BILANCIO REGIONE: FONDI A PIOGGIA ANCORA A SECCO, OTTO MESI DI RITARDO, BENEFICIARI ARRABBIATI

7 Settembre 2023 08:10

L'Aquila - Consiglio Regionale

L’AQUILA – Tanto tuonò… che non piovve: sono passati otto mesi e sono tanti i beneficiari, tra sindaci, presidenti di associazioni, organizzatori di eventi, che tempestano gli uffici regionali, per chiedere lumi  sui fondi a loro spettanti a valere sul famigerato maxiemendamento da 12 milioni di euro approvato in consiglio regionale la notte del 30 dicembre 2022. E il motivo, da quanto si apprende è che la copertura era stata trovata con la formula  del “pagherò”, vincolata alle maggiori ed ipotetiche entrate. Che evidentemente non sono ancora sufficienti.

A proposito di falle: oggi il consiglio regionale torna in anticipo a lavorare dopo la sosta per le ferie, per apportare correzioni all’assestamento di bilancio, che ha liberato risorse per ben 40 milioni  di euro, approvato all’Emiciclo l’8 agosto. In questo caso però si tratta solo di emendare errori formali e contabili.

Per quanto riguarda invece il maxi emendamento, non è dato a sapere quanti dei 1.200 beneficiari ha ottenuto i fondi, anche per poche migliaia di euro,  tra quelli distribuiti  a discrezione e a piene mani da tutti i  consiglieri di maggioranza e assessori, che avevano avuto un budget personale di 300 mila euro, e di opposizione, di 200mila euro ciascuno.  Tutto ciò per finanziare, senza bandi, istruttorie e criteri oggettivi, un  lunghissimo elenco di lavori pubblici nei comuni,  associazioni di protezione civile, pro loco, circoli culturali, bocciofile, premi ed eventi, sagre, mostre, feste di paese, concerti, circoli anziani e associazioni di abruzzesi all’estero, svariate iniziative per la promozione di prodotti tipici, per la lotta al randagismo, per i cacciatori e guardie ambientali, per confraternite e corali.





I soldi però non si vedono, e i consiglieri devono tener buoni i loro beneficiati, promettendo che presto si risolverà tutto.

Il motivo di questo ritardo risiede però, spiegano fonti interne alla Regione Abruzzo, dal fatto che quei soldi pronta cassa quando fu approvato il maxiemendamento, non c’erano, e la copertura era solo ipotetica, come è del resto è apparso chiaro agli uffici  del consiglio regionale in fase di “collettazione” degli emendamenti approvati a raffica e in fretta in furia la notte del 30 dicembre, e che hanno opportunamente evidenziato che la misura non indicava su quale posta di bilancio, o con quale variazione, si intendeva ricorrerete.

E così è stato necessario tornare in aula e approvare un provvedimento “salva bilancio”, con cui però si è semplicemente stabilito di istituire un fondo ad hoc  “Fondo per il rifinanziamento delle leggi regionali e delle funzioni regionali fondamentali”, di un importo complessivo pari ad euro 21.384.000,00, non solo per i 12 milioni di piccoli fondi a pioggia, ma anche per altre misure ben più consistenti, approvate in bilancio, come ad esempio i 400.000 euro per le “spese comunicazione Giunta regionale d’Abruzzo”, i 150.000 euro per i centri antiviolenza, i 100.00o euro per le micro e piccole imprese commerciali penalizzate dai cantieri.

Ma legge infatti nella norma: “si provvede con le risorse derivanti dall’accertamento delle maggiori entrate tributarie ed extra-tributarie, ovvero dai trasferimenti erariali compensativi per l’esercizio 2023, ovvero ancora dalle maggiori stime di entrata disponibili”.  Infine, “all’esito dell’accertamento, ovvero dell’assegnazione delle somme, ovvero delle maggiori stime, sono apportate le necessarie variazioni al Bilancio di previsione 2023-2025”.





Tradotto: per finanziare le 1.200 voci occorreva attendere che questo fondo si doveva rimpinguare con maggiori entrate dalle tasse o trasferimenti da Roma. E’ lecito supporre che ciò non sia avvenuto, o sia avvenuto solo in parte.

Mentre i beneficiari del maxiemendamento devono attendere, si avvicina intanto la prossima manovra finanziaria, l’ultima della legislatura del centrodestra di Marco Marsilio, che sarà approvata già in campagna elettorale in vista delle elezioni di marzo. E non serve Nostradamus per prevedere che ci sarà la gara a confezionare un altra pila di emendamenti con fondi ad hoc necessari a pasturare i territori di provenienza e collegi elettorali dei vari inquilini dell’emiciclo a cominciare da coloro che si ricandideranno.

 

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