ARRESTI CELANO: PROCURATORE, “PICCONE, ELEVATA CAPACITA’ CRIMINALE”, IL CASO FRONT-OFFICE IN COMUNE

9 Marzo 2021 14:11

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Al di là della sua formale incensuratezza, ha dimostrato rilevante capacità criminale; le condotte delinquenziali allo stesso contestate sono state poste in essere in forma professionale; le modalità attuative di tali condotte, in quanto idonee a indurre un rilevate fattore di turbativa nella amministrazione del Comune, realizzano quella latitudine di gestione che evidenzia la pericolosità dell’indagato”.

Lo scrivono il  procuratore di Avezzano, Andrea Padalino, e il sostituto dal sostituto Lara Seccacini,  a proposito del   vicesindaco di Celano, Filippo Piccone, 59 anni, ex senatore e deputato di Forza, nel febbraio del 2020, nella richiesta di applicazioni di misure cautelari, passata poi nelle mani del gip Maria Proia, che ha fatto scattare l’operazione a febbraio. Come riporta il quotidiano Il Centro. Inchiesta   che ha portato anche agli arresti domiciliari il sindaco Settimio Santilli, di Fratelli d’Italia, al suo secondo mandato, e ad altre 23 misure cautelari e 31 denunce. Piccone si è dimesso dalla carica di vicesindaco, Santilli non lo ha ancora fatto.  A carico di Piccone anche presunti favori sessuali chiesti a una dipendente di una cooperativa il Risveglio che svolge servizi per il Comune “in cambio di un aumento delle ore lavorative” e la promessa una assunzione presso l’amministrazione a tempo indeterminato. Nell’ordinanza il giudice evidenzia come è proprio la presunta concussione sessuale “il reato più odioso”. Respinta la richiesta dei domiciliari per Piccone, per ragioni di salute.

Per i pm riporta Il Centro, “l’indagato ha esteso il suo controllo a plurimi aspetti della vita stessa dei suoi concittadini: decideva chi doveva essere assunto o licenziato in ambito comunale, aveva creato un sistema di controllo dei posti di lavoro tramite appalti pubblici conferiti a cooperative sociali che, di fatto, impiegavano negli uffici comunali lavoratori a lui graditi”.





E qui si inserisce la vicenda della cooperativa Il Risveglio, dove in una intercettazione il presidente ricordava a Piccone: “L’appalto l’avete sempre gestito voi… le persone che stanno sopra.. m’hanno detto la gente che devo pigliare, che non devo pigliare, anche essendo una cooperativa sociale, ma in realtà di sociale non ci ho manco una persona, perché sono tutta gente che poi mi dicevano ‘piglia questo’,  ‘piglia quell’altro’ e si è sempre andati avanti così”.

L’intercettazione è relativa all’appalto front-office di una  cooperativa, a rischio di non rinnovo. La stessa cooperativa dove operava la 31 enne a cui Piccone sarebbe arrivato a promettere “l’aumento non dovuto da 15 a 30 delle ore settimanali di lavoro, inducendola a prestazioni sessuali in suo favore”. Impegnandosi poi anche a “farle vincere un concorso pubblico per assunzione di personale presso il comune di Celano”.

Nell’ordinanza vengono anche documentati nel dettaglio gli  “approcci” e “avance” molto esplicite di Piccone nei confronti della donna.





Dall’inchiesta emerge anche che quando gli inquirenti, nel giugno 2018, i Carabinieri, avevano chiesto anche i documenti dell’appalto per il front office alla cooperativa, in Comune si è scatenato il parapiglia.

“Gli amministratori – scrive infatti il gip – consapevoli che, in realtà, si trattava di una somministrazione irregolare di lavoratori avevano, addirittura, spostato, all’improvviso, i dipendenti della cooperativa da un ufficio all’altro e avevano messo delle targhette vicino ad alcuni uffici, allo scopo di evidenziare l’operatività di questo servizio di supporto al pubblico”.

Poco prima un dirigente intercettato dice al sindaco:  “Sta c…di cooperativa, la cooperativa Il Risveglio, questi che stanno qua dentro risulta tutti che stanno a fa’ il front office. Chi sta a fa’ il front office?”. “Nessuno”, la laconica risposta del sindaco.

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