IL MEDICO IN AFRICA INSIEME A DUE COLLEGHE, SI ERANO PRESE UN PERIODO DI FERIE PER PRESTARE SERVIZIO VOLONTARIO IN UN ORFANOTROFIO

CHIETI SCOSSA PER RITA, LA DOTTORESSA UCCISA IN KENYA LAUREATA IN ABRUZZO

30 Novembre 2015 08:47

Chieti - Cronaca

CHIETI – C'è dolore e commozione a Chieti, dove in tanti ricordano Rita Fossaceca, la dottoressa uccisa sabato sera in Kenya a Majomboni, a venti chilometri da Malindi, località turistica sulla costa, durante una rapina in casa.

In Africa, dove lavorava per la Onlus ForLife come volontaria nell'ambulatorio dell'orfanotrofio, si trovava insieme ai genitori e a uno zio sacerdote don Luigi Di Lella.

Originaria di Trivento, al confine tra Abruzzo e Molise, aveva studiato fino a laurearsi all'Università D'Annunzio, prima di trasferirsi a Novara nel 2001.





È morta mentre cercava di difendere la madre, aggredita con un machete. Ferite anche due infermiere di Novara: Monica Zanellato e Paola Lenghini.

Nella città piemontese era la responsabile della radiologia interventistica, nel reparto diretto dal professor Alessandro Carriero, presidente della organizzazione per la quale era andata in Africa, e suo ex professore all'università di Chieti.

Le missioni in Kenya sono iniziate undici anni fa, da due settimane prestava servizio come volontaria in quell'ambulatorio. Le due infermiere del suo stesso reparto, rimaste ferite durante la rapina, per poter prestare servizio in Africa si erano prese come lei un periodo di ferie.

“Lì era amata da tutti, le volevano bene” ricorda il cugino, Tonino Fossaceca, a Il Centro.





“Ero stato con lei in Kenya proprio in quel villaggio, lo avevamo trovato un posto tranquillo. Lì la amavano tutti”.

“Per noi è una perdita enorme, umanamente e professionalmente” dice Alessandro Stecco, medico radiologo. “Ho lavorato con Rita tutti i giorni negli ultimi 12 anni, l'ho conosciuta come collega con un cuore enorme, bravissima nel suo lavoro. E metteva tanto impegno per i bambini orfani africani, con i quali passava tutte le ferie. Ci è stata portata via di colpo, mentre faceva del bene”.

“Rita sentiva profondamente il piacere e l'impegno di dover aiutare le persone malate – ha detto a Il Messaggero Camillo Delli Pizzi, ex direttore del dipartimento Diagnostica per immagini della Asl di Chieti – Era una dottoressa molto valida dal punto di vista professionale”.

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