DELITTO IN SEMINARIO A TRIESTE: CONFERMATI 21 ANNI A DON PICCOLI, EX PARROCO DI PIZZOLI

di Gianpiero Giancarli

26 Marzo 2024 14:13

L'Aquila - Cronaca

VENEZIA – La Corte di assise d’appello di Venezia ha confermato la condanna a 21 anni e 6 mesi di carcere per don Paolo Piccoli, il prete veronese ed ex parroco di Pizzoli (L’Aquila) accusato di aver ucciso monsignor Giuseppe Rocco, l’ex parroco di Santa Teresa a Trieste trovato senza vita nella sua stanza della Casa del Clero della stessa città il 25 aprile 2014. Il vecchio sacerdote sarebbe stato strozzato dall’imputato che comunque resta a piede libero. Il movente sarebbe stato il furto di alcuni oggetto sacri (mai ritrovati) di monsignor Rocco che aveva avanzato dei sospetti su Piccoli.

Una vicenda che ha avuto un clamore mediatico nazionale al punto da destare l’interesse delle telecamere di “Chi l’ha visto?” su Rai3 e di altre testate nazionali. Don Paolo, incardinato nella arcidiocesi aquilana, assurse alla ribalta delle cronache negli anni novanta dopo una sentenza che gli impose di limitare il volume troppo alto del suono delle campane della sua parrocchia. Egli si oppose al provvedimento ma perse la causa a fronte di polemiche interminabili.





Si tratta del processo bis sul caso, celebrato a Venezia dopo la sentenza della Cassazione che nel marzo 2023 aveva annullato la condanna a 21 anni e 6 mesi pronunciata a Trieste dalla Corte d’assise e confermata poi dalla Corte d’assise d’appello.

Il motivo dell’annullamento era la mancata ammissione dei consulenti di parte. La consulenza autoptica che aveva riscontrato la rottura dell’osso del collo e gli accertamenti del Ris sulle tracce di sangue trovate sul letto della vittima, erano di sicuro  accertamenti irripetibili, ma  il prete non   fu  avvisato quando furono disposti perché  non iscritto nel registro degli indagati. Per cui ci fu una lesione del diritto alla difesa.

Gli avvocati Vincenzo Calderoni e Alessandro Filippi hanno sostenuto l’innocenza di don Piccoli, individuando in una patologia broncopolmonare la causa della morte, ma ha avuto la meglio la tesi della Procura che ha chiesto la conferma della precedente condanna. Ora si andrà in Cassazione dopo aver letto, tra 90 giorni, le motivazioni della sentenza.





 

 

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