CAMPUS DISCORDIA, ROMITO SCRIVE A REGIONE:”NON VOGLIO DIVIDERE, PROGETTO PER ABRUZZO”

di Filippo Tronca

22 Dicembre 2020 13:31

Regione - Politica

L’AQUILA – “Il Consiglio Regionale attraverso la scelta dai suoi componenti è libero di valutare l’opportunità o meno di affiancare il nome della Regione Abruzzo a questa iniziativa. Non voglio che l’idea del Campus, al quale desidero dedicare parte considerevole della seconda fase della mia vita di uomo e di imprenditore, venga sporcato al suo nascere da una disputa politica e dalle inevitabili polemiche di parte che già vedo innescate”.

È un passaggio di una lettera che questa mattina lo chef stellato NiKo Romito ha inviato al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, Fratelli d’Italia, al presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri di Forza Italia e a tutti i consiglieri regionali. Dopo che ieri il grande chef di Castel di Sangro in provincia dell’Aquila, è salito suo malgrado alla ribalta delle cronache a causa della bocciatura, per la defezione di cinque consiglieri su dieci della Lega che hanno fatto mancare il numero legale, di un emendamento al pdl sui debiti fuori bilancio che prevedeva 1 milione di euro per il progetto “Campus ricerca e alta formazione”, che lo vede promotore.

A lasciare l’aula Vincenzo D’Incecco, Simona Cardinali, Antonio Di Gianvittorio, Emiliano Di Matteo e Manuele Marcovecchio.

A firmare l’emendamento sono stati il presidente Sospiri, il capogruppo Fi Mauro Febbo, il vice presidente vicario del Consiglio Roberto Santangelo, il capogruppo di Fratelli d’Italia Guerino Testa e anche  il leghista D’Incecco, presidente della prima Commissione Bilancio, che poi però ha abbandonato l’aula.

Critiche dalle opposizioni del centrosinistra e Movimento 5 stelle, su uno stanziamento ritenuto eccessivo, vista anche la difficoltà di tanti ristoratori piegati dalla crisi covid.





A difendere l’emendamento invece Mauro Febbo che ricorda che “parliamo di un progetto di rilevanza internazionale che merita l’attenzione di una regione che vuole tutelare il suo sistema economico nel settore decisivo dell’agroalimentare – afferma ad Abruzzoweb il forzista -, Un progetto che coinvolgerà le università abruzzesi, le quattro Asl, diretto alle mense scolastiche, fabbriche e ospedali, e a tutto ciò che è somministrazione, all’insegna della salute, qualità e della prevenzione. Che vede il coinvolgimento dell’Università la Sapienza di Roma, oltre che di importanti sponsor. E non dimentichiamoci che stiamo parlando di uno chef tra i primi cinque al mondo, e che rappresenterà l’Italia all’Expo di Dubai”.

Ed ora arriva l’accorata lettera di Romito in persona, che  si appella alla politica affinchè “sappia trovare o le ragioni dell’unità comprendendo il valore di questa visione o la responsabilità di evitare sul mio nome, nome che rappresenta tutto l’Abruzzo nel mondo, una inutile battaglia di parte”.  E aggiunge: “Questo progetto ha certo bisogno di investimenti e di importanti partner per essere realizzato, oltre all’impegno del mio gruppo che ha la forza e la volontà di realizzarlo a prescindere dai sostegni pubblici”.

LA LETTERA DI ROMITO

Due ragazzi si abbracciano, altri passeggiano lungo un viale, altri ancora all’ombra di un albero seduti su una panchina sono chini sui loro libri e smartphone. All’orizzonte oltre un grande edificio ristrutturato al cui interno ci sono aule didattiche, laboratori, auditorium, cucine moderne, le nostre montagne abruzzesi proteggono il futuro di questi ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di costruire il proprio avvenire. Così mi immagino la vita, una qualsiasi mattina nel prossimo futuro, nel Campus di Ricerca e Alta formazione che ho deciso di realizzare a Castel di Sangro come naturale evoluzione della mia Accademia.

Un vero e proprio luogo dove i giovani possano vivere l’esperienza della formazione universitaria per divenire i pionieri di un nuovo linguaggio gastronomico in grado di rivoluzionare il mondo del cibo e della ristorazione collettiva. Perché è nella ristorazione collettiva che si gioca il futuro del cibo, che può divenire un grande fattore di sviluppo economico per il nostro Paese. Un sistema che fonda la sua visione sui valori della sostenibilità ambientale, dell’economia circolare, della salubrità del cibo e dell’accesso democratico delle risorse alimentari.

Quando lo scorso febbraio la mia regione ha inteso riconoscermi il titolo di miglior ambasciatore d’Abruzzo per il lavoro ventennale svolto a vantaggio della reputazione nel mondo della nostra terra sono stato davvero orgoglioso. In quella circostanza ho condiviso pubblicamente nel mio intervento di ringraziamento, di fronte alle massime cariche istituzionali, l’ambizione di questo nuovo progetto. Da parte loro ho ricevuto l’interesse di essere partner attivi di questa iniziativa, consentendo all’Abruzzo di divenire la prima regione in Europa a partecipare alla definizione di un nuovo modello di ristorazione collettiva che potesse produrre i suoi benefici sulla salute delle persone che mangiano nelle mense (ospedaliere, aziendali, scolastiche), alle filiere agricole, all’economia in generale di un’area interna e svantaggiata come quella della Val di Sangro.





Questo progetto ha certo bisogno di investimenti e di importanti partner per essere realizzato, oltre all’impegno del mio gruppo che ha la forza e la volontà di realizzarlo a prescindere dai sostegni pubblici. Il Consiglio Regionale attraverso la scelta dai suoi componenti è libero di valutare l’opportunità o meno di affiancare il nome della Regione Abruzzo a questa iniziativa.

Non voglio che l’idea del Campus, al quale desidero dedicare parte considerevole della seconda fase della mia vita di uomo e di imprenditore, venga sporcato al suo nascere da una disputa politica e dalle inevitabili polemiche di parte che già vedo innescate.

Ringrazio che ha inteso valutare questo progetto come meritevole di considerazione e sarò sempre disponibile ad aiutare l’Abruzzo, gli abruzzesi e l’economia di questo territorio a svilupparsi, ma solo in uno spirito di reale e concreta comprensione delle motivazione e degli scopi delle mie iniziative.

Non posso e voglio essere un motivo di divisione, perché mi sento davvero un figlio amato del mio Abruzzo, come in questi giorni tanti pescaresi mi stanno dimostrando con un affetto commovente.

Per questo motivo mi auguro che la politica sappia trovare o le ragioni dell’unità comprendendo il valore di questa visione o la responsabilità di evitare sul mio nome, nome che rappresenta tutto l’Abruzzo nel mondo, una inutile battaglia di parte.

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