma la veridicità di quanto affermato dovrà essere ora acclarato dalle indagini e dalle perizie balistiche.

L’uomo è stato intanto preso di mira in modo pesante sui social: commenti violenti e aggressivi quali “devi fare la stessa fine, assassino… ; mi auguro che ti facciano una bella festa, magari a sorpresa; Spero un giorno che tutto questo male che hai provocato a quella povera orsa ti ritorni indietro a te e a tutta la tua famiglia”. Non mancano anche le minacce e ritorsioni nonché istigazione al suicidio, anche nei confronti della famiglia. Al momento sono più di 100 che hanno scritto e continuano a scrivere sulla bacheca social del commerciante.

Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia, di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo.

“L’uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza. Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra Ministero, regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell’orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà”, ha dichiarato  il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che ha  anche fatto un “invito a moltiplicare l’impegno nell’osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone”.

Commenta amareggiato l’ente Parco: “l’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo”.

Sul caso è intervenuto con molta durezza il Presidente della Regione Marco Marsilio che ha parlato di un “atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione” sottolineando come “le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini.” Il governatore Marsilio ha aggiunto che ha l’intenzione di costituire la Regione come parte civile “contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente.”

“Con profondo sgomento che apprendiamo dell’atroce uccisione dell’orsa Amarena, un simbolo del nostro Abruzzo. Questo inspiegabile atto rappresenta un grave affronto ai valori di convivenza e rispetto per la natura che tutti noi condividiamo, nonché alla biodiversità della nostra meravigliosa regione”, commenta il vice presidente della Regione Abruzzo con delega ai Parchi e all’Ambiente, Emanuele Imprudente, sulla notizia dell’uccisione dell’orsa.

“La Regione Abruzzo – continua Imprudente – grazie alla collaborazione del servizio Foreste e Parchi con il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ha strutturato una serie di strumenti di tutela, monitoraggio e miglioramento dello stato di conservazione dell’Orso bruno Marsicano tra cui: l’approvazione del PATOM (Piano d’Azione nazionale per la tutela dell’orso bruno Marsicano), l’istituzione del Focal Point, l’approvazione del protocollo d’intesa con RFI per migliorare la permeabilità delle infrastrutture ferroviarie da parte della fauna selvatica, l’accordo con il PNALM per l’indennizzo dei danni agli allevamenti di bestiame e ai piccoli pollai familiari e l’adozione di una strategia regionale di sviluppo sostenibile orientata all’istituzione di corridoi ecologici, oltre all’adozione di protocolli comportamentali per tutelare la presenza dei plantigradi nella zona”.





Queste le parole del sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani: “c’è poco da dire, nei giorni scorsi, precisamente il 30 agosto, c’è stato il primo avvistamento dell’orsa in città, sono venuti anche i carabinieri forestali a fare visita ad un pollaio dove l’orsa era andata alla ricerca di cibo; noi come comunità non abbiamo esperienza con gli orsi, è la prima volta di cui io ricordi che un orso ci faccia visita. Ieri sono stato fino alle 3 di notte lì sul luogo dell’uccisione ed i cuccioli ancora non erano stati ritrovati”.

Si sfoga il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Luciano Sammarone: “Abbiamo detto e ridetto ‘siamo modello, l’Abruzzo è modello’… Non siamo modello di niente. Davanti agli omicidi che sentiamo al telegiornale, l’uccisione di un’orsa sempre niente a confronto, ma non è così. Chiediamoci quanti pollai abusivi ci sono nel territorio, con baracche e baracchini. L’orsa era entrata in una recinzione. Per il resto non sappiamo nulla della dinamica dei fatti – aggiunge -. I giudizi vanno rimandati a dopo. Fino a quando non conosciamo come sono andate le cose non emettiamo giudizi, ognuno dovrebbe tenersi il proprio anziché fare il processo su Facebook. Comunque, io ho difficoltà a credere che si sia trattato di difesa. L’orsa Amarena non ha mai attaccato nessuno. Ma anche io non giudico e non mi esprimo fino a quando le indagini riveleranno che cosa è accaduto”.

“L’uccisione dell’orsa Amarena è un atto gravissimo. Da parte nostra non possiamo che auspicare in primo luogo che le indagini e la giustizia facciano rapidamente il loro corso, che le responsabilità siano accertate e adeguatamente, severamente sanzionate”: lo dichiara Daniele Marinelli, segretario del Partito Democratico abruzzese.

Per Marinelli “è importante adesso che l’indignazione, a tutti i livelli, dalle comunità locali fino alle istituzioni della nostra regione, sia forte e unanime. Che sia chiaro che l’uccisione dell’Orsa Amarena è un colpo al cuore dell’Abruzzo, a un modello di convivenza tra persone e animali nella natura che è e deve rimanere un modello. Da difendere sul versante culturale, da tutelare in ogni modo”.

In una nota Luigi D’Eramo,  sottosegretario al ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste e segretario Lega Abruzzo, parla di “un gesto gravissimo e vigliacco, che ferisce in modo profondo tutta la nostra comunità che negli anni ha sempre avuto con gli orsi un rapporto di serena convivenza. Amarena era il simbolo del Parco e della nostra regione, ed era una mamma, che capitava di vedere a passeggio con i suoi cuccioli nelle strade dei paesi. In Abruzzo un orso non ha mai rappresentato né un pericolo, né un problema per l’uomo. La sua uccisione è davvero un colpo al cuore di un’intera comunità. Un atto che lascia attoniti e arrabbiati. Il responsabile ne dovrà rispondere, simili episodi non devono più accadere”.

Legambiente annuncia che si costituirà parte civile contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena.

“Solo pochi giorni fa l’orsa Amarena, madre di Juan Carrito, morto investito da una automobile, era stata immortalata mentre attraversava la strada a San Sebastiano dei Marsi con i suoi due cuccioli, a pochi metri da residenti e turisti. L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo.”

Per Legambiente: “Chi ha deliberatamente ucciso l’orsa Amarena non ha nessuna giustificazione e non può accampare nessuna scusa, perché ha scelto di sparare a un animale protetto e a rischio di estinzione per proteggere delle galline che generalmente finiscono in pentola. Una scelta che non è stata condizionata da una situazione di rischio perché l’orsa Amarena non ha mai nemmeno simulato aggressioni verso le persone, né giustificabile dalla perdita di un patrimonio economico perché il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise avrebbe risarcito come da prassi anche questa irrisoria perdita del costo delle galline. Si tratta di un atto volontario, grave e ingiustificabile che richiama tutti alla massima responsabilità e al continuo impegno per migliorare la coesistenza della fauna selvatica con le comunità locali. La coesistenza è una scelta consapevole delle popolazioni marsicane e appenniniche su cui non si faranno passi indietro. Fatti come questi sono un danno per l’intera comunità abruzzese e non devono essere tollerate, anche per questa ragione Legambiente si costituirà parte civile contro il responsabile dell’uccisione dell’orsa Amarena”, dichiarano Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Biodiversità e Aree protette e Giuseppe Di Marco, presidente regionale.

IL VIDEO DELLA PASSEGGIATA DI AMARENA E SUOI CUCCIOLI A SAN SEBASTIANO DEI MARSI

 

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